Catalogna, Gentiloni: 'Spero non abbia evoluzioni preoccupanti'

L'organizzazione del referendum di indipendenza del 1/o ottobre si è fatta più complicata dopo il blitz della Guardia Civil a Barcellona, ma va avanti: lo ha detto questa mattina il vicepresidente catalano Oriol Junqueras. "E' evidente che non potremo votare come sempre, ma con il resto dei miei collaboratori cercheremo di essere responsabili e all'altezza delle circostanze" ha affermato. La Guardia Civil ieri ha arrestato 14 dirigenti dell'amministrazione catalana e sequestrato 10 milioni di schede del referendum.

"Totale solidarietà ai 14 cittadini arrestati in Catalogna dal governo spagnolo per motivi "politici", per impedire un libero Referendum. Dieci milioni di schede elettorali sequestrate, conti correnti bloccati, militanti arrestati. Come contro la Lega in Italia, i poteri forti usano ogni mezzo per bloccare il cambiamento. Vergogna, le idee non si arrestano!". Così il segretario della Lega Matteo Salvini.

"Su ciò che sta avvenendo in Catalogna condivido totalmente il pensiero di Luca Zaia: è una pagina fra le peggiori per la democrazia". Così il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, sul suo profilo Facebook.

Penso che sia una questione interna alla Spagna, spero non abbia evoluzioni preoccupanti". Così il premier Paolo Gentiloni risponde da New York dove partecipa all'Assemblea generale dell'Onu, ad una domanda sugli sviluppi della situazione spagnola. "Chiunque ha visita quel Paese, sa che è difficile qualsiasi paragone con altri contesti come quello italiano", ha aggiunto.

Il referendum del primo ottobre sarà la "più grande mozione di censura" al premier spagnolo Mariano Rajoy ha detto oggi il vicepresidente catalano Oriol Junqueras. "Non esiste maggiore mozione di censura che la democrazia e il referendum" ha affermato, visibilmente emozionato dopo l'arresto di diversi suoi stretti collaboratori ieri, alla tv catalana tv3. Junqueras ha chiamato i catalani a mobilitarsi per difendere pacificamente "i diritti fondamentali civili, sociali e politici": "solo il popolo può salvare il popolo".

Migliaia di manifestanti hanno iniziato a concentrarsi davanti al Palazzo di Giustizia di Barcellona dove sono tuttora detenuti 10 dei 14 dirigenti della amministrazione catalana arrestati ieri nel blitz della Guardia Civil. La concentrazione di protesta 'permanente' è stata convocata dalla Assemblea Nazionale Catalana, la principale organizzazione della società civile indipendentista

E' stata una notte di tensione nel centro di Barcellona dopo il blitz della Guardia Civil spagnola che ha arrestato su mandato di un giudice 14 alti funzionari catalani, fra cui il braccio destro del vicepresidente Oriol Junqueras, impegnati nell'organizzazione del referendum di indipendenza del primo ottobre dichiarato "illegale" da Madrid. Gli agenti della polizia spagnola sono rimasti 'assediati' dai manifestanti fino alle 3 del mattino nella sede del ministero dell'Economia catalano in Rambla de Catalunya. Gli agenti hanno potuto lasciare il palazzo solo a quell'ora dopo l'intervento della polizia catalana dei Mossos d'Esquadra. In serata 40mila persone erano riunite davanti al Palazzo, fra grida di "Libertà", "Voteremo", "via le forze di occupazione".

L'ultima mossa per scongiurare il referendum per l'indipendenza della Catalogna: più soldi da Madrid : È questa, di fatto l'ultima offerta che il governo centrale fa alla Catalogna per bloccare il referendum per l'1 ottobre. Di fatto la proprosta è arrivata la dal ministro dell'Economia della Spagna, Luis de Guindos, che in un'intervista al Financial Times afferma: "Una volta che verranno abbandonati i piani di indipendenza potremo parlare. La Catalogna ha già una grande autonomia, ma potremmo parlare di una riforma del sistema di finanziamento e di altre questioni", ha dichiarato il ministro al Financial Times.

Sulle richieste da parte catalana per maggiore autonomia a livello finanziario, de Guindos apre anche alle richieste del 2012: "Eravamo nel mezzo della crisi e la nostra priorità era evitare il fallimento della Spagna... ma ora la situazione è cambiata, c'è una ripresa, e questo apre nuove possibilità di discussione". Infine arriva una stoccata proprio contro gli indipendentisti catalani che a questo punto, dopo gli arresti da parte della Guardia Civil, parlano di un "attentato alla democrazia". La risposta del ministro è secca: Ai tempi di Franco ci sono stati due referendum, ma questo non significa che c'era una democrazia". Infine il portavoce del governo di Madrid tende ancora la mano per un dialogo tra le parti a partire dal 2 ottobre: " Il governo di Madrid, il Partito Popolare e i socialisti del Psoe, sono disposti al dialogo con gli indipendentisti della Catalogna se questi rinunceranno al referedum del primo ottobre.

 

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