Torna l'incubo terrorismo islamico

Questa mattina la Polizia Italiana ha arrestato un pachistano  accusato di essere uno degli esecutori dell'attentato del 28 ottobre 2009 al mercato di Peshawar, in Pakistan, quando esplose un'autobomba facendo oltre 80 morti e 150 feriti. L'uomo è accusato di associazione con finalità di terrorismo ed è stato fermato all'aeroporto di Roma-Fiumicino in arrivo da un volo proveniente da Islamabad. L'operazione, condotta dagli agenti della Digos di Sassari in collaborazione con la Digos di Roma e la polizia di frontiera di Roma-Fiumicino, rientra nel quadro della vasta operazione antiterrorismo del 24 aprile, quando furono arrestati 18 tra pachistani e afgani che facevano parte di una organizzazione criminale transnazionale che operava in buona parte del territorio italiano anche per finanziare le principali organizzazioni terroristiche internazionali

Intanto in Italia sale l'allarme. I servizi di intelligence mettono in guardia il governo, anche se non sono in possesso di "alcun segnale di allarme specifico per il nostro Paese". "Gli attacchi - sottolinea lo stesso premier Matteo Renzi - hanno confermato che c’è una emergenza sicurezza che parte nell'area più calda del Mediterraneo".continua Renzi "Il terrorismo non è fatto solo di attacchi in grande stile - spiega il premier nel corso della conferenza stampa conclusiva del Consiglio Ue - ma anche da parte di piccole cellule e condotto anche da piccoli gruppi che muovono con mezzi non particolarmente ingenti, ma con piccola organizzazione e convinzione molto forte

E, se nel Belpaese l'intelligence è riuscita fermare per tempo l'attacco, lo stesso non è successo in Francia, Tunisia e Kuwait. :

Uomini armati di kalashnikov hanno fatto irruzione in due hotel di Hammam-Sousse, l'Imperial Marhaba (di proprietà, pare - di una deputata) e del Soviva nella zona turistica di Kentaoui, e ha aperto il fuoco sui turisti. Secondo il ministero dell'interno ci sarebbero "almeno 27 vittime" e sei feriti, tra cui ospiti stranieri dei resort e uno dei killer. Secondo il portavoce del ministero dell’Interno di Tunisi, Mohamed Ali Aroui, ci sarebbero tra i morti sette turisti inglesi e tedeschi.

"Era circa mezzogiorno e ho visto a circa 500 metri da me una piccola mongolfiera venire giù e poi subito una sparatoria", ha raccontato una turista di Dublino alla radio pubblica irlandese Rte, "Poi ho visto alcune persone correre verso di me, pensavo fossero fuochi d’artificio. Ho pensato oh mio Dio, sembrano colpi d’arma da fuoco, così sono corsa in mare, ho acchiappato i miei figli e le nostre cose e mentre correvo verso l’hotel i camerieri e il personale gridavano correte! correte! Così siamo corsi verso il nostro bungalow e siamo ancora intrappolati qui dentro.

Nel giorno in cui due persone volevano far esplodere una centrale del gas vicino Lione, ci sarebbe stato un altro attentato con sparatoria in due resort a Susa in Tunisia

La notizia è stata annunciata prima da una radio locale e dalla tv satellitare al-Arabiya - che parla di un "attacco terroristico" a circa 140 chilometri da Tunisi, teatro di un altro attentato il 19 marzo, quando un commando era entrato prima nel parlamento e poi al museo del Bardo - e infine confermata da una fonte della sicurezza..

È stato arrestato dopo una fuga di qualche ora il secondo presunto terrorista, come riferiscono i media locali che hanno anche diffuso le foto dell’uomo, visibile tra due poliziotti."Era un giovane vestito in short, sembrava un turista", dice al Guardian un impiegato dell’Imperial Marhaba Hotel.

Proprio a Susa alla fine di ottobre del 2013, un kamikaze si fece esplodere sulla spiaggia davanti al Rihad Palm, uno degli hotel più famosi della città. Nell’attentato morì solo il kamikaze e nessuno rimase ferito.

Intanto in Francia uno o due uomini sono entrati in un impianto di gas industriale, la Air Products, e poi provocato un'esplosione all'interno della struttura. Secondo gli inquirenti il veicolo aveva l'autorizzazione necessaria per superare i controlli.

È di un morto e due feriti il bilancio definitivo del attentato messo a segno questa mattina a Saint-Quentin-Fallavier nord dell'Isère, sud est della Francia, non lontano da Lione

Poco dopo all’interno del complesso industriale è stato ritrovato un corpo decapitato vicino l’impianto. La testa mozzata, trovata infilzata sulla recinzione dello stabilimento, è ricoperta di scritte in arabo. L'uomo è stato identificato come il proprietario di una società di trasporti di Chassieu, che si trovava nella fabbrica per una consegna.

 

Il ministro dell’interno francese, Bernard Cazeneuve, si sta recando sul luogo dell’attentato, che si trova a 30 km da Lione. Con lui anche il ministro degli Esteri, Laurent Fabius. Sul posto c’è già il prefetto del dipartimento d’Isere. "Lo Stato deve fare ogni sforzo per proteggere i suoi cittadini", ha detto il sindaco di Bordeaux, l'ex premier Alain Juppé.

Intanto il governo francese ha rafforzato la sicurezza in tutti i siti sensibili della regione di Lione, e in particolare nei tre comuni vicini al luogo dell’attentato, Valencie, Romans-sur-Isere e Montelimar dans la Drome. Questo pomeriggio, alle 15.00, una riunione del Consiglio della Difesa. Anche il premier Manuel Valls è tornato in Francia, da una missione a Bogotà.

I dipendenti dell’impianto, in stato di choc, sono stati trasferiti in una palestra in un comune vicino.

Una persona è stata fermata dalla gendarmeria: è sospettato di essere l'autore dell'attentato.

 

Trentacinquenne, era già noto ai servizi anti-terrorismo. Per un periodo - dal 2006 al 2008 - era stato sotto sorveglianza, ma non avrebbe precedenti penali.

Dopo essersi rifiutato di fornire le sue generalità agli uomini delle forze dell'ordine, si è fatto identificare. Si tratta di Yacine Salhi. Secondo le prime informazioni sarebbe sposato e con tre figli, originario di Pontarlier e residente a Saint Priest.

Salhi avrebbe avuto in passato legami con ambienti dell'islam salafita. Nel 2013 e nel 2014 due note dei servizi segnalavano lui e alcuni amici. Nelle loro discussioni frequenti riferimenti al Mali e al jihad.

L'aggressore avrebbe detto di essere un uomo dell’Isis, mostrando un drappo con scritte in arabo. Su questo aspetto non c'è però al momento nessuna certezza. Il ministro dell'Interno Bernard Cazeneuve ha sottolineato che la bandiera deve ancora essere analizzata e tradotta e che altre persone, compreso l'autista dell'auto, sarebbero state fermate.

Gli inquirenti hanno aperto un'inchiesta per terrorismo su quanto successo

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