Ore cruciali per la partita del Quirinale

Ore cruciali per la partita del Quirinale. Matteo Renzi ha annunciato ieri ai deputati e ai senatori che sabato sarà la giornata decisiva per l'elezione del successore di Napolitano. E per arrivare a chiudere la partita da questa mattina sta sondando i gruppi parlametari al Nazareno. Come da prassi in queste occasioni si susseguono indiscrezioni e smentite mentre i partiti forniscono il loro identikit ideale al premier. Così, alle voci di un ok del premier a un nome 'politico', anche dopo che Ncd ha stoppato i tecnici, segue immediata la rettifica del Nazareno.

Sono ancora molti i nomi che girano e ogni giorno le quotazioni del borsino subiscono variazioni: l'ultimo dato in ascesa un ex segretario Dem come Piero Fassino ma resiste anche il trio Prodi-Veltroni-Amato

Le ricostruzioni del pensiero di Matteo Renzi emerse dalle consultazioni -  smentiscono fonti del Nazareno - non corrispondono alla realtà sia sul profilo del prossimo capo dello Stato sia sulla durata della legislatura sia sulle abitudini alimentari del premier. Un riferimento, quest'ultimo, a chi aveva scritto che, a causa del nervosismo di questi giorni, il premier starebbe mangiando prevalentemente frutta.

Il Pd - ha fatto sapere ieri Renzi - farà un solo nome, una proposta secca e niente terne. E il nome, ha fatto sapere il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini, arriverà prima di sabato. Quel giorno, assicura il premier, ci sarà la "votazione decisiva" per eleggere il nuovo presidente.

La minoranza interna chiede a Renzi di fare un nome del Pd: un «politico» che sia «autonomo dal governo». Alcune deputate invocano una donna. E il premier annuisce: «È una anomalia che non ne sia mai stata eletta una. Verificheremo se c'è lo spazio per chiudere». Ma il percorso è pieno di incognite. Tant'è che il segretario ricorda che «anche Carlo Azeglio Ciampi ebbe 180 franchi tiratori e Francesco Cossiga 170». Ma poi ostenta ottimismo: il Pd può riscattare il fallimento del 2013.

E' importante - dice Stefano Fassina - che "il Pd riesca a superare la prova del Quirinale unito ed è sbagliata l'impostazione di cercare un candidato 'contro'. Va cercata la massima condivisione e in questo caso dobbiamo cercare l'interlocuzione con Fi". Bersani era assente all' assemblea dei deputati. E Civati scrive alla segreteria del partito candidando Prodi.

"La figuraccia del 2013 - ha detto - è nel curriculum vitae di tutti. Oggi abbiamo l'occasione di riscatto". In ogni caso, ha sottolineato Renzi di fronte ai senatori, incontrati poco dopo, "non faccio l'elogio del franco tiratore ma - vi stupirò - difendo il diritto di dissenso" sull'elezione del presidente della Repubblica.

Intanto, uno tra i 'quirinabili' più quotati in queste ore, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, sembra in qualche modo chiamarsi fuori sottolineando di avere già un impegno gravoso al ministero.  Alfano ha chiuso all'ipotesi di un 'tecnico'. E, secondo quanto riferiscono i componenti di diverse delegazioni al termine degli incontri al Nazareno, lo stesso Renzi si sarebbe detto d'accordo sulla necessità di indicare per il Quirinale il nome di un politico.

''Sono il ministro dell'Economia ed ho tanto da fare'': così Pier Carlo Padoan alla domanda posta da Sky se si senta lusingato ad essere indicato come possibile successore al Colle. Alla domanda ''voterebbe per se stesso'' replica ''questa e' una domanda che non si fa''. Comunque ''è un grande onore essere considerato per questa carica''.

Nell'incontro con la delegazione del Pd "ci siamo confrontati sui principi di merito per l'individuazione di un profilo alto: noi riteniamo che la figura di un politico sia una garanzia importante in tal senso". Così il ministro Stefania Giannini, al termine dell'incontro. In rappresentanza di Scelta Civica, Centro Democratico e Per l'Italia, c'erano anche Gianluca Susta, Bruno Tabacci, Lorenzo Dellai. A chi lo interpella sui nomi risponde: "Non li abbiamo fatti e non li abbiamo pensati". Domani ci sarà un nuovo incontro.

"In modo molto chiaro abbiamo chiesto che il prossimo presidente della Repubblica sia un politico che abbia militato nelle istituzioni, abbia rapporti internazionali e sia un politico. Non è il momento per un tecnico al Quirinale". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, all'uscita dal Nazareno dopo le consultazioni con il Pd. Alfano ha confermato che il suo partito voterà scheda bianca nelle prime tre votazioni.

"Siamo qui per ascoltare cosa ci dice il messia...". Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, al suo arrivo al Nazareno per l'incontro con Matteo Renzi. Definisce "una vergogna che l'incontro si svolga nella sede di un partito di sinistra". A chi, poi, gli chiede se loro hanno un nome, Salvini risponde così: "li abbiamo i nomi ma sono sfigati perché non sono di sinistra, in Italia se non sei di sinistra non fai il Capo dello Stato".

''I 38 voti della Lega saranno determinanti per l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica'': lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini. ''Non staremo certo a guardare - ha aggiunto, interpellato sulla posizione del Carroccio - la cosa è troppo importante''.

Anche Silvio Berlusconi si prepara ad entrare 'nel vivo' del negoziato per un "nome condiviso" per il Quirinale, con il Patto del Nazareno come punto fermo ma anche con la consapevolezza che, senza i voti di FI e, complice anche il ritrovato asse con i centristi, difficilmente il Pd riuscirà ad eleggere il successore di Giorgio Napolitano al quarto scrutinio. Di certo, un primo punto di caduta nel metodo, tra Pd e FI, sembra esser stato trovato: quello di votare con il Pd scheda bianca (e non Antonio Martino come ipotizzato da FI nei giorni scorsi) ai primi tre scrutini per arrivare al momento chiave nella giornata di sabato.

I Dem voteranno scheda bianca alle prime tre votazioni, ha annunciato Renzi all'assemblea dei deputati alla Camera indicando il metodo per eleggere il Capo dello Stato. Chi non condivide il nome del candidato alla Presidenza della Repubblica, ha aggiunto, "dovrà dirlo apertamente". I nomi dei candidati "non li facciamo perché poi decidano altri", spiega Renzi che sottolinea: L'elezione del nuovo presidente della Repubblica "non è un referendum né sul governo né su di me". "Non si fa il presidente della Repubblica 'contro' nessuno. Neppure contro il Nazareno". Renzi ha anche sottolineato come sia una "anomalia" che al Colle più alto non sia mai salita una donna.

"Vediamo se M5S capirà che questa è l'occasione buona": Renzi rilancia la sfida a Beppe Grillo. E attacca: "Il M5S è arrivato alle massime cariche grazie a noi. Volutamente, perché è giusto. Ma non ha senso che ora ci tocchi sentire che non vogliono varcare l'ingresso della sede del Partito democratico".

A replicare al premier è Roberto Fico: "Non siamo noi che ci siamo tirati indietro ma Renzi che non dà i nomi per votare già dalla prima seduta".

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