Mistero e meraviglia, il miracolo del mondo

È una meraviglia il mondo anche per uno scienziato serio come Albert L. Lehninger autore del fondamentale manuale di biochimica (New York, Worth Publishers Inc., 1970, prima edizione italiana, Zanichelli, 1975) che tratta l’evoluzione in una paginetta e descrive le reazioni chimiche alla base della vita. “Immaginate le reazioni della glicolisi che sono concatenate tra loro, se manca qualcosa, non parte niente. Nell’introduzione del mio libro, ho scritto come mi sia confrontato con un professore dell’università di Parma, Giorgio Dieci, che conviene come certe manifestazioni, come la “cattedrale” enzimatica dell’Atp sintasi, evidenzino delle nanotecnologie che lasciano a bocca aperta”.

E così che Umberto Fasol, biologo e insegnante nelle scuole superiori inizia a raccontare la nascita dell’idea del volume pubblicato da Tau editrice dal titolo: Pensare l’evoluzione. L’eccedenza della vita ovvero l’affabilità del mistero.

«E’ il naturale sviluppo di un altro libro di un anno fa scritto assieme a Yves Gaspar, Un mondo im-probabile. «Fine tuned» (La Bussola, 2022). L’idea era quella di passare dall’Universo alla nascita della vita sulla Terra e su altri pianeti. Così ho deciso di parlare della nascita della vita sulla Terra sottolineando le coincidenze, i requisiti, le caratteristiche che ha la vita più che andare a cercare di confutare la teoria dell’evoluzione, cercando di mettere a fuoco quella che è la natura della vita. Il titolo originario era: “La vita della vita” perché mi interessava mettere in luce cos’è la vita. Poi uno trae le sue conclusioni. Un tentativo di dire qualche cosa sulle caratteristiche della vita della cellula, di un organismo e poi, a partire da questo, provare a dire qualcosa sull’ipotesi delle origini delle forme della vita sul nostro pianeta».

Dimostrare la complessità del vivente e così riflettere su come questo vivente si sia formato.

«Infatti, indagando la natura della vita, ho cercato di divulgare quelle che sono le conoscenze della biologia molecolare di oggi che arrivano anche nei manuali scolastici che, specialmente quelli delle scuole superiori, sono di ottimo livello, quindi, far vedere che adesso la biologia a livello molecolare ha portato in evidenza un mondo sommerso che Darwin non poteva conoscere, che è paragonabile alle nanotecnologie. Come rimaniamo stupiti di fronte a questi microchip sempre più piccoli, a questi robot sempre più capaci e intraprendenti, per non parlare dell’Intelligenza artificiale, è importante far vedere che anche nelle cellule troviamo nanotecnologie al lavoro (ad es.: il ciclo di Krebs). Di fronte ad una complessità del genere ci si rende conto che siamo nel mistero e ognuno tra le sue conclusioni. L’idea alla base del mio libro è quella di mettersi davanti alla bellezza della vita molecolare delle cellule».

Ne suo libro dedica molto spazio alla biochimica. Questo mondo “fine tuned”, ottimizzato, perfezionato al massimo si contrappone alla casualità in modo evidente.

«A suo tempo fui molto colpito dal volume di Michael Behe, La scatola nera di Darwin (Alfa&Omega, 2007). Questo biochimico americano, docente universitario, si sofferma sul fatto che Darwin non fosse, per ovvi motivi, a conoscenza della biochimica di oggi. Se l’avesse conosciuta, probabilmente, sarebbe stato molto più prudente, infatti, si limitava a guardare le somiglianze morfologiche esterne, ma non sapeva nulla delle reazioni che avvengono nella cellula. Questa è la “scatola nera” di Darwin che mette in crisi tutto il sistema. Non è da sottovalutare anche il fatto che ogni reazione chimica è catalizzata da un enzima specifico: se prendiamo un cucchiaino di zucchero e lo lasciamo all’aria, esempio che facevo spesso ai miei studenti, dovrebbe ossidarsi e trasformarsi in nero fumo, anidride carbonica e vapore acqueo, ma questo non succede. Nella cellula grazie agli enzimi della glicolisi il glucosio, in un nanosecondo, diventa energia per la vita. Gli enzimi sono degli intermediari specifici che non partecipano alla reazione, ma sono fondamentali. Credo veramente che la biochimica sia una scienza moderna della vita che affonda alla base tutto il castello dell’evoluzione costruito su analogie di carattere anatomico. Oggi bisognerebbe essere onesti e dire che abbiamo fatto passi in avanti nella conoscenza della vita, riconosciamo a Darwin tanti meriti, però dobbiamo dire che le cose che sappiamo e che lui non conosceva, ci dicono che l’evoluzione per ramificazione è improbabile. Rimane il mistero. La biochimica non viene mai presa in considerazione perché è un terreno ostico».

E la narrazione del mistero?

«Chi comunica e riceve devono essere d’accordo sul linguaggio da usare e i tempi per mettersi in contatto; come è possibile che si siano accordati i nucleotidi del Dna con gli aminoacidi? Qui si apre il mistero. “Il miracolo del mondo”, termine che ho mutuato da Massimo Recalcati, psicanalista, che sottolinea come il bambino, per crescere bene, ha la consapevolezza che il mondo è una cosa meravigliosa, è un miracolo solo per la sua esistenza. Il mistero si apre ovunque si analizzi qualche dettaglio della vita».

Nel sottotitolo si legge: “l’affabilità del mistero”, un mistero comunicativo….

«Comunicativo e sondabile; basta guardare un uomo, una donna, un filo d’erba, il codice genetico, la biochimica cellulare, è un mistero che parla molto, la “teoria del mistero” potrebbe spiegare molte cose accontentandoci di dire che sappiamo di non sapere molte cose. L’esplosione del Cambriano è una di queste. Accontentiamoci di riconoscere che è qualcosa che supera la nostra capacità di capire, ma non per questo la contraddice».

Questo ci lascia la possibilità di continuare a studiare e grazie anche al libro di Umberto Fasol, entrare nel mondo della biologia, dalla cellula e le sue capacità tecnologiche, dal Dna alla clorofilla, dai fiori fino all’uomo, in un percorso, attraverso capitoli brevi e leggibili autonomamente, di stupore e continua meraviglia.

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