Protesta degli agricoltori: la marcia dei trattori invade strade e autostrade

I produttori di 'Riscatto agricolo' sfileranno con i trattori in Lombardia, Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna. Il ministro Lollobrigida: "Siamo dalla vostra parte, ma no alle violenze"

In Francia prosegue la protesta degli agricoltori con il blocco delle vie strategiche intorno a Parigi e manifestazioni in altre parti del Paese; a Laval (nel dipartimento della Mayenne) sono stati scaricati migliaia di pneumatici davanti ai centri finanziari pubblici della città. A partire dalle 8 del mattino di martedì 30 gennaio, inoltre, sono stati innalzati muri simbolici, con lo slogan: "Per murare i servizi pubblici". I manifestanti erano un centinaio, secondo la polizia, con una cinquantina di trattori. Altra dura protesta in autostrada: agricoltori e apicoltori hanno bloccato il casello di Saint-Quentin-Fallavier (Isère) sulla A-43, una trentina di chilometri a Est di Lione.

Agli agricoltori che stanno manifestando anche in altri Paesi, Italia compresa, contro le politiche di settore dell'Unione europea, si sono aggiunti gli apicoltori che denunciano, tra le altre cose, il forte ricorso alle importazioni abusive dall'estero, come l'uso eccessivo di miele sintetico cinese.

In Francia si attendono le "nuove misure" del governo, altrimenti, dicono gli agricoltori, la protesta andrà avanti a oltranza, bloccando il Paese. Produttori e allevatori italiani si stanno muovendo dal basso senza bandiere, pronti a far crescere la protesta. Lo dicono da giorni, tanto che oggi si prevede un'altra grande mobilitazione, organizzata da un movimento, guidato soprattutto da giovani, autodefinitosi Riscatto agricolo. Mentre ogni giorno si accendono focolai un po' ovunque con trattori vicino ai caselli delle autostrade, come è accaduto anche ieri a Orte, nel viterbese sulla A1, dove i contadini hanno tentato un nuovo blitz dopo il blocco di sabato. Si scaldano, poi, i motori dei trattori in vista di mercoledì, in apertura di Fieragricola a Verona, dove un grande assembramento vorrebbe guastare la festa a chi vi si recherà per affari.

Gli agricoltori francesi protestano soprattutto contro l'inflazione e l'aumento dei costi dell'energia, contestano redditi bassi e denunciano eccessivi oneri amministrativi e burocratici. Molti si oppongono alle conseguenze dirette e indirette del Green Deal europeo, una serie di misure promosse dall'Unione Europea per rendere più sostenibili e meno dannosi per l'ambiente la produzione di energia e lo stile di vita di cittadine e cittadini.

Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida ha espresso, intanto, solidarietà alla Coldiretti a fronte della rabbia di alcuni che hanno bruciato le caratteristiche bandiere gialle dell'organizzazione agricola in segno di protesta. "Considero sbagliato e ingiustificato ogni atto di violenza, compreso bruciare le bandiere delle associazioni agricole come accaduto a Viterbo" anche se, ha rimarcato, "rimaniamo convintamente al fianco degli agricoltori, di chi intende lavorare per avere il giusto reddito e creare ricchezza per sé e la Nazione. Pronti al massimo impegno in Italia come in Europa".

Una posizione quella di Lollobrigida a cui dà man forte una nota informativa a cura dell'ufficio studi di FdI, dedicata proprio alla mobilitazione degli agricoltori contro il caro carburante e, soprattutto, contro il nuovo 'Green Deal' europeo. La protesta, si legge nel documento di cui l'agenzia di stampa Adnkronos ha preso visione, "ha assunto diverse sfumature a seconda dei Paesi". Ma mentre in Germania e Francia queste manifestazioni "si sono trasformate in mobilitazioni anti-governative, appoggiate dai partiti nazionalisti (Afd in Germania, Rassemblement National in Francia)", in Italia "questa componente è pressoché assente", osserva FdI, anche perché "il governo italiano è stato sin dall'inizio particolarmente sensibile alle rivendicazioni del comparto, schierandosi contro l'approccio ideologico alla transizione verde".

La miccia della protesta si è innescata ormai anche in Italia, come era prevedibile. Del resto, il contagio viaggia a ritmo veloce, anche sui social. E se in Francia gli 'agriculteurs', marciano dritti alla volta di Parigi e quelli belgi minacciano di assediare Bruxelles (cuore pulsante delle politiche europee), mentre i colleghi tedeschi continuano a manifestare ed oggi hanno bloccato il traffico nella zona di Amburgo, i nostri agricoltori, animati da altrettanto spirito corporativistico, sembrano non essere da meno. Pur di difendere le loro terre da una politica europea, a loro dire, da una parte troppo restrittiva per le regole ambientali del Green Deal e, dall'altra parte, troppo permissiva con le aperture alla carne coltivata.

I prezzi bassi, dovuti alla concorrenza di produzioni estere, stanno mettendo in ginocchio i redditi dei coltivatori e degli allevatori oberati da alti costi di produzione e tasse come Irpef e Imu. "Chiediamo con forza che venga corrisposto il giusto valore dei nostri prodotti. Vogliamo un'agricoltura italiana rispettata, capita, valorizzata" si legge in una sorta di manifesto del coordinamento nazionale. "Oggi la maggior parte dei frutti del nostro lavoro è sottopagato, i ricavi sono abbondantemente inferiori ai costi di produzione e questo, purtroppo, perdura da decenni: non vogliamo contributi, chiediamo solo dignità del giusto prezzo" sostengono gli agricoltori che ribadiscono di essere "i custodi della natura, non soggetti che inquinano". Tra i vari punti, messi in evidenza dai contadini 'ribelli', eliminare l'obbligo di non coltivare il 4% dei terreni e ogni forma di contributo, volta a disincentivare la coltivazione, regolamenti stringenti che contrastino l'ingresso sul mercato di cibi sintetici e il mantenimento anche dopo il 2026 del sistema che tiene calmierati i costi del gasolio agricolo.

Oggi in particolare, i trattori sfileranno in diverse regioni: Lombardia, Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna con presidi a Brescia, Bergamo, Alto lago di Como-Valtellina, Mantova, Melegnano, Voghera, Navacchio nel pisano, Val di Chiana a Orvieto e ancora in prossimità del casello di Orte della A1, nella Valle del Salto, e ancora e a Olbia, Cagliari, Oristano Porto. E forse proprio in Sardegna, una regione a forte vocazione agricola, la protesta farà sentire più forte la sua voce, mentre si avvicina lo spettro di una 'invasione' a Roma. I coltivatori che si radunano in sedicenti comitati, per lo più a livello provinciale, si sono imposti di marciare solo con il tricolore e dove possono raggiungere le sedi delle prefetture con sit-in fino ad oggi ordinati

I motivi delle proteste

La mobilitazione, già iniziata nei giorni scorsi, prende di mira le politiche agricole dell'Unione europea. Tra le richieste: "Sussidi, prezzi all'ingrosso da rivedere, no alla carne sintetica, no alle cavallette come cibo, no agli impianti fotovoltaici sui terreni produttivi".

Ci sono coltivatori di grano e mais, che ce l'hanno con le nuove regole comunitarie: da quest'anno scatta l'obbligo di tenere incolto il 4% dei terreni seminati sopra i 10 ettari. Ma anche la questione dei prezzi. In commissione Agricoltura alla Camera c'è un progetto di legge che modifica il decreto legislativo del 2021 contro le pratiche sleali: introdotto un costo di produzione di cui deve tenere conto il prezzo di vendita. "Il problema- denunciano i manifestanti - è che ancora non si è visto niente". A loro arrivano spiccioli, mentre il consumatore paga salato. Poi le altre questioni in ballo: la cosiddetta carne sintetica e i cibi a base cellulare (su cui l'Italia con Francia, Austria e altri 9 paesi ha chiesto una moratoria di 12 mesi all'Unione), le farine di insetti, l'aumento vertiginosi dei costi dei mutui, il costo dei carburanti, e le tasse: la legge di bilancio reintroduce l'Irpef agricola.

Fonte Adnkronos / Rai e altre agenzie  



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