Miracolo a Milano. Qualcuno ha sentito parlare la marijuana e lanciare questo messaggio: “Io non sono una droga”. Allora cominciamo con la classica explicatio terminorum: a. la marijuana è una sostanza psicoattiva che si ottiene dalle inflorescenze essiccate della cannabis indica; b. una sostanza psicoattiva è quella sostanza che è in grado di modificare lo stato psico-fisico di una persona; c. droga è una sostanza che provoca un temporaneo cambiamento psicofisico di chi ne fa uso; d. quando la usi la senti parlare. Marijuana è, quindi, una droga. Nel mondo anglosassone non c’è divisione terminologica tra farmaco e droga, entrambe si traducono col lemma drug e per i fautori della marijuana “terapeutica” se traduciamo in inglese le parole pronunciate a Milano: “I’m not a drug”, si rischia di smontare il castello della cannabis che deve essere prodotta massicciamente per “curare” tanti malati sempre più bisognosi. La cannabis rientra tra le droghe con effetti allucinogeni e Milano ci sta dando la prova di questo: l’erba parla! Ma la svolta epocale che si sta preparando al prossimo International Cannabis Expo di Milano è quella lanciata con lo slogan, col passaggio della cannabis da droga “leggera” a “non-droga” quando, invece, nelle ultime due edizioni della kermesse il titolo era European Psychedelic Hemp Fest. Spudoratamente adesso la kermesse milanese fa sparire tutto e rimane solo che non è una droga. Forse un po’ troppo, oppure gli organizzatori smerceranno cannabis senza principi attivi, senza effetti, o sperano che, dicendo che non è una droga, possano spianare la strada alla legalizzazione? Il mondo, invece, sembra accorgersi degli effetti preoccupanti dell’uso della cannabis. Dagli Stati Uniti, che sono un laboratorio a cielo aperto e che da anni ne sperimenta l’uso libero, arrivano ricerche che ne provano la pericolosità specialmente per gli adolescenti. Ovviamente la pericolosità per gli adolescenti può essere aggirata solamente dalla frase: “Io non sono una droga”. E allora via libera per tutti con buona pace della letteratura internazionale che da anni si spende per mostrare i danni diretti e indiretti sul sistema nervoso centrale tanto lanciare un grido di allarme, un appello a fare marcia indietro prima che sia troppo tardi. E proprio nell’interesse dei più giovani. Per non parlare poi del tema cannabis e gravidanza che sta diventando molto grave, e parliamo sempre degli Stati Uniti, ovviamente. E anche sull’uso alimentare arrivano i primi segnali di pericolo, sempre dagli States, gli Annals of Internal Medicine (aprile 2019) lanciano l’allarme sulla pericolosità (psicosi, intossicazione, disturbi cardiovascolari) per effetto di accumulo e perché si tende ad esagerare dato che l’effetto atteso tende a ritardare. La storia ci insegna che mode e problemi arrivano presto anche da noi.