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Giarratana - Anche il vesovo e il prefetto in visita al presepe vivente

Giarratana 2015 il sindaco, il prefetto e il vescovo

Oltre centoventi figuranti. Una cura maniacale per i dettagli. Una ricostruzione storica perfetta sotto tutti i punti di vista. Un sito paesaggisticamente affascinante che, non a caso, viene definito “museo a cielo aperto”. E’ una cornice suggestiva quella che fa da sfondo alla rappresentazione del presepe vivente di Giarratana che è andato in scena sabato e domenica scorsi per la prima volta in questa stagione. Un esordio convincente, premiato da un grande afflusso di pubblico, oltre quattromilacinquecento le presenze che hanno sciamato tra le vie dell’antico quartiere del Cuozzu. Parecchia la curiosità da parte dei visitatori di ammirare il miglior presepe d’Italia, riconoscimento attribuito dall’opera internazionale “Praesepium historiae ars populi”. E, non a caso, nella serata inaugurale, come visitatori d’eccezione, ci sono stati il vescovo di Ragusa, mons. Carmelo Cuttitta, con il prefetto, Annunziato Vardè. A fare gli onori di casa il sindaco di Giarratana, Bartolo Giaquinta. “E’ stato per noi un grande onore – afferma il primo cittadino – avere potuto fare visitare ai massimi rappresentanti istituzionali e religiosi della nostra provincia il lavoro portato avanti con grande dedizione e impegno da tutta la nostra comunità cittadina, in primo piano l’associazione “Amici ro Cuozzu”. E’ stato davvero un bel momento perché sia il vescovo sia il prefetto hanno apprezzato parecchio l’allestimento”. Il presepe vivente di Giarratana sarà replicato sabato 2 gennaio, domenica 3 gennaio e mercoledì 6 gennaio. Il raduno in piazza Municipio, a partire dalle 17,30. Notevole, nel corso delle prime due serate, l’afflusso di gente che, calate le ombre della sera, si è riversata in massa nello spazio antistante il palazzo di Città. I visitatori si sono inerpicati nella parte alta del centro montano, l’antico quartiere di Giarratana, per vivere da vicino un’esperienza irripetibile, tuffandosi nel passato. Con le fiaccole a delimitare il percorso, il “Cuozzu”, grazie alle antiche casette disseminate ovunque, si è rivelato un vero e proprio scrigno di sorprese per chi ha cercato di scoprire che cosa significava, un tempo, fare parte integrante di una comunità. E così la ricostruzione degli antichi mestieri è stata curata sotto tutti i punti di vista. E’ stato possibile ammirare il fabbro, il falegname, il contadino, ma anche chi prepara la pasta, chi seleziona il grano e chi realizza i cesti con le liane. Ma anche i venditori di frutta e chi ha deciso di dedicare una parte della propria giornata al ferro da stiro e al cucito. Una ricostruzione attenta, sapientemente dosata, la cui qualità è notevolmente migliorata rispetto agli ultimi tre anni, da quando cioè l’associazione culturale “Gli Amici ro Cuozzu” si occupa di allestire il presepe, in grado di suscitare l’attenzione di numerosi visitatori. Che raggiunge il massimo livello sulla sommità del “Cuozzu” dove, nei ruderi dell’antico castello, è stata ricavata la grotta della Natività.

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