«Il governo Crocetta si sta muovendo sulla stessa scia del Governo Letta: grandissimi proclami, tante dichiarazioni di intenti ma di fatto assistiamo a un continuo rinvio delle cose urgenti e così a pagarne le conseguenze sono sempre e solo i cittadini»: con questa amara constatazione il segretario nazionale della UIL FPL, Giovanni Torluccio, ha aperto questa mattina a Catania i lavori della direzione regionale della categoria sindacale. Un’occasione quella odierna per affrontare diverse problematiche che ancora una volta evidenziano come in Sicilia ci sia tanto da fare ma come purtroppo viene fatto poco o niente. Torluccio cita alcuni esempi emblematici: «nella Regione Sicilia non si vede nessun impegno di risorse per il rilancio dell’occupazione; per i giovani non si sta facendo nulla; si sprecano i fondi europei e dunque non si da la possibilità di far crescere la Regione. Se poi veniamo ai proclami, spesso vuoti, non possiamo non citare l’abolizione delle province: essa è stata annunciata, gli enti sono stati commissariati ma di fatto il Governatore Crocetta non ha chiarito come verrà gestito il territorio né tantomeno il personale: su questo fronte non ci sarà nessun risparmio perché i contratti dei regionali sono molto più costosi di quelli provinciali e dunque assisteremo a un altro spreco di denaro pubblico».
E a proposito di lavoratori, c’è la delicata situazione dei precari: se a livello nazionale il ministro della funzione pubblica ha presentato un decreto per cui i precari sono salvi fino al 31 dicembre 2013, in Sicilia la situazione si complica. «Il ministro D’Alia – afferma Torluccio - sta lavorando affinché anche in Sicilia si risolva il problema e speriamo di sanare anche qui la situazione, anche se comunque non si potrà ottenere un risultato pari a quello nazionale. Se infatti nel resto d’Italia abbiamo sanato una condizione delicata in questa fase transitoria, in Sicilia il cammino diventa più tortuoso.
Certo c’è da dire – fa notare il segretario nazionale della UIL FPL – che anche a livello nazionale non sappiamo quanto accadrà a partire dall’1 gennaio 2014 però abbiamo già chiesto un incontro con il ministro alla funzione pubblica per poter decidere il da farsi per regolamentare questo complicato settore lavorativo ma soprattutto per far recuperare a questi lavoratori un po’ di fiducia e speranza per il loro futuro».
Torluccio guarda poi alla situazione della città di Catania e analizza innanzitutto la collaborazione che si sta instaurando tra amministrazione comunale e governo regionale: il segretario nazionale afferma che «questo rapporto può essere importante ma bisogna coinvolgere il territorio per farlo progredire e non basarsi solo su accordi politici. Ed è per questo che si chiede: si tratta di alleanze politiche o di accordi strutturali per la crescita?».
Infine uno sguardo viene lanciato al comparto sanitario e alle difficoltà che vive l’ospedale Vittorio Emanuele, così come ha evidenziato anche il segretario provinciale Stefano Passarello da sempre detrattore dell’accorpamento tra il nosocomio e il Policlinico. «Questa vicenda – dice Torluccio – evidenzia ancora una volta come innanzitutto i sacrifici vengano fatti solo dai pazienti e dai lavoratori mentre strutturalmente non viene fatto molto. Il caso dell’accorpamento del Vittorio Emanuele con il Policlinico ha unito due mondi opposti che andrebbero gestiti diversamente. Ci può essere un momento di incontro, magari attraverso dei protocolli per la gestione di alcuni riparti specialistici per la formazione professionale, ma questo – continua Torluccio - non deve significare un impoverimento dell’offerta sanitaria dell’ospedale Vittorio Emanuele. Anche perché si corre il rischio che l’ospedale San Marco nasca come struttura vuota, senza appeal per quanto riguarda il personale perché il crescente depauperamento dell’ospedale Vittorio Emanuele porterà ad avere poche professionalità nel nascente San Marco. Questo, invece, dovrebbe diventare un polo di eccellenza e di attrazione per l’intero mediterraneo. Ma per adesso non ci sono previsioni per l’incremento del personale».
Sulla stessa lunghezza d’onda si è posto il segretario regionale della UIL FPL Enzo Tango che, insieme al segretario provinciale Stefano Passarello, evidenzia come «senza interventi correttivi molti reparti ospedalieri sono destinati alla chiusura e alcune prestazioni sanitarie territoriali rischiano di essere interrotte»