Un Consiglio europeo straordinario per tempi straordinari. Raramente come questa volta al Palazzo Justus Lipsius si è avvertita la tensione della riunione dei capi di Stato o di Governo dell'Unione europea. e perché tutto questo ?
Secondo Von der Leyen, l’articolo 122 è giustificato da una presunta “emergenza esistenziale” per l’Europa – evocata anche dal presidente francese Macron nel suo discorso alla nazione – legata alle minacce alla sicurezza e al conflitto in Ucraina. La minaccia è rappresentata dalla Russia, che sarebbe pronta a invadere l’Europa, una tesi ripetuta a pappagallo dagli zelanti adulatori dell’establishment bellicista, dai vari “no-pax“, ma che rimane priva di reale fondamento.
Così devono parlare di difesa. Difesa dell'Europa e dell'Ucraina. Che sono interconnesse, così come i loro destini. Lo faranno con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e solo con lui. Non ci saranno altri ospiti questa volta. Venerdì il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, con la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e l'Alta rappresentante Kaja Kallas, faranno un 'debriefing' ai leader extra-Ue che negli ultimi giorni sono diventati partner fondamentali nella partita, Regno Unito, Norvegia e Turchia in primis.
Tenere ancorati Stati Uniti e Unione europea sul dossier ucraino e sulle sfide globali, provando nello stesso tempo a ricompattare una maggioranza dove sul tema della difesa europea si registrano posizioni diverse. Secondo le agenzie di stampa Italiane non è certo dei più semplici, il compito che spetta nelle prossime settimane alla premier Giorgia Meloni, attesa oggi a Bruxelles per il Consiglio europeo straordinario che dovrà discutere del sostegno all'Ucraina e della difesa Ue. Il summit dei leader arriva dopo l'annuncio della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, del piano "ReArm Europe" che potrebbe mobilitare fino a 800 miliardi di euro per la difesa, sia per rispondere all'urgenza immediata di sostenere Kiev, sia "per affrontare la necessità a lungo termine di assumersi una responsabilità molto maggiore per la sicurezza europea" in vista di un eventuale disimpegno americano, ha spiegato il capo dell'esecutivo Ue illustrando i dettagli del piano.
La linea che il governo italiano dovrebbe portare a Bruxelles secondo le agenzie di stampa Italiane : "Siamo d'accordo sul non rendere obbligatorio il ricorso ai fondi della coesione: noi vogliamo usare quei soldi solo per il loro scopo, la coesione territoriale. Ma bisogna capire com'è il resto di questo 'menu'...". Bene l'allocazione di 650 miliardi e poi di ulteriori 150 "ma non è che uno può andarsi a indebitare fino al collo. Bisogna capire come saranno finalizzati questi soldi", mettono in guardia le stesse fonti. In linea di principio, "la reazione della Ue" di fronte alle nuove sfide viene giudicata apprezzabile dall'Italia: "L'Europa deve fare dei passi avanti sul tema della difesa. Sul piano politico, il progetto von der Leyen è condivisibile, ma è necessario approfondire gli aspetti tecnici per comprenderne l'effettiva realizzazione: vogliamo valutare gli impatti e il percorso da seguire per raggiungere gli obiettivi prefissati", rimarca chi sta seguendo da vicino i temi che oggi saranno sul tavolo dei leader Ue.
Intanto sperano di portare buone notizie. Se non altro un messaggio di unità. Sull'Ucraina e sulla difesa. Nessun dibattito politico. Parlamento scavalcato, umiliato,scrive "inside over" messo da parte nel nome dell’emergenza perpetua, quella che consente a questo establishment politico screditato e delegittimato di governare, di mantenere il potere. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, sembra determinata a ignorare il già discutibile processo democratico dell’Unione Europea con il suo ambizioso piano ReArm Europe da 800 miliardi di euro. A confermarlo, come riportato da vari media, tra cui l’Ansa e l’Atlantic Council, la stessa Von der Leyen durante la conferenza dei capigruppo dell'Euro camera, annunciando l’intenzione di utilizzare l’articolo 122 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) per aggirare il voto del Parlamento Europeo
Questo strumento, continua, inside over, pensato per emergenze eccezionali, le permetterebbe di imporre un pacchetto da 800 miliardi di euro per il riarmo europeo senza alcun dibattito. Ma è possibile chiedere ai 27 Paesi europei di indebitarsi per i prossimi anni – aumentando il debito pubblico – senza uno straccio di dibattito in un Parlamento già svuotato di reali poteri? Che democrazia è mai questa? E quale sarebbe l’emergenza, dato che si tratta di un progetto da qui ai prossimi anni?
I ventisette sostanzialmente devono concordare la propria posizione sull'Ucraina e sulle eventuali garanzie di sicurezza che possono fornire per accompagnare l'accordo di pace anche per venire incontro alle richieste degli Stati Uniti. "Qualsiasi soluzione per l'Ucraina non potrà prescindere dal coinvolgimento di Washington. È irrealistico pensare che l'Europa possa agire da sola, sia a livello militare che diplomatico", mette in chiaro una fonte diplomatica europea. Detto questo, nessuno nega che l'Unione europea debba aumentare la propria difesa anche per soddisfare almeno in parte le pretese del presidente americano, Donald Trump.
Però Bypassare il voto parlamentare,scrive inside over,non è solo una scorciatoia procedurale; è un’umiliazione deliberata di un’istituzione che, pur con i suoi (mille) difetti, rappresenta un contrappeso alla Commissione europea stessa. Secondo Von der Leyen, l’articolo 122 è giustificato da una presunta “emergenza esistenziale” per l’Europa – evocata anche dal presidente francese Macron nel suo discorso alla nazione – legata alle minacce alla sicurezza e al conflitto in Ucraina. In buona sostanza, la minaccia è rappresentata dalla Russia, che sarebbe pronta a invadere l’Europa, una tesi ripetuta a pappagallo dagli zelanti adulatori dell’establishment bellicista, dai vari “no-pax“, ma che rimane priva di reale fondamento.
"Oggi scopriamo che dobbiamo riarmarci perché c'è la minaccia di Putin. Io penso, a proposito del piano di von der Leyen, che bisogna distinguere due cose: gli aiuti all'Ucraina se gli Usa non lo fanno più, e un piano di investimenti militari che abbia un senso e non fatto in fretta e furia e senza una logica". Lo ha detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti in collegamento con il convegno annuale del dipartimento economia della Lega in corso nell'aula dei gruppi parlamentari alla Camera. "Per comprare un drone o un missile supersonico, un tank, non si va al supermercato, servono investimenti pluriennali", conclude Giorgetti.
il governatore del Veneto, Luca Zaia: "Riarmo dell'Europa? Lo chiedete a un obiettore di coscienza. Io penso che le guerre hanno un inizio e una fine e sono sessanta i focolai di guerra nel mondo. E tra i più importanti c'è l'Ucraina e il Medio Oriente. La durata tra l'inizio e la fine di un conflitto è direttamente proporzionale all'azione della diplomazia. Ora deve scendere in campo la diplomazia, non possiamo pensare che con armamenti e con armi si possa chiudere una guerra. Le guerre si chiudono tutte con un armistizio".
fonte varie agenzie