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Sabato, 22 Marzo 2025

Trump chiude la base USA di Alessandropoli

Secondo quanto riportato dal quotidiano greco Dimokratia, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump avrebbe ordinato la chiusura della base militare statunitense di Alessandropoli, in Grecia. Una decisione che rappresenta un cambio di rotta nella strategia militare americana nella regione e che ha già suscitato preoccupazioni tra i funzionari greci e alleati NATO.

La base di Alessandropoli ha ricoperto un ruolo chiave come snodo logistico per le operazioni USA e NATO nell’Europa sud-orientale, soprattutto nell’ottica del supporto all’Ucraina. La sua presenza è stata anche motivo di tensione con la Turchia, che da tempo si oppone alle attività militari statunitensi nella zona.

La chiusura della base potrebbe avere ripercussioni significative sugli equilibri geopolitici della regione, riducendo la proiezione militare americana nei Balcani e nel Mar Nero. Alcuni analisti interpretano la mossa come un segnale indiretto a Mosca, suggerendo un possibile disimpegno degli Stati Uniti dalle dinamiche di sicurezza dell’area, proprio mentre si discute un accordo di pace per l’Ucraina.

Questa decisione solleva interrogativi sulla tenuta del fronte occidentale e sul ruolo che Washington intende assumere in futuro nel Mediterraneo orientale.

La base navale di Alessandropoli, costruita di recente, rappresentava un tassello fondamentale nel rafforzamento del fronte sud-est della NATO. La sua realizzazione era stata possibile grazie al processo di privatizzazione dei porti greci avviato nel 2021, con un significativo investimento infrastrutturale, tra cui la costruzione di un molo capace di accogliere un cacciatorpediniere di classe Burke.

La posizione della base la rendeva strategica per le operazioni di rifornimento delle forze NATO nell’Europa sud-orientale, consentendo un rapido invio di mezzi e risorse verso la Bulgaria, la Romania e, potenzialmente, la Moldova e l’Ucraina. Il porto di Alessandropoli, grazie alla sua vicinanza ai Balcani e al Mar Nero, permetteva un dispiegamento più efficiente delle forze alleate, riducendo la dipendenza dai Dardanelli e dai porti della Turchia.

La base ospitava un contingente di circa 300-400 militari statunitensi, per i quali erano in costruzione alloggi e infrastrutture dedicate finanziate in parte anche dalla Grecia. L’ordine di chiusura, dunque, non solo ridimensiona la presenza militare americana nella regione, ma lascia anche il governo greco con un investimento infrastrutturale il cui futuro è ora incerto.

La decisione di Trump di chiudere la base si inserisce in un cambio di strategia degli Stati Uniti nella regione, che potrebbe avere implicazioni dirette sulla postura della NATO nel fianco sud-est e nei rapporti con Mosca.

La Base, a soli 40 km dal confine fra Grecia e Turchia, non era stata molto gradita da Ankara, che la teneva sotto stretto controllo, ma era anche funzionale al rafforzamento della NATO in quell’area. La notizia della sua chiusura è anche un indice di un cambiamento strategico nella posizione degli USA nell’Europa orientale.

 

Fonti Ellenici 

 

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