Mario Draghi ha lanciato un appello forte e chiaro: l'Unione Europea ha bisogno di un cambiamento radicale, urgente e concreto. "Ne va dell'esistenza stessa dell'Ue", ha dichiarato l'ex presidente del Consiglio italiano durante la presentazione del suo Rapporto sul Futuro della competitività europea. Il contesto attuale, ha sottolineato Draghi, è particolarmente delicato, con sfide che non si vedevano dai tempi della Guerra fredda: "Per la prima volta dobbiamo temere per la nostra autoconservazione".
Draghi ha espresso preoccupazione per la tendenza alla procrastinazione politica che, secondo lui, ha solo rallentato la crescita e minato la costruzione di consenso: "Dobbiamo abbandonare l'illusione che rimandare le decisioni possa preservare il consenso. La realtà è che senza un'azione rapida e decisa, il nostro benessere, il nostro ambiente e la nostra libertà saranno a rischio". Le sue parole invitano a riflettere sull'urgenza di una strategia comune e concertata per garantire un futuro stabile all'Unione.
Per Draghi, la chiave del successo risiede in un dialogo trasparente e in una pianificazione condivisa: "Dobbiamo partire da una valutazione comune della nostra posizione, degli obiettivi prioritari, dei rischi da evitare e dei compromessi necessari". Inoltre, ha sottolineato l'importanza di un coinvolgimento democratico, affinché le riforme possano godere di un ampio sostegno: "Le nostre istituzioni democratiche devono essere centrali in questi dibattiti. Solo così le riforme potranno essere ambiziose e sostenibili".
Un tema centrale del rapporto è la necessità di maggiori investimenti, fondamentali per sostenere la competitività dell'Europa e raggiungere gli ambiziosi obiettivi posti dall'UE. Draghi ha evidenziato la discrepanza tra i risparmi privati e la debolezza degli investimenti produttivi: "Le esigenze di finanziamento per l'UE sono enormi, con una necessità di investimenti aggiuntivi annui tra i 750 e gli 800 miliardi di euro, pari al 4,4-4,7% del Pil dell'UE". Ha inoltre ricordato come, a titolo di paragone, il Piano Marshall, che contribuì alla ricostruzione dell'Europa dopo la Seconda guerra mondiale, rappresentasse solo l'1-2% del Pil.
Sul fronte ambientale, Draghi ha chiarito che la decarbonizzazione potrebbe rappresentare una grande opportunità per l'Europa, ma solo se accompagnata da un piano coerente: "Se non riusciamo a coordinare le nostre politiche, la decarbonizzazione potrebbe diventare un ostacolo per la competitività e la crescita". Ha sottolineato che, nel medio termine, la transizione verso fonti di energia pulita offrirà vantaggi significativi, ma ha avvertito che i combustibili fossili continueranno a influenzare i prezzi energetici ancora per molti anni. Draghi ha concluso sottolineando la necessità di trasferire i benefici della decarbonizzazione agli utenti finali per evitare che i prezzi dell'energia frenino ulteriormente la crescita economica.
Il messaggio di Draghi è chiaro: l'Europa deve agire ora, con determinazione e una visione condivisa, per proteggere il suo futuro, la sua competitività e la sua stabilità a lungo termine.
Fonte varie agenzie