Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Venerdì, 13 Dicembre 2024

Biden e alleati: Israele si difenda ma protegga i civili

Oggi il Presidente Joseph R. Biden, il Primo Ministro canadese Justin Trudeau, il Presidente francese Emmanuel Macron, il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana Giorgia Meloni e il Primo Ministro britannico Rishi Sunak hanno discusso del conflitto in corso tra Israele e l'organizzazione terroristica Hamas. I Capi di Stato e di Governo hanno ribadito il loro sostegno a Israele e il diritto di quest'ultimo di difendersi dal terrorismo, e hanno invocato il rispetto del diritto internazionale umanitario, ivi compresa la protezione dei civili. Hanno accolto con favore la liberazione di due ostaggi e hanno richiesto l'immediato rilascio di tutti gli altri ostaggi. Si sono altresì impegnati ad uno stretto coordinamento per sostenere i loro cittadini presenti nella regione, in particolare quelli desiderosi di lasciare Gaza.
 
I Capi di Stato e di Governo hanno accolto con favore l’annuncio dei primi convogli umanitari che hanno raggiunto i palestinesi bisognosi di soccorsi a Gaza e hanno espresso il loro impegno a continuare a coordinarsi con i partner della regione per garantire un accesso duraturo e sicuro a cibo, acqua, cure mediche e altra assistenza necessaria per soddisfare le esigenze umanitarie.
I Capi di Stato e di Governo si sono impegnati a continuare uno stretto coordinamento diplomatico, anche con i partner chiave della regione, per prevenire l'estendersi del conflitto, preservare la stabilità in Medio Oriente e lavorare verso una soluzione politica e una pace duratura

La Cina considera la situazione nella Striscia di Gaza con "grande preoccupazione" e la descrive come "molto seria", e ha notato un crescente rischio di conflitto su larga scala, nonché della sua espansione ai Paesi vicini.

L'inviato speciale cinese in Medio Oriente, Zhai Jun, in visita nella regione, ha avvertito che gli effetti dell'escalation del conflitto a Gaza si stanno diffondendo a livello regionale e internazionale, soprattutto lungo i confini tra Israele e Libano, nonché con la Siria: una situazione che sta generando un panorama preoccupante, ha riferito la televisione di Stato del colosso asiatico CCTV.

L'inviato speciale cinese ha espresso l'impegno della Cina a fare "tutto il necessario" per promuovere il dialogo, raggiungere un cessate il fuoco e ripristinare la pace nella regione, sottolineando l'importanza di procedere verso una soluzione a due Stati e una risoluzione giusta e duratura dei conflitti.

Zhai ha inoltre annunciato la volontà di mantenere una stretta comunicazione con la comunità internazionale, compresi i Paesi arabi, e l'intenzione di visitare gli Emirati Arabi Uniti, l'Arabia Saudita, la Giordania e altri Paesi della regione al fine di rafforzare il coordinamento regionale per porre fine alla crisi.

Intanto dopo l'ingresso di un secondo convoglio di camion nella Striscia di Gaza, la Casa Bianca ha promesso un "flusso continuo" di aiuti umanitari. Ma intanto Israele, che continua a preparare l'operazione di terra, ha continuato a bombardare l'enclave assediata fino alle prime ore dell'alba.

L'esercito israeliano, che si prepara dall'inizio del conflitto a lanciare un'offensiva per "annientare" Hamas, domenica ha intensificato i suoi attacchi contro la Striscia e le postazioni di Hezbollah in Libano. Secondo un portavoce sono stati uccisi "decine" di miliziani e colpite 320 postazioni di Hamas e Jihad Islamica.

Il ministero della Sanità di Hamas sostiene che ci sono state vittime civili a Deir Al-Balah, Khan Younis e Rafah. Secondo al-Jazira, è stata "la più sanguinosa" notte di bombardamenti dal sanguinoso attacco di Hamas il 7 ottobre: i caccia israeliani hanno intensificato il livello e la portata dei raid, prendendo di mira diverse.

Uno degli attacchi è avvenuto nel campo profughi di Jabalia, un'area densamente popolata dove vivono piu' di 120 mila palestinesi. Bombardate anche le vicinanze degli ospedali di Al Shifa e Al Quds. Un bagno di sangue: secondo l'agenzia di stampa palestinese Wafa, sono stati almeno 400 i morti nelle ultime 24 ore, con attacchi alle case dei civili senza alcun preavviso.

Mentre Israele continua a preparare, e rinviare, l'operazione di terra, la regione è in fermento. Gli Stati Uniti hanno aumentato la loro presenza militare in Medio Oriente (ora è la più consistente da quando formo' la coalizione per combattere l'Isis nel 2014).

Anche l'Iran sta attivando le sue milizie mentre Hezbollah continua a infastidire Israele al confine libanese. E cresce dunque il timore di un conflitto regionale. Il regime a Teheran, alleato di Hamas e Hezbollah, ha avvertito Washington e Israele che la situazione potrebbe andare fuori controllo se non "metteranno immediatamente fine ai crimini contro l'umanita' e al genocidio a Gaza".

Il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, ha reagito avvertendo qualsiasi "organizzazione" o "Paese" che potrebbe essere tentato di "espandere" il conflitto in Medio Oriente, sostenendo che gli Stati Uniti non esiterebbero ad "agire" se i loro interessi fossero presi di mira.

La Cina si dice molto preoccupata dal rischio di un allargamento del conflitto e aggiunge che è pronta a fare "tutto il necessario" per promuovere il dialogo. Quanto all'operazione di terra, i tempi rimangono incerti; ma secondo il New York Times, la Casa Bianca ha consigliato a Israele di ritardarla in modo da guadagnare piu' tempo per i negoziati sul rilascio dei 212 ostaggi.

 

Fonte Agi e Uff.stampa Chigi

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI