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L’Ema è al lavoro sui casi sospetti del vaccino AstraZeneca

Stop anche in Italia al vaccino AstraZeneca: l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha deciso di estendere in via del tutto precauzionale e temporanea il divieto di utilizzo del vaccino anglo-svedese "su tutto il territorio nazionale", in attesa dei pronunciamenti dell'Ema.

Nemmeno 12 ore dopo una nota in cui definiva "ingiustificato" l'allarme sulla sicurezza del vaccino AstraZeneca, l'agenzia italiana del farmaco Aifa ha vietato di usarlo, pur continuando a definirlo "sicuro". Una scelta fatta "in via del tutto precauzionale e temporanea", hanno assicurato dall'agenzia e da Palazzo Chigi, assunta in linea con quello che sta avvenendo in una lista crescente di Paesi europei.

Dove finiscono sotto esame sempre nuovi casi di trombosi e decessi sospetti di persone che avevano ricevuto l'iniezione con il farmaco della società anglo-svedese.

Gli ultimi a sospendere l'uso di AstraZeneca sono stati i quattro grandi dell'Ue: oltre all'Italia, anche Francia, Germania e Spagna - quest'ultima per 15 giorni - hanno bloccato nelle stesse ore la somministrazione per i timori dei possibili effetti collaterali. Nonostante la società produttrice, l'Oms, l'università di Oxford, autorità sanitarie britanniche e il premier Boris Johnson insistono che non ci sono controindicazioni. E nonostante l'Agenzia europea del farmaco Ema sostenga che anche eventuali rischi siano superati dai benefici.

I primi a lanciare l'allarme, dopo avere verificato problemi nella coagulazione del sangue in numerosi cittadini vaccinati di recente, erano stati i Paesi del nord Europa. La Danimarca l'11 marzo aveva annunciato la sospensione di AstraZeneca. A seguire Islanda, Norvegia, Bulgaria, Irlanda, Olanda e - fuori dall'Europa - Thailandia, Repubblica Democratica del Congo e Indonesia. In precedenza, un primo lotto di AstraZeneca era stato bloccato dall'Austria l'8 marzo, dopo la morte di un'infermiera di 49 anni. Estonia, Lituania, Lettonia e Lussemburgo avevano sospeso lo stesso lotto, vietato l'11 marzo anche dall'Aifa e dalla Romania.

Due giorni fa  il Piemonte ha sospeso in toto l'uso del vaccino dopo la morte di un insegnante. Decisione estesa ieri a tutto il territorio nazionale dall'Aifa. L'Ema terrà giovedì una riunione straordinaria per esaminare la situazione. Un suo pronunciamento dovrebbe in teoria orientare le scelte dei governi del Vecchio Continente.

Il premier Mario Draghi aveva promesso giorni fa che "qualunque fosse la decisione finale dell'Ema" su AstraZeneca, "la campagna vaccinale proseguira con rinnovata intensità". E ora, in attesa del pronunciamento definitivo giovedì dell'Agenzia europea del farmaco sul vaccino anglo-svedese, si fanno stime sul possibile impatto della sospensione decisa dall'Aifa.

Conseguenze immediate, con decine di migliaia di prenotazioni per la somministrazione di AstraZeneca saltate - 7 mila domani nel solo Lazio, oltre un terzo del totale giornaliero - e ben più gravi se lo stop dovesse protrarsi o addirittura diventare definitivo. Senza contare l'effetto psicosi che le notizie di questi giorni - tra decessi sospetti e intervento cautelativo dei principali Paesi europei - potrebbe ingenerare nella popolazione anche in caso di nte.ripresa dell'uso.

In Italia finora quasi 1,1 milioni di persone hanno ricevuto la prima iniezione di Astrazeneca, che prevede un richiamo molto più distanziato degli altri vaccini, a tre mesi. Il problema della seconda dose non si pone quindi immediatamente, essendo iniziato l'uso del vaccino realizzato anche a Pomezia (Roma) l'11 febbraio (seconda dose a maggio). "Confidiamo che riceveranno il richiamo nei tempi previsti", ha dichiarato Gianni Rezza dell'Istituto superiore di sanità (Iss).

Il caso AstraZeneca ha oscurato l'inaugurazione ufficiale del primo drive-through della Difesa a Milano, già attivo da venerdì e che dovrebbe arrivare a 2 mila vaccinati senza scendere dall'auto al giorno. In questi giorni erano stati convocati gli insegnanti, ai quali in massima parte va AstraZeneca. 

L'Ema, l'agenzia europea per il farmaco, ha organizzato una conferenza stampa per oggi alle 14. Lo rende noto la Commissione Ue che presterà la piattaforma internet per trasmetterla su web.

Anche la Svezia ha deciso di sospendere la somministrazione del vaccino AstraZeneca.

In attesa di maggiori certezze sugli eventuali effetti collaterali di AstraZeneca, ciò che è sicuro è l'impatto negativo che lo stop sta avendo sulle campagne vaccinali di molti Paesi europei. Mentre il Regno Unito prosegue a tamburo battente e supera i 26 milioni di dosi somministrate, di cui quasi metà AstraZeneca. Non secondario anche il problema di chi ha già avuto la prima dose e avrebbe dovuto ricevere la seconda in questi giorni. L'Aifa ha fatto sapere che renderà note "tempestivamente" le modalità per completare la vaccinazione non appena la situazione sarà più chiara. 

Per far fronte ai ritardi, in tanti confidano nell'aumento della produzione delle altre aziende farmaceutiche e nell'arrivo di nuovi vaccini. Compreso il russo Sputnik V, per il quale tuttavia - fanno sapere da Bruxelles - non c'è ancora un negoziato. Intanto sono stati raggiunti accordi per avviarne la produzione in Italia, Spagna, Francia e Germania, per farsi trovare pronti a distribuirlo se un domani arrivasse l'approvazione dell'Ema. Mentre Johnson&Johnson ha raggiunto un'intesa con la tedesca IDT Biologika per produrre vaccini destinati al continente nella fabbrica di Dessau, in Germania.

Come spiega Repubblica, è un altro l'evento che ha spiazzato gli esperti. In alcuni vaccinati, infatti, è stata riscontrata una sindrome rara e all'apparenza contraddittoria: un calo di piastrine, segnalato anche dall'Ema fra i possibili effetti collaterali dei farmaci, in contemporanea ad una presenza di coaguli del sangue. Una cosa dovrebbe escludere l'altra. Ed invece non è sempre così. "Ci sono casi rari in cui le condizioni compaiono insieme, perché le piastrine vengono quasi tutte reclutate nei trombi", ha spiegato Maurizio Margaglione, genetista dell'università di Foggia e membro della Società italiana per lo studio dell'emostasi e della trombosi.

Un evento raro, quindi. Pare, però, che i casi in Europa siano diversi. La donna di 60 anni morta in Danimarca, tre operatori sanitari ricoverati in Norvegia e un certo numero di soggetti, non è stato fornito il dato preciso, in Germania. Queste persone sono accomunate da un elemento: tutte presentavano la combinazione di piastrine basse e coaguli del sangue. Colpisce, in particolare, il caso tedesco. Fino al primo pomeriggio di ieri le autorità avevano difeso AstraZeneca tanto da annunciare il prosieguo dell’uso di tale farmaco nella campagna di vaccinazione. Poi lo stop. Improvviso ed imprevisto. Forse, trattandosi di una sindrome rara, la statistica deve essere stata sufficiente a convincere le autorità a fare marcia indietro.

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