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​Bufera sull'intervista di Fazio a Macron

La guerra fra Italia e Francia danneggia tutti. Ma danneggia soprattutto Parigi. Che adesso si trova nella condizione di dover accettare due alternative: o un’Europa franco-tedesca a trazione esclusivamente germanica, oppure provare a ricostruire l’Unione europea partendo da una rinnovata alleanza con l’Italia.

Sembra impossibile in questi tempi di sfida fra Emmanuel Macron e il governo di Giuseppe Conte. Ma la Francia secondo il quotidiano il Giornale non può non capire l’errore strategico che sta commettendo. Perché Parigi e Berlino hanno interessi del tutto divergenti. Una potenza importatrice, l’altra esportatrice. Una una potenza legata alla difesa, l’altra prettamente alla dimensione economia e commerciale. E come se non bastasse, Parigi si deve confrontare con una realtà molto competitiva in cui la Germania ha un solo interesse: prendere il sopravvento su tutta l’Europa.

La Francia di Emmanuel Macron, la Spagna di Pedro Sanchez, la Germania di Angela Merkel, così come i leader dell’Unione europea, si sono prodigati ad accusare l’Italia e i Paesi di Visegrad. Ma nessuno ha mai fatto realmente qualcosa per evitare quanto accadesse. Nessuno ha voluto riformare le quote di distribuzione dei migranti, nessuno ha proposto di cambiare il regolamento di Dublino, nessuno ha mai sostenuto gli Stati costieri. La soluzione al problema non l’ha mai data nessuno.

Che l’Europa abbia un problema con i migranti, questo è assodato. Ma che esistano Paesi in grado di dare lezione sul’ accoglienza di profughi, migranti economici e rifugiati, questo è un altro discorso. E se qualcuno si interroga se la possibilità esista, la risposta è no: nessuno può darne.

Il caso Aquarius di questa estate è stato il simbolo di quanta ipocrisia aleggia in Europa. Tutti impegnati a bacchettare l’Italia considerandola il mostro verso cui lanciare le invettive del politicamente corretto. Ma nessuno che ha guardato più in là del caso concreto. Nessuno che ha voluto interrogarsi sul motivo per cui si sia arrivati a quel punto

Intanto Fabio Fazio intervista Emmanuel Macron ed è polemica. Che il lungo faccia a faccia tra il conduttore e il presidente francese sarebbe finito al centro del dibattito politico italiano lo si era capito dal giorno dell'annuncio a finire nel mirino sono le domande scelte dalla redazione per l'inquilino dell'Eliseo.

A far scattare sulla sedia la Meloni, però, è stato un altro passaggio, quello in cui il conduttore ha ricordato come "si dice che Parigi sia la capitale d'Italia anche per quanti sono gli italiani che abitano qui e anche viceversa". L'affermazione non è piaciuta a Fratelli d'Italia. "Servo tra i servi, Fazio intervista Macron e dichiara: "Dato che è pagato con milioni di italianissimi euro per dire che l'Italia è una colonia francese", attacca Meloni, "sarebbe bene fosse spedito a farsi stipendiare dai suoi amici d'oltralpe"  

A sollevarle è Giorgia Meloni, già critica su Che tempo che fa. "Secondo voi avrà il coraggio di chiedergli conto del neocolonialismo francese in Africa condannato dal Parlamento italiano con la recente mozione di Fratelli d'Italia?", si domandava la leader di FdI prima del lancio dell'intervista. La tanto attesa domanda non c'è stata, anzi. Ne sono mancate anche altre, in particolare quelle sui temi caldi che hanno contrapposto Parigi a Roma. Un esempio? Nessuna richiesta di chiarimento sulle incursioni della Gendarmerie francese al confine italiano tra Claviere e Bardonecchia, oppure sui respingimenti o sulla condanna della Cedu per il trattamento dei minori richiedenti asilo.

Cm nell'intervista  Macron ha cercato di ricucire il rapporto con l'Italia e in cui si è proposto come maestrino in uno scontato spot pro-Europa. "Ci sono stati malintesi tra Italia e Francia ma bisogna andare oltre", ha detto il presidente francese. "I malintesi e le peripezie più recenti non sono gravi, bisogna andare oltre: ci sono state affermazioni un po' eccessive. Quello che dobbiamo ai nostri popoli è andare oltre". Poi il leader di EnMarche! ha parlato di Europa, dell'accordo di Aquisgrana, della pressione cinese e ha infine provato a mettere in guardia dal ritorno del nazionalismo.

Secondo "occhi alla Guerra"Il problema è che Macron sta sbagliando premessa: che la Germania voglia un’Europa franco-tedesca. In realtà lo spirito tedesco non è affatto quello di condividere l’Ue con qualche altra potenza. Anzi, l’idea che contraddistingue da decenni l’Unione europea è quella di una Germania che decide le sorti del continente e di una Francia che accetta, in maniera più o meno supina, le decisioni assunte tra Francoforte e Berlino con il placet di Bruxelles. Perché, come spiegato da Carlo Pelanda, questa Unione è un’alleanza fra nemici e non fra amici. E questo chiarisce in maniera abbastanza netta quale sia la reale essenza del panorama politico europeo.

La guerra all’Italia non le serve per ricalibrare il potere tedesco. Ma soprattutto sta spingendo gli altri Paesi europei a guardare oltre quell’Unione europea che la Francia vuole dominare o quantomeno provare a dominare insieme alla Germania. Con questa sfida continua a Roma e ai governi europei, ma soprattutto con la costruzione dell’asse con Berlino, Macron non sta affatto creando le premesse per una Europa a trazione franco-tedesca, ma in una Europa completamente spaccata, al massimo a trazione germanica e con diversi gruppi di Paesi che si stanno costruendo delle proprie alleanze o interne all’Europa o al di fuori.

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