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Atene ha rifiutato l'offerta dei creditori

Atene ha rifiutato l'offerta dei creditori, decidendo di rinviare il pagamento dovuto domani al Fmi e gettando di nuovo nell'incertezza il negoziato. "Le proposte presentate (dai creditori, ndr) aumenterebbero la povertà e la disoccupazione", mentre serve una "immediata convergenza verso proposte più realistiche", si legge in una nota del ministero delle Finanze ellenico. Una doccia gelata sulla trattativa - anche se i coup de theatre nella vicenda greca hanno spesso ceduto il passo alla ragione - che era stata rilanciata dopo il pressing di Washington, preoccupata per l'impatto di un possibile default, e accolta dalla cancelliera con un vertice d'emergenza a Berlino martedì assieme a Mario Draghi, Christine Lagarde, Francois Hollande e Jean-Claude Juncker. E quanto il default sia dietro l'angolo (Atene ha detto in passato che non pagherebbe il Fmi senza un accordo) lo rivela la decisione, contrariamente a quanto dichiarato fino a poche ore prima sia dal Fmi che da Atene, di non pagare domani la tranche dovuta domani all'istituzione di Washington: la Grecia "intende accorpare i quattro pagamenti di giugno in un unico esborso il 30 giugno", informa una nota del Fmi che, richiamando una decisione interna risalente agli anni '70, sembra acconsentire. Se la politica aveva deciso di riappropriarsi del dossier greco mettendo in secondo piano il negoziato tecnico, proprio la politica sembra aver riportato lo stallo. Il premier greco Alexis Tsipras solo stamani, dopo l'incontro a cena ieri con Merkel e Hollande, si era detto "ottimista, siamo vicini ad un accordo", mentre anche da Commissione Ue ed Eurogruppo arrivavano dichiarazioni positive. Che cosa è successo al suo rientro ad Atene, dove oggi Tsipras ha tenuto un incontro con il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis e domani alle 18 farà il punto di fronte al Parlamento? A provocare il "rifiuto" ufficiale della proposta europea sarebbero state non solo le divergenze con Fmi, Ue e Bce, ma anche quelle interne: con una parte crescente di Syriza che promette battaglia fra voci, smentite, di un voto di fiducia. Il vicepresidente del Parlamento greco, Alexis Mitropoulos, stamani ha dichiarato che elezioni anticipate appaiono ormai inevitabili dopo che a Bruxelles hanno prevalso "opinioni estreme".

La Grecia ''e' pronta e vuole'' un accordo con l'Europa, ma ha bisogno di speranza. Una speranza che deve arrivare dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Lo afferma il ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis, secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg. Se la Grecia deve attuare riforme con successo ha bisogno di speranza. Uno 'Speech of Hope', discorso della speranza, dovrebbe arrivare da Merkel e dovrebbe segnare una ''rottura con gli ultimi cinque anni di nuovi prestiti'' che - conclude il ministro greco - si sono andati ad aggiungere a un debito gia' insostenibile e condizionati a dosi di austerity punitiva. ...intanto l'offensiva politica della Cancelliera al momento non sblocca la situazione e Atene rinvia il pagamento dovuto all'Fmi domani a fine mese.

La Borsa greca risente delle tensioni e apre in forte calo - avvio molto debole per la Borsa di Atene sull'aumento delle tensioni tra Grecia e creditori: l'indice principale del listino ellenico segna un calo superiore al 3% in un clima di forte nervosismo. Particolarmente deboli i titoli di Stato: il decennale greco segna un aumento dei rendimenti di 40 punti base, il bond a due anni di 150.

L'offensiva politica di Angela Merkel, con una raffica di incontri ai massimi livelli fra Berlino e Bruxelles sfociata in una proposta più 'soft' per sbloccare l'impasse in Grecia, per il momento fa flop.

La cancelliera Merkel, alle prese con una bomba ad orologeria che potrebbe innescare l'uscita dall'euro creando un pericolosissimo precedente, si mantiene cauta: "La Germania desidera che la Grecia faccia parte dell'euro" ma "ci vuole uno sforzo da parte di Atene", dice al Tg1. Meno disteso, probabilmente, il clima al Fmi, con la Lagarde che rifacendosi a Draghi chiede un "accordo forte" ma ricorda anche, velatamente, che sarebbe opportuno ristrutturare il debito greco. Dopo quattro mesi di negoziato tutto torna in gioco, dunque, e non è chiaro quando Tsipras tornerà a Bruxelles per riprendere il negoziato con il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. Le distanze restano, anche se non insormontabili: Tsipras ha proposto un surplus primario per il 2015 fra 0,85 e 1% in rialzo fino al 3,5% nel 2018, numeri ormai vicini a quelli proposti dai creditori. Che però non concordano nei conteggi del documento greco e chiedono interventi più decisi sulla previdenza (dove Tsipras propone un approccio graduale sulle pensioni anticipate), sul rialzo dell'iva (il cui gettito resterebbe invece invariato), sul lavoro (dove Atene insiste per la reintroduzione della contrattazione collettiva e sul rialzo, ancorché progressivo, del salario minimo).

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