In primis,da un lato, accendiamo un faro, su alcune cattive abitudini del Sud, in campo lavorativo. Stiamo parlando di un viaggio attraverso le condizioni di lavoro dei migranti occupati nel settore agricolo, di alcuni territori più critici, del Mezzogiorno d’Italia: dalla Pugliaalla Basilicata, alla Calabria e alla Campania(Cfr.Unità mobili di Medici per i diritti umani). In particolare, questa stazione mobile di “Medu”(Medici per i diritti umani), in Puglia, si è fermata in Capitanata(FG), per la raccolta del pomodoro, monitorando le condizioni di vita e di lavoro dei braccianti agricoli da luglio ad ottobre del 1914 e i dati che ne sono emersi non sono, purtroppo, positivi. A questo punto noi diciamo, senza mezzi termini, che le Istituzioni locali e nazionali devono trovare i mezzi per azzerare queste ingiustizie umane creando, nel caso specifico, una filiera del pomodoro, senza schiavi. Dall’altro lato, nuove prospettive di crescita sono in arrivo per il Mezzogiorno.Il Consiglio dei Ministri ha ridisegnato, con un provvedimento, il sistema della grande portualità, creando una nuova occasione di crescita del Mezzogiorno. Vediamo perché. Finalmente la portualità sta per diventare uno degli strumenti fondamentali della competitività del sistema Italia, nello scenario internazionale.Peraltro, per un Paese come il nostro che è al centro del Mediterraneo, riordinare il sistema nazionale delle Autorità portuali- modellandole al servizio di grandi sistemi produttivi e snellendo tutte le procedure burocratiche- significa avviare un vero e proprio salto nel futuro delle regioni, in particolare, del Mezzogiorno.