A Città di Castello da venerdì, 31 ottobre a domenica 2 novembre gusto e passione, sperimentazione e innovazione, cultura e tradizione saranno i protagonisti del “Salone Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato”, 45esima edizione. La “capitale” del tartufo dove nasce una trifola su tre in Italia, con oltre 1.750 cavatori, “tartufai”, uomini e donne di tutte le età e più di 3.000 cani al seguito, sono il simbolo vivente e vincente di un’attività di ricerca dichiarata patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’Unesco. Tartufo bianco “che passione”. C’è un posto unico dove è possibile scoprire ogni segreto del tartufo bianco, la prelibata e profumata “trifola”, assaggiarlo in tutti i modi e acquistarlo, conoscere chi lo cerca nei boschi e chi lo esalta in cucina, lo confeziona e lo porta sulle tavole di tutto il mondo, parlare con chi lo vive e lo racconta come una tradizione che è parte delle proprie radici profonde. In Italia questo luogo è Città di Castello e comprensorio, territorio a nord dell’Umbria, dove da ottobre a dicembre nasce una trifola su tre in Italia e dove sono il simbolo vivente e vincente di un’attività di ricerca dichiarata patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’Unesco. Qui, nel cuore d’Italia da venerdì 31 ottobre a domenica 2 novembre, gusto e passione, sperimentazione e innovazione, cultura e tradizione saranno i protagonisti del Salone Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato, la manifestazione con cui il comune, con la regione ed il patrocinio della Camera di Commercio dell’Umbria, nel segno delle novità e delle sorprese, proietterà nel futuro la storiadedica da 45 anni al “tubero” più famoso e desiderato. Piazze e giardini incorniciati dalle dimore custodi delle opere dei maestri del rinascimento e della contemporaneità, Raffaello Sanzio, Luca Signorelli e Alberto Burri, saranno i punti cardinali sulla bussola di buongustai e curiosi. “Nessun luogo come Città di Castello parla del tartufo e qui, dove la trifola è un’eccellenza e non una rarità come altrove, perché è abbondante, la nostra ambizione è di raccontare ed esaltare il suo legame con la terra, il valore aggiunto inimitabile di una storia, di una tradizione, di esperienze che lo rendono unico e desiderato in tutto il mondo” hanno spiegato l’assessore al Commercio e al Turismo, Letizia Guerri, il Presidente dell’Ente Fiera Nazionale Bianco Pregiato, Lazzaro Bogliari ed il direttore della Associazione Nazionale “Città del Tartufo”, Antonella Brancadoro, assieme a rappresentanti istituzionali e dirigenti regionali e territoriali, fra cui, Letizia Michelini, consigliera regionale, Manuela Margutti, responsabile sezione tartufi e funghi dell’Agenzia Forestale Regionale, presentando in conferenza stampa il “45° Salone Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato”, in una location suggestiva, Palazzo Vitelli a Sant’Egidio, una fra le più belle dimore rinascimentali del centro-Italia che si affaccia in un parco plurisecolare. “L’edizione 2025 del tartufo bianco pregiato racconterà come a Città di Castello il tartufo sia un’esperienza autentica da vivere tutto l’anno. Un programma caratterizzato da un’offerta qualitativa e tecnica sempre più elevata, un racconto collettivo di quanto il tartufo per Città di Castello e per l’Alta Valle del Tevere sia socialità, cultura, tradizione, innovazione ed economia”, hanno concluso Guerri, Bogliari e Brancadoro. Città di Castello è davvero la capitale del tartufo a suon di record e tutto l’anno si respira il profumo di questo prelibato prodotto simbolo del territorio che lo si può apprezzare in ogni stagione a tavola. Statistiche e ricerche degli ultimi anni confermano questo primato a partire dall’incidenza dei “cavatori” in possesso di regolare tesserino rispetto agli abitanti: Città di Castello da qualche anno si piazza al secondo posto a livello nazionale dietro a Forlì. E la presenza dei tartufai è in continua crescita tanto che nel corso del 2025, Afor (Agenzia Forestale Regionale) ha rilasciato 50 nuovi tesserini. Ci sono i veterani del “vanghino”, capitanati dal presidente dell’Associazione Tartufai Alto Tevere (fondata nel 1986), Andrea Canuti. E i prezzi? La solita domanda che ricorre. “I prezzi come sempre li fa incrocio della domanda e offerta ma possiamo dire che ci stiamo assestando su cifre al chilo inferiori agli scorsi anni, che oscillano da 1500 a 3500 euro per le pezzature uniche e migliori del tartufo bianco, la nostra trifola che non teme confronti. Su prezzi inferiori il nero uncinato anch’esso assai prelibato. Una tendenza che potrebbe ancora scendere se la stagione ed il clima saranno favorevoli alla raccolta”, ha sottolineato il Presidente regionale del settore agroalimentare della CNA, Giuliano Martinelli, noto imprenditore del settore affiancato da tutti i suoi colleghi che saranno i protagonisti della rassegna nazionale e attori importanti della “filiera”. L'Umbria è sempre stata terra di tartufi. Con l’avvento del Medioevo l’interesse verso il tartufo diminuì notevolmente, perchè si credeva che fosse velenoso o che un cibo delle streghe. Durante il Rinascimento, con l'affermarsi della cultura del gusto e dell'arte culinaria, fu rivalutato fino a essere considerato protagonista nella cucina dei signori dell’epoca. Nel 1564 il medico umbro Alfonso Ceccarelli scrisse la prima monografia sul tartufo, l'"Opusculum de Tuberibus" (ripubblicata a cura di Arnaldo Picuti e Antonio Carlo Ponti) in cui raccolse i contributi di naturalisti greci e romani e diverse curiosità storiche. Un prodotto così prezioso e prelibato e ricercato nei secoli tanto da meritarsi un piccolo museo, originale nel suo genere che nasce nel 2002 dalla passione di Saverio Bianconi, tartufaio e imprenditore del settore, appassionato cultore delle tradizioni e della storia della “filiera”. Una sala nella quale ha raccolto oltre 200 pezzi, compresi testi scritti, che riassumono l'universo del tartufo e dei tartufai; una raccolta privata, che contiene le spiegazioni sui vari tipi di tartufo, sui luoghi nei quali nasce e anche gli oggetti che ruotano attorno al tubero, vedi i vanghini per la raccolta e le bilance di precisione per pesarlo. Pierluigi Manfroni, maestro indiscusso nella preparazione di piatti “leggendari” a base di trifola e tartufo nero tutto l’anno: “il tartufo è un prodotto eccezionale che madre natura c’ha regalato e va trattato con cura ed abbinato a piatti semplici in grado di esaltarne il profumo e la prelibatezza. Ottimo con l’uovo o sulle tagliatelle lavorate a mano, sugli gnocchi con patate di Pietralunga e sul pane tostato quello umbro “sciapo” con un filo di olio extra vergine d’oliva delle nostre splendide regioni” fatte meravigliosamente da “Giuseppa” Valenti, magnifica 87enne e Franca e Gloria Cestelli, mamma e figlia, custodi della tradizione di Città di Castello.



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