La Casa Editrice “Albiana”, di Ajaccio, all’inizio della pandemia ha avviato un interessante progetto editoriale promosso dal suo direttore Bernard Biancarelli, che ha trovato sin dal suo esordio notevole consenso ed ha ben presto varcato i confini corsi per merito dell’amicizia di lungo corso con Carlo Giorgetti, fine intellettuale, mediatore letterario e promotore culturale italiano, grande amico della Corsica, attraverso il quale l’editore è entrato in contatto con lo scrittore Gianmarco Parodi, promotore di un analogo “Décaméron 2020” italiano.
Alla realizzazione del “Décaméron 2020”, un imponente manifesto letterario, hanno partecipato ben 140 autori di varie provenienze geografiche; un confronto interculturale di grande valenza in una commistione di lingue, tra francese, corso, italiano ed inglese. Una visione olistica della letteratura, che travalica ogni confine, in un’ottica di vitalità dei nostri sogni di libertà intimi e collettivi, inserita in un contesto storico di riferimento particolarmente avverso e dominato dall’incertezza e dalle asperità. Autori che, sull’onda dei tragici eventi che l’umanità sta vivendo dall’inizio del 2020 a causa dell’emergenza pandemica, hanno messo a frutto la loro fantasia creativa per dare vita ad un’opera di resistenza letteraria in grado di assorbire l’urto di una situazione inaspettata e di gravi proporzioni e di reagire alle criticità che ne conseguono.
Il volume raccoglie tutti quei testi, fra racconti, poesie, frammenti di specchi dell’anima e riflessioni romanzate che, giunti in redazione, sono stati di volta in volta pubblicati sul blog dell’Editore “Albiana” in un arco temporale che va dal 3 aprile al 3 giugno 2020. Gli scrittori hanno accolto l’appello dal titolo ”Il progetto Décaméron 20/2.0”, pubblicato preventivamente sul blog, che poi è diventato un’opera di 700 pagine.
All’origine del progetto vi è la letteratura, che assurge al ruolo di terapia evocativa; l’utilizzo della parole è un efficace strumento catartico e vitale di comunicazione e l’etimologia latina di questo termine, cum+munus, ne rispecchia appieno il senso, ossia mettere al servizio di qualcuno, o qualcosa, al di fuori del proprio sé un valore, imparzialmente materiale o immateriale. Le aspettative sono quelle di contrastare con resilienza le paure che caratterizzano questo particolare momento.
Il distanziamento sociale, finanche l’isolamento, ai quali siamo sottoposti non è di certo nuovo nella storia dell’umanità; anche nel Medioevo ci furono epidemie di peste, che decimarono le popolazioni. Proprio uno di questi episodi venne raccontato dallo scrittore fiorentino Boccaccio in una sua opera molto nota, “Il Decamerone”, in cui si narrano le vicende di un gruppo composto di dieci giovani che, minacciati dalla peste, si ritirano in campagna per trascorrere la c.d. “quarantena” (di quattordici giorni, appunto) e, prigionieri di un tempo che improvvisamente si arresta, decidono di sopperire alla mancanza di socialità, di contatto con il mondo esterno, riempiendo di racconti l’angosciante silenzio notturno. Un testo estremamente singolare, in quanto contiene cento storie che hanno in qualche modo condizionato la nostra percezione di Medioevo e delle tragedie legate all’epidemia di peste, oltre ad aver brillantemente superato la prova del tempo.
Traendo spunto da tale ispirazione, la Casa Editrice “Albiana” ha messo in piedi questo promettente progetto realizzando un’opera letteraria destinata a lasciare una traccia, poiché ognuno dei pensieri pubblicati andrà ad illuminare l’oscurità in cui attualmente viviamo. Non a caso, il libro ha già ricevuto un prestigioso riconoscimento,” “Les trophées de l’édition 2020”, quale migliore opera scritta sotto il confinamento.
Un caleidoscopico esperimento sociale attraverso il quale l’uomo dimostra ancora una volta di saper reagire dinanzi alle emergenze ricorrendo al germe della creatività.