Edita da Il Convivio, è in libreria Lo spolverio delle meccaniche terrestri, nuova raccolta poetica di Maurizio Soldini.
Il titolo potrebbe sembrare quello di un testo futurologico.
Lo spolverio delle meccaniche terrestri dà infatti l'idea di un lavoro frutto dell'opera di un'Autore che, dal di fuori del pianeta, osservi la terra come fece il primo uomo sulla luna.
Sembrano scesi da un mondo diverso questi versi composti da parole peraltro molto terrene poichè, sfogliandone le pagine, ci si accorge di come l'Autore tratti di sentimenti emozioni e cose di questo mondo.
I testi sono privi di qualsiasi forma di punteggiatura e lasciano come in sospeso l'ansia del lettore intento ad afferrare il significato delle parole.
L'indice è quanto di più originale si possa ideare perchè raccoglie nei titoli alcuni versi presi qua e lá nella stessa poesia per cui il lettore si trova piacevolmente collocato in essa assaporando il meglio scelto dall'Autore.
Il volume è pervaso da un'atmosfera speciale, da uno scontro tra aspetti di natura pratica ed altri di natura esistenziale, con un lirismo che lascia spazio ad un lessico che si snoda fra scienza e natura, tra vita quotidiana e filosofia dell'esistenza.
Ed è un animo in sofferenza a venir fuori, un animo che però trova, nel tuffarsi tra i propri silenzi, il significato dell'Io esistenziale.
È in "Se queste foglie fossero pensieri" che avviene questa materializzazione fra cosa astratta, i pensieri, e materia, le foglie, dall'accettazione "della nuditá dei rami e della discesa delle ombre" (...) "dalla brevitá dei giorni".
La descrizione dell'Io dinanzi al pianeta è dettagliata "il cielo ingiallito effetto seppia irrompe nel deserto dell'anima come un mulinello di foglie morte".
Ma la "lentezza dell'orologio ė tremenda" in "questo silenzio che tace" tra "aria e terra in un clacson stonato" .
La malinconia pervade l'intera silloge e la mestizia diventa "un mare calmo nell'attesa del principio".
La lettura di questi versi risulta accattivante.
Difficile non cedere alla tentazione di rileggerli ancora.