Mister Puccini in Jazz, nuovo album di Cinzia Tedesco per Sony Music

Il jazz è inventare ma è anche ruminare, rimasticare, rimettere in circolo materiali riverniciati a nuovo, imbellettati di intro, solo, impro, rielaborazioni, riarrangiamenti.
Ci può stare, e non è una novità, che persino Giacomo Puccini sia oggetto di una rivisitazione che non sia un pedissequo tributo ma che costituisca un'occasione di freschezza per il suo repertorio, in un contesto di musica "circolare" che supera il modello lineare della divisione in stili e generi.
Mister Puccini in Jazz, il nuovo album che la vocalist Cinzia Tedesco licenzia per la Sony Music, si colloca in tale ottica di omaggio doveroso ma libero al Maestro di "Che gelida manina". Ed è proprio l'aria della Bohème a dare il benvenuto all'ascoltatore assieme all'ottimo combo base che vede Stefano Sabatini al pianoforte, Luca Pirozzi al contrabbasso e Pietro Jodice alla batteria unitamente all'Orchestra del Puccini Festival, dove il lavoro è stato presentato la scorsa estate, diretta da Jacopo Sipari di Pescasseroli.
Del resto, l'opera di Mister Puccini è, per definizione, internazionale. Ed i contatti fra jazz e lirica, nel Condominio Musica, erano già in uso quasi un secolo fa, a partire da E lucevan le stelle dalla Tosca. Che nel disco diventa una beguine dal sapore d'antico su cui volteggia da libellula il soprano di Xavier Girotto (nella track reprise the guest è il chitarrista Roberto Guarino) uno dei fiati ospiti del lavoro assieme al trombettista Flavio Boltro, nel ricordato brano d'apertura, e Stefano Di Battista in Se come voi piccina io fossi, da La Villi. Cinzia Tedesco appare conscia di avere a che fare con partiture di pregio assoluto difficili da maneggiare. Eppure la sua naturalezza è tale da amalgamare i due emisferi, quello melodrammatico e quello jazzistico. Intanto il "salto di specie" dall'aria operistica alla ballad (In quelle trine morbide da Manon Lescaut) o più in generale (Chi il bel sogno di Doretta da La Rondine) alla tipologia standard-evergreen accade senza stemperare la tensione "lirica"; il belcanto si trasforma nel Bel canto di una Vissi d'Arte Vissi d'Amore, dalla Tosca, dove Antonello Salis accompagna con l'accordion le volute vocal su ritmo forte latin che, c'è da giurarlo, a Puccini sarebbe andato a genio.
L'arrangiamento che opera Pino Jodice su Un bel di vedremo da Madama Butterfly risulta di effetto armonico in tema con le tavolozze coloristiche usate dall'operista a inizio novecento. Recondita Armonia, ancora da Tosca, si veste di contratempato swing che fa da involucro per lo scat della Tedesco i cui salti di ottava si segnalano nell'interpretazione della "bohémienne" Quando me n'vo. Un ampio ventaglio timbrico a disposizione della cantante dunque ma anche una vena da autrice testi. Eccola infatti dar voce al Coro muto della Butterfly ri-composto in Tonight.
Musica Sublime e Immortale, quella pucciniana, che si rigenera ogni volta con sembianze incredibilmente nuove.

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