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Cantine d’Italia 2018, la Guida a cura di Go Wine che si propone di promuovere la grande accoglienza italiana in cantina, è stata presentata ieri a Milano con un grande evento.

Alcuni numeri del volume: oltre 700 cantine selezionate, 230 “Impronte d’eccellenza” per l’enoturismo, oltre 4.000 vini segnalati, 1.500 indirizzi utili per mangiare e dormire.

Un volume che racconta luoghi e storie di uomini e donne del vino. Conduce al vino attraverso la cantina come sito da visitare e come fattore che concorre alla promozione del turismo del vino.

Una sorta di omaggio alla grande accoglienza italiana in cantina!

A tenere a battesimo la nuova edizione Alessandro Scorsone (giornalista e sommelier), Antonio Cabrini (campione dello sport), Magda Antonioli Corigliano (docente di economia per il turismo alla Università Bocconi di Milano): costoro hanno anche firmato tre interventi che aprono il volume e che accrescono la natura di una Guida che ha nel racconto il suo punto di forza.

In sala oltre 80 aziende vinicole rappresentate, con moltissimi uomini e donne del vino provenienti da ogni parte d’Italia.

Massimo Corrado, presidente di Go Wine, ha presentato le linee generali del volume e le sue principali novità.

La Guida tende a valorizzare la cantina come luogo inserito nel contesto di un territorio vinicolo e come dimora ove uomini e donne operano. Essi realizzano quella virtuosa opera di promuovere il territorio mentre promuovono se stessi.

Una Guida che pertanto non vuole rivolgersi soltanto ai “super appassionati”, ma che desidera essere un’occasione per creare cultura a favore del vino e dei suoi territori.

“Continua la crescita di investimenti e attenzioni da parte delle aziende vinicole verso il turismo del vino – ha evidenziato Corrado nel suo intervento. In Guida sono numerose le realtà che si presentano sia attraverso attività parallele come agriturismo, b&b, sia attraverso iniziative che rendono la cantina un luogo aperto per incontri, eventi culturali, manifestazioni legate al gusto.

Al contempo la Guida richiama una maggiore attenzione per l’enoturista italiano: in questa direzione si segnala il fattore “D”: D come domenica. Ovvero un simbolo posto a fianco di quelle cantine che manifestano disponibilità effettiva ad accogliere i visitatori alla domenica: direttamente o su appuntamento.

Un modo per richiamare l’attenzione a favore dell’enoturista italiano che – a differenza degli stranieri – organizza spesso itinerari ed escursioni nel corso dei week-end”.

Sono 230 le “Impronte Go Wine” nella edizione 2018: rappresentano un segno di “eccellenza” nel campo dell’enoturismo nazionale e costituiscono una sorta di segno ideale che Go Wine assegna alle cantine che hanno conseguito un alto punteggio nella valutazione complessiva su sito, accoglienza e profilo produttivo.

Si tratta dei tre fattori su cui si compone la presentazione delle aziende vinicole e su cui si va a definire una loro valutazione.

Sito da intendere come luogo ove si trova la cantina, guardando anche alla cantina medesima dal punto di vista architettonico. Ma sito anche come patrimonio di vigneti complessivo di cui dispone la cantina.

Accoglienza per valorizzare la vocazione della cantina verso una parallela attività: sia per attività come agriturismo, B&B o ristorazione, sia per iniziative culturali che denotano un atteggiamento di “apertura” della cantina verso il mondo esterno.

Vino, come profilo produttivo dell’azienda valutato nel tempo, al di là dell’exploit di una singola vendemmia; dunque anche tenendo conto del carattere della produzione, della eccellenza di alcune etichette, di una particolare cura verso specifiche tipologie di vini.

Nella speciale classifica per regioni si conferma ai vertici la Toscana con 49 impronte, seguita da Piemonte (44) e Veneto (34).

Sono 16 le Cantine che raggiungono il vertice delle “Tre Impronte Go Wine”: Badia a Coltibuono (Toscana); Bellavista (Lombardia); Ca’ del Bosco (Lombardia); Capezzana (Toscana); Castello di Modanella (Toscana); Castello di Verduno (Piemonte); Bisol (Veneto); Donnafugata (Sicilia); Ferrari (Trentino); Florio (Sicilia); Fontanafredda (Piemonte); Lungarotti (Umbria); Malvirà (Piemonte); Masciarelli (Abruzzo); Planeta (Sicilia); Tenuta Vicchiomaggio (Toscana).

Uno spazio importante nella cerimonia è stato riservato alla consegna dei 7 “Premi Speciali”, che si rivolgono a Resort e Tavole aziendali d’eccellenza, vini “storici” e “autoctoni”, Enocultura, EnoArchitetture.

Ecco i premi speciali di Cantine d’Italia 2018:

Premio “Alto Confort” per il Relais aziendale dell’anno:
Russiz Superiore per il Relais Russiz Superiore (Capriva del Friuli, Friuli Venezia Giulia);
Premio “Cantine Golose” per la Tavola aziendale dell’anno:
Ristorante 21.9 presso la Tenuta Carretta (Piobesi d’Alba, Piemonte);
Premio “Cantine Meravigliose” per l’EnoArchitettura dell’anno:
Di Marzo (Tufo, Campania);
Premio Enocultura:
Zaccagnini (Bolognano, Abruzzo);
Premio “Autoctono si nasce”:
Lacrima di Morro d’Alba – Mancinelli (Morro d’Alba, Marche);
Premio “Buono…non lo conoscevo!”:
Uvalino – Cascina Castlèt (Costigliole d’Asti, Piemonte);
Premio “Vini Storici d’Italia”:
Vino Nobile di Montepulciano – Contucci (Montepulciano, Toscana).

E’ poi seguita l’esclusiva e straordinaria degustazione dei Vini Top premiati dalla Guida, a beneficio del numeroso pubblico partecipante all’evento. 

Una farsa sul sociale, il cui tessuto si snoda in un mondo esasperato che dilaga, ma che di reale apparentemente non ha nulla, eppure esiste con aspetti fuorvianti. 
La protagonista Salomè da Silva, si cala attraverso alcuni monologhi che interpreta spolverando accenti di varie regioni intaliane ed anche stranieri nelle vesti di un assemblage di caratteri femminili stravaganti e paradossali, che come con un telecomando cambiano velocemente  luogo e tempo, come sta appunto accadendo nella società mondiale, dove ormai connettendosi alla rete si accede ad un universo senza tempo né con  uno spazio definito.

Sempre sorridendo con grande ironia, la regia di #Social J Mente Pericolosa, ha voluto far comprendere con estrema leggerezza le direzioni che, si intraprendono con l'uso smodato dei social network e le annesse dipendenze da disconnessione; mettendo in evidenza l'insorgenza di una serie di atteggiamenti e comportamenti atipici che tutta la società sta facendo sempre più proprie, confondendo appunto la realtà che vive veramente, con quella più assurda che è appunto la virtuale.

All’interno della farsa irrompono dei veri e propri cortometraggi.

Spicca tra i personaggi una performance di danza, dove Salomè da Silva sulle note di Alejandro (Lady Gaga) indossa un costume bondage.  

Il cantante Marcello No, quasi fosse uno youtuber, entra in questo spazio temporale illusorio, tra reale e virtuale, con due suoi singoli live e brevi interventi legati all’uso quotidiano che si fa dei post su Facebook: quasi la musica sopravvivendo all'algido tecnologico resti l'unico collante di questi universi estremi.

#Social J Mente Pericolosa è un testo ideato da Francesca Berger e scritto a quattro mani con Salomè da Silva. La Berger che è anche regista dello spettacolo teatrale, ha voluto inserire all’interno della messa in scena dei veri e propri corti, che rappresentano il suo piccolo debutto cinematografico, i corti da lei diretti sono stati girati con la sua troupe di videomaking in location sia in esterni che in interni; proprio in uno di questi ha voluto sfruttare ulteriormente tutte le poliedriche capacità della protagonista, che si esibirà anche in una coreografia pop, in un brano canoro, nell’interpretazione di un accenno al grande teatro ed anche a quello più commerciale di satira. Francesca Berger che nasce attrice di prosa e insegnante di recitazione è alla sua terza regia teatrale (Psycoroscopia, L’eco della Traviata, #Social J Mente Pericolosa), già autrice, scrittrice e memorialista/giornalista per note testate,  conosce benissimo il mondo della rete, per la quale già scriveva prima della nascita dei social, rientra dopo un assenza forzata di quattro anni, stacanovista infaticabile ha curato personalmente anche scene e costumi. 

Francesca Berger nasce come attrice di prosa, tra l’altro due lavori per la regia di Mico Galdieri, poi accanto a Valeria Valeri ed Antonella Steni, legata anche al mondo del Jet Set e dell’arte in più circostanze, entra in quel mondo accanto a Gil Cagnè curando con lui e Biagio Arixi le PR Vip, entra dall’89 nel mondo della fotografia, come produttrice, organizzatrice, nonché talent scout di Gerald Bruneau, occupandosi di questo redige la sua prima intervista a Gian Maria Volontè, dal 94 si dedica definitivamente alla scrittura, con testi teatrali e un romanzo, accede nel 1999 al mondo giornalistico, collaborando con le sue importanti esclusive a Sean e Micheline Connery, il caso Francesca Vacca Graffagni per settimanali quali CHI, L’Oggi, in seguito cura i servizi speciali per EUROPECONOMY, e intorno al 2000 inizia a scrivere per la rete che ha visto nascere, anche ideando il primo Annuario degli attori telematico in Italia ‘’Memorandum…’’, così come redige uno dei primi siti di personaggi come quello di Diego Gullo; cura Uffici Stampa e in particolare per il Teatro dei Coronari diretto da Lello Scarano, nota organizzatrice di eventi e manifestazioni come Donna Loka e il Castiglione Music Fest, nel  frattempo insegnando nella sua scuola di recitazione per due anni, nel 2010 debutta con la sua prima regia teatrale - PsychOroscopia-,nel 2012 con L’Eco della Traviata; segue dal 2013 al 2016 un periodo di fermo per cause di forza maggiore perché colpita come fu per Lamberto Sposini. 

Salomè da Sillva:

è figliastra di Helmut Berger, ancora marito della madre, Salomè è nata a Roma, figlia dello sport e dell’arte, in quanto nata dalla relazione tra la il padre ex asso del calcio brasiliano poi passato alla Lazio Joao Batista da Silva e la madre Francesca Berger

La protagonista e coautrice dell’opera è Salomè da Silva che debuttò in una Fiction della Rai ‘’Lui e lei’’, con Vittoria Belvedere, Enrico Mutti, regia di L. Mannuzzi (ruolo: protagonista di puntata), la ritroviamo sempre in Rai in vari ruoli, tra i quali 2010: Ho sposato uno sbirro 2, regia di Giorgio Capitani (ruolo: protagonista di puntata), protagonista di cinque corti cinematografici tra i quali ‘’ In itinere’’, regia di Andrea Natale (pluripremiato) per il quale nel 2016 prende la Nomination come miglior attrice protagonista ed unica italiana al Rome Web Awards e ‘’Realtà istantanee’’, regia di Luca Menasci.

 

In teatro, tra gli altri,  debutta giovanissima protagonista con Diego Gullo nel 2002 ‘’Salomè di Oscar Wilde, regia di Diego Gullo; nel 2011 protagonista di Psycoroscopia regia di Francesca Berger .

Testimonial anche di vari commercials tra cui  Coca Cola, regia di Greg Jordan, Flector-Bayer, regia di Richard D’Alessio, Samsung Wave 3, regia di Theresa Wingert e nel 2016 anche ACQUA FONTE ESSENZIALE di BOARIO.

Doppiatrice in film come: Doppiaggio/Dubbing Adjustment bureau regia di George Nolfi, Battleship, regia di Peter Berg, Savages, regia di Oliver Stone, Into darkness-Star Trek, regia di J.J. Abrams, Beautiful la fiction.

Ha seguito studi e frequentato corsi in Italia e all’estero, tra i quali: , Seminario di Training e Script Analysis, diretto da Michael Margotta, Cinecampus RomaLazioFilm Commission (Master Tecniche Cinematografiche), e Actor Studio’s stage.

Ha studiato danza classica con Diana Ferrara, Sabrina Mariannetti e tuttora studia allo IALS con  Giancarlo Stiscia

Dal marzo 2015 al maggio 2017 sceglie di fare un’esperienza di redazione che la vede anche in video come valletta/microfonica nel ‘’Maurizio Costanzo Show’’.

Riccardo Fassi, pianista, tastierista, compositore, arrangiatore. Fondatore, fra le varie attivitá, della Tankio Band con la quale progetta e incide un primo tributo a Frank Zappa con la Splasc(h) nel 1995. Nel mezzo di una discografia ricca di 23 titoli, oltre al brillante Serial Killer, e all'originale lavoro sulla musica di Eric Dolphy, si situa ora l'album The Return Of The Fat Chicken (Alfa Music) con una selezione di brani che abbracciano vari periodi dai primi anni '70 ai '90, ripresi ed arrangiati con l'apporto di ospiti prestigiosi. Ne parliamo direttamente col musicista.

Due dischi su Frank Zappa. Una bella impresa su un autore complesso: innovativo, sicuramente, difficile da catalogare solo nel rock o nel jazz, nella fusion o nell'orchestrale moderno. Oltretutto ci sono radici blues e senso di teatralitá non indifferenti. E scrittura. Son tempi duri per gli specialisti di settore, gli etichettatori di mestiere, musicale s'intende.

Tra i 2 dischi ci sono 20 anni di distanza. Il progetto nacque negli anni 90 quando Zappa era ancora vivo, per il fatto che ho sempre avuto interesse per la sua musica e intendevo arrangiare dei brani per orchestra jazz con lo stile e la formazione di quegli anni. Poi la morte del maestro avvenuta nel  1993 ha trasformato il progetto in un tributo ad un musicista scomparso. Ma se fosse rimasto in vita mi sarei comunque occupato della sua musica.  La Tankio Band da allora ha sempre eseguito brani di Zappa, oltre a mie composizioni e a progetti diversi come quello su Eric Dolphy, o sulla interessante musica di Fabio Morgera. Il nuovo progetto su Zappa , è stato concepito nel 2015 come una naturale evoluzione di questo work in progress. Ho pensato che si sarebbe potuto invitare Napoleon Murphy Brock ed altri ospiti importanti per ampliare la tavolozza espressiva,  che comprende la parte teatrale , musicale e multistilistica di Zappa. Tutto ciò è molto diverso dal primo disco di anni fa che era solo strumentale ed orchestrale. Ovviamente siamo diversi e suoniamo molto diversamente da 20 anni fa , ma siamo sempre molto convinti e determinati della validità della musica di Zappa, che oggi è importante proporre , anche per arrivare alle nuove generazioni che non hanno avuto modo di vedere Zappa dal vivo. Quindi è una missione culturale proporre Zappa oggi, e questo è lo scopo del nuovo disco.

Zappa sperimentatore! Vogliamo approfondire questa tua esperienza nel suo solco? E soprattutto come spieghi la sua vitalitá e attualitá?

Ho iniziato ad ascoltare Zappa da ragazzo, ed essendo la sua musica uno dei miei riferimenti principali, è stato naturale arrangiare la sua musica per orchestra. Lui usava spesso i fiati, e medio-grandi organici, come la big band nel disco Grand Wazoo, e il suono della Tankio Band mi è sembrato molto adatto a questo tipo di musica. L'attualità della musica di Zappa si spiega col fatto che essendo lui molto avanti 40 anni fa , come concezione generale della musica , tecnica compositiva , ed apertura multistilistica, è stato raggiunto in parte  dalla cultura contemporanea, che lui aveva in qualche modo intuito. La sua musica è un complesso di opere molto differenti tra loro , dove succedono tante cose diverse, e ci vuole molto tempo per approfondire il senso e cogliere la sua visione complessiva. La sua attualità consiste anche nella assoluta originalità di tanti brani , e nella forza espressiva, giunta a noi inalterata.

A proposito di Napoleon Murphy Brock, che ha collaborato per più di 12 anni con Zappa, la sua presenza è stata illuminante? In che modo? E altri musicisti?

Fondamentale è stata la presenza del grande Napoleon Murphy Brock , che essendo uno dei più importanti collaboratori di Zappa, ha contribuito in modo notevole alla realizzazione del nuovo progetto . Col contributo di Napoleon , il progetto ha acquisito la parte vocale e teatrale della musica di Zappa, che ha sempre avuto una importanza notevole nell 'opera del maestro. Napoleon mi ha spiegato il senso dei testi, la genesi di alcune song, il modo in cui Zappa lavorava durante le prove e tanti dettagli che hanno contribuito ad approfondire ulteriormente il mio approccio alla musica di Zappa. Nel nuovo lavoro inoltre ci sono ospiti internazionali come Alex Sipiagin , grande trombettista russo-americano con cui collaboro da oltre 10 anni, e alcuni fantastici musicisti che hanno suonato con me in tante e diverse situazioni come: Antonello Salis, Gabriele Mirabassi, Ruben Chaviano e  Mario Corvini . Sono molto soddisfatto della collaborazione con i produttori di Alfa Music Fabrizio Salvatore e Alessandro Guardia, e ringrazio in modo particolare Federico Solari , che ha organizzato il primo evento con Napoleon Murphy Brock, rendendo possibile questa nuova collaborazione.

Parliamo della Tankio Band. Hai contagiato i musicisti in modo totale anche su questo nuovo progetto?

I musicisti della Tankio Band  sono coinvolti da sempre nei progetti che facciamo, perchè io scrivo sempre tenendo presente il suono dei musicisti. Si sente chiaramente che questa musica li ha coinvolti.

Zappa ha lontane origini siciliane, di Partinico. A Palermo suonò nel 1982, lo ricorda il film Summer 82 When Zappa Came To Sicily, del regista Salvo Cuccia. Pensi che questa sua ascendenza abbia avuto nella sua musica una qualche influenza? Magari nella bellezza dei temi melodici? 

Zappa è nato in USA , ma la famiglia italiana aveva forti legami con la cultura italiana, e sicuramente , questo è stato il suo background ed ha avuto una grossa influenza nella sua formazione.

Volendolo affiancare a qualche jazzista, in termini di similitudine, potresti farmi qualche nome? Io avevo pensato a Joe Zawinul e, per il chitarrismo a Jimi Hendrix...

Essendo un personaggio veramente unico, sembra veramente difficile accostarlo a qualcuno. Dopo di lui alcuni hanno subito la sua influenza come arrangiatori-compositori per esempio John Zorn che in un ambito diverso, esprime una apertura a 360 gradi ed un atteggiamento multistilistico soprattutto  nel gruppo Naked City che sembra uno Zappa punk . Oppure Django Bates che è ugualmente imprevedibile e spiazzante. Zappa fu in qualche modo influenzato da Strawinky, Mingus e Varese. Trovo che anche  Spike Jones, con le sue musiche beffarde da cartoni animati, negli anni 50 abbia qualcosa di Zappa e anche le rare incisioni della big band di Sauter- Donegan , visibili in qualche straordinario video anni 50 su youtube.  Nonostante ciò alcuni dischi di Zappa si allineano ad un certo jazz elettrico che può avere punti di contatto con Zawinul, Weather Report mentre nel solismo alla chitarra vi è una vena più vicina al rock ed in questo il riferimento alle sonorità di Hendrix è certamente naturale !

Il brano più zappiano, insomma più indicativo della sua personalita'?

Trovo Florentine Pogen che abbiamo inciso nel nuovo cd un brano molto rappresentativo di Zappa. Tra l'altro fu scritto per Napoleon che lo interpreta con grande determinazione mettendo in campo tutta la sua forte espressività !

Un tuo pensiero sul lavoro di Zappa con Boulez?

E' un bel lavoro, che esprime l'ambizione di Zappa nel suo versante più contemporaneo. Boulez lo apprezzava molto !

C'è chi non crede nella rivisitazione dei grandi musicisti del secolo passato da parte del  jazz. Cosa risponderesti?

Oggi abbiamo tante cose del passato che ci circondano, ed è naturale che qualcuno ci ritorni e voglia interpretarle, secondo l'idea che il jazz non è un genere musicale , ma un dispositivo che combina composizione ed improvvisazione in modo sempre diverso , a secondo della cultura e del luogo da cui è partita l'idea. Il jazz oggi è ovunque: in Italia , in India, in Africa , in Australia e ognuno può inventarsi un suo mix.  Resta comunque di primaria importanza comporre nuove musiche e proiettarsi in avanti inventando nuove soluzioni. Questo è comunque il futuro della musica : creare idee, immaginare nuovi suoni e colori.

 

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