Destinato a diventare uno dei più importanti ambasciatori dell’Italia contemporanea (resse la nostra ambasciata a Bonn fra il 1964 e il ’75), Mario Luciolli iniziò giovanissimo le prime esperienze diplomatiche alla vigilia di uno dei periodi più difficili nella vita italiana e internazionale. Dall’osservatorio privilegiato del Ministero degli Esteri, ripercorre gli avvenimenti più rilevanti, vissuti in prima persona dal 1933 al 1948, nel denso volume Palazzo Chigi anni roventi, che ritorna presso l’editore Le Lettere (pp. 212, € 22), nella collana “Il filo della memoria”, diretta da Francesco Perfetti, al quale si deve l’utile prefazione.
Da giovane funzionario nel gabinetto di Galeazzo Ciano a palazzo Chigi nella seconda metà degli anni Trenta, Luciolli salì a poco a poco i gradini della gerarchia. Ebbe incarichi in vari Paesi e fu testimone di avvenimenti eccezionali nell’Italia fascista, in Australia, nella Germania hitleriana, nella Spagna franchista, e di nuovo in Italia, ma nell’Italia profondamente mutata del 1944. In questo gustoso volume memorialistico, rievoca anni d’intensa attività diplomatica, di guerra, di distruzione e di faticosa ricostruzione.
Importante come testimonianza di prima mano e come fonte storiografica, il testo, scritto con eleganza e con una prosa accattivante, offre altresì una rappresentazione vivace della diplomazia italiana e degli usi attraverso i quali vengono definite scelte operative destinate a influenzare la storia. Anche molti particolari minuti destano interesse e attraggono il lettore, al quale resta il rammarico per essersi fermato l’autore al 1948.