Sotto il titolo Bistecca alla Maroncelli, Giuseppe Marcenaro raccoglie una decina di brillanti e gustosi testi dedicati a personaggi, eventi, episodi dell’età risorgimentale. La dote maggiore è la garbata ironia con la quale condisce le briose narrazioni.
Ancor prima delle gesta eroiche e clamorose dei grandi personaggi del pensiero e dell’azione di cui il Risorgimento si gloria, esiste l’uomo con le debolezze, le bizze, le miserie e, da non dimenticare, la follia. Raccolta di “stranezze”, reali e psicologiche, questo piccolo libro segue gli anni del Risorgimento attraverso eventi in apparenza marginali, mettendo a fuoco alcune contraddizioni di personaggi che hanno contribuito a costruire il nostro Paese. È un’Italia nel suo farsi con storie palesi e sotterranee: le Cinque Giornate viste dalla parte dell’Austria; le eroiche “gesta” del generale Ramorino; Mazzini esiliato che scrive alla madre celandosi dietro allo pseudonimo femminile di Emilia; il garibaldino che finì trombettiere agli ordini del generale Custer e fu l’unico superstite della battaglia di Little Big Horn… e poi il destino di un mozzicone di sigaro fumato da Garibaldi e le imprevedibili gesta dell’ultima regina di Napoli. Il gusto con il quale uomini e fatti sono dipinti ricorda molto da vicino lo stile di un maestro quale Giovanni Ansaldo.
Il volumetto esce dall’editore Le Lettere, nella collana “Il salotto di Clio”, diretta da Francesco Perfetti, cui si deve la prefazione (pp. 98, € 9).