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Il pellegrinaggio dei fedeli iblei al santuario di Siracusa

Don Giarratana, il vescovo Marto e don Occhipinti

Molto suggestivo e spirituale è stato il pellegrinaggio al santuario della Madonna delle Lacrime tenutosi sabato scorso con un gruppo di pellegrini ragusani guidati da don Giorgio Occhipinti, consigliere nazionale dell'Apostolato mondiale di Fatima e direttore dell'Ufficio diocesano per la Pastorale della Salute. Tra i pellegrini presente anche don Andrea Giarratana, salesiano don Bosco, e un gruppo della cappellania ospedaliera. Non è mancata la preghiera per tutti gli ammalati. In continuità con le apparizioni di Fatima (il quadretto rappresenta infatti il Cuore immacolato di Maria - devozione chiesta dalla Madonna a Suor Lucia a Fatima), la celebrazione eucaristica al santuario è stata presieduta dal vescovo di Leiria Fatima, mons. Antonio Marto, per la prima volta in Sicilia. Dopo la processione con il reliquiario iniziata da via degli Orti, nel luogo in cui è avvenuta la lacrimazione 61 anni fa, sono state molto toccanti le parole di mons. Marto durante l'omelia, pronunciata in lingua italiana. “Le lacrime di Maria – ha detto il vescovo portoghese – appartengono all’ordine dei segni: esse testimoniano la presenza della Madre nella Chiesa e nel mondo. Piange una madre quando vede i suoi figli minacciati da qualche male, spirituale o fisico. Il santuario della Madonna delle Lacrime è sorto per ricordare alla Chiesa il pianto della Madre. Come a Fatima, qui vi si recano quanti sono oppressi dalla consapevolezza del peccato per sperimentare la ricchezza della misericordia di Dio e del suo perdono. A Fatima, la Madonna ha chiesto la conversione dell'umanità, perché finisca la guerra (soprattutto quella interiore che ci porta a non amare gli altri). A Siracusa ha pianto per la sorte dell'umanità. Sono lacrime di dolore per quanti rifiutano l’amore di Dio, per le famiglie disgregate o in difficoltà, per la gioventù insidiata dalla civiltà dei consumi e spesso disorientata, per la violenza che tanto sangue ancora fa scorrere, per le incomprensioni e gli odi che scavano fossati profondi tra gli uomini e i popoli. Sono lacrime di preghiera: preghiera della Madre che dà forza ad ogni altra preghiera e si leva supplice anche per quanti non pregano perché distratti da mille altri interessi, o perché ostinatamente chiusi al richiamo di Dio”.

Il gruppo dei pellegrini ragusani dinanzi al santuario

“Sono, insomma – ha aggiunto ancora il vescovo – lacrime di speranza, che sciolgono la durezza dei cuori e li aprono all’incontro con Cristo Redentore, sorgente di luce e di pace per i singoli, le famiglie, l’intera società”. A conclusione del pellegrinaggio a Siracusa, don Occhipinti utilizza le parole pronunciate dalla Madonna a Fatima indirizzate a Suor Lucia: “Non essere triste figlia mia, il mio Cuore Immacolato sarà per te il rifugio e il cammino che ti condurrà a Dio”. “Queste ultime parole – dice don Occhipinti – vorrei indirizzare al termine della nostra esperienza a Siracusa a tutti i nostri ammalati e a coloro che portano sofferenze fisiche e interiori”.

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