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foto-lopa-tortano

Il casatiello è la tipica torta rustica napoletana, forse è il rustico più famoso che si prepara a Napoli nel periodo di Pasqua. Sebbene i nomi casatiello e tortano siano spesso utilizzati come sinonimi, essi si differiscono per il modo in cui vengono utilizzate le uova nella preparazione. Nel primo le uova vengono messe intere e crude e sono parzialmente sporgenti e ben visibili sul rustico, nel tortano invece, le uova vengono messe sode tagliate a pezzi e messe nell’impasto. Il casatiello rappresenta la Pasqua e ne conserva i simboli: il salame, il pecorino e le uova fissate con delle croci di pasta. Questo rustico napoletano è ottimo sia caldo che freddo, in particolare da mangiare come colazione al sacco per le gite nel giorno di Pasquetta. La tradizione vuole che venga preparato il venerdì sera, lieviti l’intera nottata del venerdì santo per poi essere infornato la mattina seguente. Cosi questa mattina il Rprresentante della Consulta Nazionale dell’Agricoltura, già Delegato della Provincia per i settore AgricoloAgroalimentare, Rosario Lopa.

Ingredienti per uno stampo da 32 cm:

1 kg di farina 00 500 ml di acqua 25 gr di lievito di birra 250 gr di strutto 400 gr tra salame tipo napoli,prosciutto cotto e pancetta 400 gr tra provolino provolone e fontina 100 gr di pecorino 4 uova sale pepe Tempo di preparazione: 50 min Tempo di cottura: 1 ora Tempo totale: 1 ora 50 min + 4 ore lievitazione Procedimento per preparare il Casatiello napoletano Disporre la farina a fontana su una spianatoia. Sciogliere il lievito in acqua tiepida e aggiungerlo lentamente alla farina. Iniziare ad impastare per far assorbire man mano l’acqua alla farina. Aggiungere man mano la sugna facendola assorbire all’impasto (tenetene un pò da parte per ungere il ruoto e per cospargere il tutto prima di infornarlo), aggiungere poco sale e una bella manciata di pepe. Lavorare a lungo l’impasto in modo molto energetico aggiungendo man mano la sugna e il pecorino. Formare una palla con l’impasto, disporlo su una spianatoia e fate lievitare l’impasto per 1 ora circa. Stendete l’impasto su una spianatoia infarinata con uno spessore di 1 cm circa.(Lasciate da parte un pò di pasta per le striscioline) Disponete su tutta la superficie della pasta il ripieno (gli affettati e i formaggi vanno tagliati a dadini), spolverizzate con il pecorino. Arrotolate con delicatezza il più strettamente possibile. Ungete lo stampo da casatiello con abbondante strutto, disponetevi il rotolo di pasta a ciambella, unendone bene le estremità. Fate dei buchi ad intervalli regolari e disponetevi dentro le uova lavate e asciugate. Fermate le uova con delle striscioline incrociate fatte con la pasta che avete tenuto da parte, ungete il casatiello con lo strutto su tutta la sua superficie e fatelo lievitare per tutta la notte ( per velocizzare i tempi potete farlo crescere per 3 ore in un luogo caldo coperto con un canovaccio). Infornare il casatiello napoletano in forno preriscaldato a 160° per un’oretta. Lasciar intiepidire il casatiello, tagliare a fette e servire

 

 

Con l’apertura ufficiale della campagna dei referendum sociali promossi dai movimenti per la scuola pubblica, per l’acqua e i beni comuni e contro la devastazione ambientale (no trivellazioni e no inceneritori), nel corso di una partecipatissima assemblea svoltasi domenica 13 marzo a Roma, si è messa in moto la macchina organizzativa che dovrà predisporre, su tutto il territorio, un’efficace e capillare rete di contatti e canali di informazione, allo scopo di raccogliere consensi e firme.

Il giorno 14, a Napoli, in via Torino, in una delle sedi messe a disposizione dalle forze sindacali, politiche e associative che hanno aderito alla campagna, si è svolta un’assemblea unitaria, alla quale hanno preso parte anche comitati regionali e provinciali da tempo attivi in Campania e che hanno contribuito, con l’ausilio di illustri costituzionalisti, a redigere i testi dei quesiti referendari, per iniziare a pianificare nel concreto le azioni e ad operare una ricognizione delle risorse umane e materiali disponibili.

L’assemblea ha affrontato preliminarmente i nodi cruciali della campagna, che si prospetta complessa e laboriosa, sia dal punto di vista fattuale che sul piano della comunicazione e della propaganda.

E’ stata fissata la sede della Segreteria operativa generale e sono state elencate le altre sedi napoletane e provinciali dei sindacati, partiti, coordinamenti e comitati coinvolti, da cui partiranno le direttive e in cui si lavorerà febbrilmente, nei prossimi mesi, per arrivare al traguardo auspicato.

Prima dell’avvio della raccolta vera e propria, che partirà il prossimo 9 aprile, il Comitato organizzerà una conferenza-stampa per presentare, nel dettaglio, referenti, luoghi, canali comunicativi e iniziative di lancio della “operazione referendum”, che ha già avuto il merito di unire e armonizzare movimenti e soggetti di diversa ascendenza politica e ideologica, e che, si spera, avrà anche quello di immettere nuova passione e nuova vitalità nella nostra Democrazia.

Il Comitato referendum sociali Napoli

Tre donne campane, appassionate della loro terra, che hanno voglia di raccontare ciò che molte volte è invisibile agli occhi dei turisti e dei napoletani stessi. E’ così che prende vita Le Capere. Donne che raccontano Napoli, una neonata associazione culturale.
Come le antiche pettinatrici portavano di casa in casa informazioni e curiosità, Laura, Valeria e Margherita racconteranno ad orecchie attente e curiose, storie, tradizioni e cultura di Napoli e della Campania. 
“Il nostro obiettivo? Portarvi alla scoperta dei luoghi più belli e suggestivi, attraverso tour artistici, archeologici, enogastronomici, naturalistici e tanto altro ancora! Insomma: in Campania con noi l’antico pettegolezzo diventa cultura!”
Tutto parte dalla scelta del nome curioso e accattivante, ma al contempo fortemente legato alla storia napoletana. Le capere infatti non erano semplicemente “inciucesse”, donne pronte a svelare segreti di altri, ma prima di tutto lavoratrici; pettinatrici che passavano da un basso ad un piano nobile, da una popolana ad una ricca matrona, pronte a soddisfare e intrattenere con curiosità e leggende le loro clienti.
Questo è solo l’inizio della storia. Quella storia che appartiene alle preparatissime guide turistiche e che attraverso i loro tour renderanno anche un po’ più nostra, con viaggi nel tempo, voli pindarici e ricadute tra i vicoli e i sampietrini di una Napoli forse ancora sconosciuta.

Si parte ufficialmente sabato 12 marzo alle 17:00 con un suggestivo evento inaugurale che comincerà da Piazza del Plebiscito (tra le due statue equestri) a Napoli.
Come iniziare al meglio se non dall’origine di tutto? Dall’antico Largo di Palazzo una Capera vi racconterà quello che fu l’inizio di una grande civiltà e la nascita della forte e contesa Neapolis. Ma è proprio questo il vero e originario nome di Napoli? Chi per primo approdò sulle coste campane? Qual è ancora oggi la zona più ‘vecchia’ della città?
Tra miti e leggende, maghi e sirene la passeggiata terminerà nel cuore di Napoli, in cima a Castel dell’Ovo, lì dove tutto ebbe inizio, lì il principio di ogni cosa.

Area_ex_gasometro

"E’ passato circa un anno da quando il 20 marzo 2015 un incendio scoppiò nell’area dell’ex gasometro al Vomero in viale Raffaello. Fiamme che furono visibili anche a notevole distanza, lambendo pericolosamente anche alcuni fabbricati e creando notevole paura". A ricordare l’evento è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che da molti anni segue le travagliate vicende di quest’area, ricostruendo, ancora una volta, nell’occasione, la storia di una delle tante opere annunciate ma mai realizzate in materia di verde pubblico nell’area collinare del capoluogo partenopeo, un parco agricolo urbano che sarebbe dovuto sorgere, ma il condizionale a questo punto è d’obbligo, visto che sono passati circa vent’anni dall’inizio di questo tormentone, nell’area dell’ex gasometro, posta tra viale Raffaello e salita Cacciottoli.

 

"Nel marzo del 2011, dopo varie traversie – ricorda Capodanno -, il parco fu finalmente presentato in pompa magna alla stampa, nel mentre erano da poco iniziati i lavori per la sua realizzazione, lavori che sarebbero dovuti durare sei mesi. Invece da allora sono passati ben cinque anni e il parco è rimasto solo sulla carta".

 

"Lustri d’attesa, oltre due milioni di euro a suo tempo finanziati ma a tutt’oggi siamo ancora in attesa che veda la luce questo parco che doveva sorgere su di un’area acquisita dal Comune di Napoli di circa 14mila metri quadrati, area che fino agli anni ’80 era stata occupata da una campana gassometrica e dalle relative attrezzature per il funzionamento - puntualizza Capodanno -. Pur conoscendo la lentezza della macchina comunale non si riescono a comprendere né a conoscere i motivi per i quali i lavori non sono stati portati avanti fino al completamento dell’opera".

 

"Il parco era stato progettato su un’area vincolata, che precedentemente apparteneva ad un privato, e su una parte della quale si voleva realizzare un parcheggio interrato – ricorda Capodanno -. Dopo una serie di battaglie sostenute dai residenti e dalle associazioni, il Comune di Napoli elaborò una variante per un progetto di riqualificazione, variante approvata con deliberazione consiliare n. 44/2001 e deliberazione di Giunta comunale n. 2365/2002. Successivamente con decreto del Presidente della Giunta regionale della Campania n. 529 del 24 settembre 2004 la stessa variante fu approvata anche dalla Regione Campania".

 

"Molti si chiedono perplessi, visto il silenzio calato da tempo sulla vicenda, se il progetto del parco agricolo, pubblicato all’epoca anche nelle cartografie del sito internet del Comune di Napoli, sarà mai realizzato – prosegue Capodanno -. Sarebbe opportuno che, per fare luce su questa vicenda, oramai datata, venissero promosse tutte le indagini del caso anche per chiarire i motivi dei ritardi accumulati, pure alla luce degli ultimi eventi".

Via Scarlatti, nuova alberatura

Soddisfazione viene oggi espressa da Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, il quale, un mese addietro, aveva segnalato, tra l’altro, la scomparsa di un albero dalla fonte presente in via Scarlatti, all’incrocio con via Enrico Alvino.

 

“ Nella tarda mattinata – afferma Capodanno – la ditta incaricata ha proceduto a piantumare le nuove alberature nelle fonti vuote, poste in via Scarlatti. In particolare è stato piantumato l’albero la cui scomparsa era stata segnalata nel mese di gennaio e che si trovava nella fonte ubicata nei pressi dei locali dell’ex bar Daniele, tra via Scarlatti e via Alvino “.

 

“ Naturalmente – aggiunge Capodanno -, alla luce di quanto accaduto in precedenza, porremmo particolare attenzione affinché la nuova essenza arborea non subisca la stessa sorte di quella che l’ha preceduta, la quale , a sua volta, era stata piantata al posto di uno dei più antichi platani del Vomero, abbattuto a ragione di una grossa carie che si era manifestata sul tronco, presso la sua base, la quale carie, presumibilmente, ne aveva minato la stabilità “.

 

“ Il nostro impegno sulla riqualificazione dell’arredo urbano del Vomero comunque continuerà anche nell’immediato futuro – annuncia Capodanno -. In particolare occorre ancora ripristinare le quattro panchine scomparse nell’isola pedonale di via Scarlatti, rispettivamente all’altezza dei civici 97, 130, 147 e 181, come più volte segnalato senza che, allo stato, si sia ancora provveduto, nonché tre delle undici alberature presenti nella centralissima piazza Vanvitelli, le cui fonti sono attualmente vuote o con il solo ceppo dell’albero precedentemente abbattuto “.

 

Sulle questioni evidenziate Capodanno sollecita, ancora una volta, l’intervento immediato degli uffici comunali competenti.

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