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Giochiamo per la pace

L’ATP Coordinamento Educazione Fisica di Crotone con la collaborazione dell’IC “Cutuli”, la Consulta Studentesca, le ACLI di Crotone, la Cooperativa Agorà Kroton, Cooperativa Baobab, Kroton Community, Prociv Arci di Isola Capo Rizzuto, hanno organizzato nell’ambito della festa del Patrono della Città, San Dionigi Areopagita, il Torneo di Calcio a 5 “GIOCHIAMO PER LA PACE” .

La manifestazione si è svolta nel pomeriggio dello scorso 6 ottobre presso i campetti dell’Istituto Comprensivo Maria Grazia Cutuli con un avvincente confronto internazionale.Le squadre partecipanti erano la Cooperativa Agorà Kroton, Kroton Community, Prociv Arci di Isola Capo Rizzuto e Cooperativa Baobab, formate dai ragazzi ospiti dei centri Sprar del Comune di Crotone e dagli stessi operatori.Il Torneo è stato avvincente, e coinvolgente, con due semifinali e finale, la squadra vincente è stata quella dei ragazzi della Cooperativa Baobab. In realtà i vincitori alla fine, sono stati tutti i presenti, perché hanno vissuto una sana e significativa competizione sportiva nel segno della convivenza, fatta di rispetto per l’avversario e di interazione tra ragazzi provenienti da ogni parte del mondo. Già rispetto ed interazione, due essenziali e indispensabili componenti e comportamenti di vita sociale che, purtroppo, e per la superficiale e miope visione e mentalità di “qualcuno”, stanno venendo meno, mettendo a serio rischio quanto di buono si è costruito in tanti anni di operoso e serio lavoro nel difficile e variegato mondo del sociale, di cui fanno parte anche i migranti. E da un calcio ad un pallone, ad un calcio alla dignità ed al rispetto verso qualsiasi essere umano, il passo è breve.

Secondo Papa Bergoglio"Migranti e rifugiati non sono pedine sullo scacchiere dell'umanità e invita a vincere i pregiudizi e le ostilità che spesso nascono nei confronti del diverso, non di rado, l’arrivo di migranti, profughi, richiedenti asilo e rifugiati suscita nelle popolazioni locali sospetti e ostilità”. Nasce la paura che si producano sconvolgimenti nella sicurezza sociale, che si corra il rischio di perdere identità e cultura, che si alimenti la concorrenza sul mercato di lavoro o, addirittura, che si introducano nuovi fattori di criminalità”. La situazione del migrante è paragonabile a quella della Sacra Famiglia. “Gesù, Maria e Giuseppe che hanno sperimentato che cosa significhi lasciare la propria terra ed essere migranti: minacciati dalla sete di potere di Erode, furono costretti a fuggire e a rifugiarsi in Egitto”. Si chiede un cambiamento di atteggiamento nei confronti degli immigrati, occorre superare pregiudizi e precomprensioni.

Il giorno seguente presso l’Aula Magna dell’I. C.”M.G.Cutuli”, le classi 3°D della scuola secondaria di 1° grado e quinte A e B della scuola primaria, alla presenza di docenti e del Dirigente Scolastico dell’Istituto,la Referente alla Legalità: Prof.ssa Ivana Zannino ha sviluppatotematiche inerenti l’integrazione e l’accoglienza dei migranti invitando, tutta la scolaresca presente, a riflettere sulladiversità, come un valore da scoprire, da riconoscere, da rispettare. In tal modo l'interculturalità si configura come l'atteggiamento di chi è capace di cercaree trovare elementi di somiglianza e di affinità tra culture diverse, in una società ormai multietnica e multiculturale, e contemporaneamente di riconoscere la specificità e le differenze come un valore che arricchisce.L’incontro si è rivelato interessante e stimolante, poiché è stato uno studente di terza media che, improvvisatosi “docente”, ha presentato delle slides inerenti i diritti negati a molte persone e tra queste, ovviamente, risultano anche i migranti, spesso sfruttati da persone senza scrupoli, che approfittano della loro condizione di vulnerabilità. Molti, infatti, fuggono dai loro Paesi dove imperversano guerre, persecuzioni,fame.Prima dell’incontro, gli alunni hanno voluto ricordare la strage, avvenuta il 3 ottobre 2013, di circa 366 profughi morti a Lampedusa, mentre viaggiavano sui “ barconi della speranza”.Dopo il commento delle immagini, il dibattito si è concentrato sui temi dell’integrazione e di come a questa si oppongono però numerose difficoltà: pregiudizi, paure immotivate che non favoriscono una convivenza pacifica.I ragazzi si sono soffermati sulla condizione dei migranti-profughi, che dovrebbero essere particolarmente tutelati, perché nelle loro terre sono perseguitati per motivi politici, religiosi e ideologici rischiando torture e la pena di morte. Hanno, inoltre, posto l’attenzione sulla condizione dei più deboli quali donne e bambini che subiscono violenze di ogni sorta.Gli studenti dell’Istituto Cutuli hanno partecipato attivamente alla discussione, mettendo in evidenza come, purtroppo, gli immigrati sono spesso oggetto di aggressioni da parte di persone che vivono soltanto di preconcetti, mentre a livello sociale l’emigrazione dovrebbe essere una risorsa se gestita con politiche comuni di accoglienza e regolazione, trasformando il flusso migratorio in una reale fonte di ricchezza, progresso e benessere per tutti. Alla fine dell’incontro, gli alunni sono stati concordi nell’affermare chetutte le agenzie educative, in primis la scuola e la famiglia, devono contribuire a sviluppare nei ragazzi la cultura dell’inclusione, della non violenza e della pace. Pace intesa come valore universalmente riconosciuto e senza la quale gli atteggiamenti di preclusione e pregiudizi possono sfociare facilmente in comportamenti violenti sia verbali che fisici.

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