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Un crescendo di partecipazione, di un pubblico desideroso di riappropriarsi della perduta libertà e alla riscoperta di alcuni valori, come la cultura, che sembravano passati in secondo piano.

Sono state questa le sensazioni suscitate nel vedere tantissima partecipazione di giovani e meno giovani, nella Chiesa Madre di Santa Severina, Domenica 14 Novembre, nel concerto organizzato dalla Società Beethoven di Crotone in collaborazione con l’Amministrazione Comunale.

La pianista Russa Tatiana Malguina, accompagnata dall’Orchestra “O.Stillo”, ha veramente coinvolti tutti, anche i non adusi all’ascolto di un programma tanto complesso quanto raffinato.

L’apertura della serata è stata riserva all’orchestra che ha eseguito la Suite numero tre di Haendel.

Subito dopo al pianista, con un tocco da grande virtuosa ha presentato il “Concerto in La Magg.”  del portoghese Carlos  Seixsas, superbamente sostenuta dall’orchestra .

Un brano mai eseguito in Italia che ricalcava, sia pure nella sua totale originalità, il periodo di Haendel e Bach.

La Malguina ha faticato non poco, per ricreare sul pianoforte, tutte quelle sensazioni e particolarità timbriche proprie del clavicembalo.

Come il terzo brano l’orchestra ha eseguito la bellissima “Suite in Re Magg  BWV 1068” di J S Bach.

Un’opera questa, che senza ombra di dubbio, mette in difficoltà anche le orchestre più blasonate.

L’Orfeo Stillo ha ancora una volta, sempre che ve ne fosse bisogno, dimostrato di essere in grado di affrontare con sicurezza anche i brani più difficili e impegnativi.

Suono caldo, corposo e chiarezza timbrica sono state le caratteristiche più evidenti, di una compagine orchestrale formata tutta da professionisti provenienti dai conservatori calabresi, che fa onore alla Calabria tutta.

Ultimo brano in programma la bellissima “Sonata per pianoforte e orchestra sempre di Bach BWV 1056”

Una esecuzione quella della Malguina, sostenuta sempre da un’orchestra coesa e sicura, che in particolare  nel Largo, ha suscitato vera commozione.

La prima sensazione arrivata all’ascoltatore è stata come se l’esecutore ragionasse all’unisono con il compositore.

La Tatiana Malguina è riuscita a trasmettere una sensazione teatrale e di preghiera al tempo stesso, come se l’impiego del contrappunto e la calibratura dei colori realizzati sul pianoforte  facessero respirare  un ‘ariosità più orizzontale  e una sicurezza analitica rara.

Una serata veramente bella nella quale, cultura, arte e interpretazione si erano date convegno.

Naturalmente una serie di bis hanno ringraziato gli applausi calorosi di un pubblico sempre più attento e partecipe

Il giorno 5 Novembre a Crotone, presso Il “Lido degli Scogli”, si è tenuto il Congresso della Società Italiana di Oftalmologia Legale (S.I.O.L.) dal titolo “ Aspetti medico-legali in oftalmologia nella disabilità visiva”.

L’evento, di notevole valore scientifico, ha tra l’altro inaugurato la sezione Calabria e Lucania della S.I.O.L nazionale.

Il Prof. Demetrio Spinelli, Presidente del Congresso, Il Dr. Santo Mauro e il Dr. Leopoldo De Martino, coordinatori Scientifici dell’evento, hanno inteso evidenziare un importante problema di salute pubblica qual è la disabilità visiva.

Tra le patologie principali che possono essere causa di una riduzione visiva significativa si annoverano la cataratta, il glaucoma, la degenerazione maculare e la retinopatia diabetica: temi ampiamente trattati dagli eminenti relatori intervenuti.

Il Prof. Demetrio Spinelli, Presidente della S.I.O.L. nazionale, ha aperto i lavori Congressuali.

Dopo aver ringraziato il Dr. Santo Mauro e il Dr. Leopoldo De Martino, membri della S.I.O.L nazionale,

per l’organizzazione dell’evento scientifico, Il Prof. Demetrio Spinelli ha evidenziato l’importanza della disabilità visiva nella invalidità civile.

Il Prof. Luigi Papi, Direttore della Medicina Legale dell’Università di Pisa, ha sottolineato l’importanza del certificato medico ai fini del riconoscimento della disabilità visiva.

Tale certificazione, secondo Il Prof. Filippo Cruciani, Segretario della S.I.O.L. nazionale, non è scevra da criticità. Cruciani ha infatti dimostrato la fragilità del certificato nell’accertamento e nella quantificazione del danno visivo.

Il Dr. Vincenzo De Vitto ha, poi relazionato in merito al riconoscimento di cieco civile tra indagini giudiziarie ed esame clinico.

Il Dr. Piercarlo Rizzi, medico legale e la Dr.ssa Sonia Palmieri, oculista e membro della S.I.O.L. nazionale hanno affrontato il tema della legge 138 del 3 Aprile 2001, evidenziandone la sua efficacia e la sua criticità.

Di seguito il Generale Luigi Lista, medico legale che ricopre importanti incarichi ministeriali ed è presidente della commissione di verifica di Roma, ha trattato il tema della inidoneità al Servizio ed altre forme di inabilità assoluta e permanente, compresa la disabilità visiva, a qualsiasi attività del dipendente pubblico (art.15  D.P.R. 461/2001, D.P.R. 171/2001 e legge 335/95).

La disabilità visiva in età pediatrica è stata trattata dal Prof. Michele Fortunato, chirurgo di oftalmologia pediatrica all’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” di Roma.

In particolare il Prof. Fortunato ha commentato un video relativo ad interventi complessi da lui eseguiti su bambini e neonati.

Altri eminenti relatori che hanno partecipato al Congresso sono stati: il dr. Gennaro Crugliano, il dr. Andrea Lucisano, la dr.ssa Giovanna Carnovale Scalzo, la dr.ssa Angela Turtoro, il dr. Giovanni Cimbalo, il dr. Carmine Vulcano e la dr.ssa Rosalba De Giglio.

A conclusione dei lavori congressuali si è tenuta una tavola rotonda relativa al tema della disabilità visiva in età adulta condotta dal Prof. Filippo Cruciani, in qualità di Presidente, a cui hanno partecipato il dr. Leopoldo De Martino, il dr. Gregorio Paglianiti, il dr. Sante Luigi Formoso, il dr. Gregorio Rijillo, il dr. Demetrio Romeo e la dr.ssa Rosanna Valente in rappresentanza della Lucania.

Sarà stata la lunga assenza dell’orchestra “O Stillo” da Crotone, o la voglia di riprendere una vita normale, ma non avevamo mai vista la Chiesa dell’Immacolata così gremita durante un concerto.

Stiamo parlando del secondo appuntamento, Domenica 7 Novembre, a Crotone della programmazione “l’Hera della Magna Grecia” IV Edizione promossa e gestita dalla Società Beethoven.

Appuntamenti ai quali sembra che nessuno voglia mancare, e la Società Beethoven sta dimostrando ancora una volta, la grande capacità di offrire concerti artistici di grande ed indiscusso spessore culturale.

Di scena, come dicevamo l’Orchestra “Orfeo Stillo” con la partecipazione straordinaria del pianista Rodolfo Rubino.

Nella presentazione dell’evento la conduttrice Manuela Tassone ci ha ricordato che il pianista Rubino diversi anni or sono lo avevamo applaudito allora giovanissimo nel Teatro Apollo come un vero prodigio della tastiera.

E non ci eravamo sbagliati visto che ci ha regalato uno splendido concerto e una serata indimenticabile.

Ad aprire la prima parte l’Orchestra “O.Stillo” con una esecuzione superba della “Piccola Serenata Notturna” di W. A. Mozart.

Suono caldo, pastoso e grande coesione d’insieme, dove dal Primo Violino Il M° Arnaboldi all’ultimo della fila hanno veramente dato il meglio di loro stessi magistralmente diretti dal M° Fernando Romano.

Nella seconda parte uno dei più bei concerti di Mozart, particolarmente amato da Beethoven, il famosissimo e drammatico “KV 466 in Re min.”

Un’opera molto impegnativa per l’orchestra e per il solista, condotta con una fluidità che dava la sensazione che fosse la cosa più normale, anche se l’impegno e l’attenzione continua e costante era assolutamente necessaria.

Tecnica da grande virtuoso, capacità interpretativa unica, un’esperienza appagante che faceva capire  il senso gioioso drammatico allo stesso tempo audace seppure ”improvvisativo” di una delle più belle opere Mozartiane.

Molto più che una rete di scuole. È stata presentata venerdì scorso l’iniziativa “Scuole sicure in rete” che coinvolge, al momento, oltre quaranta istituti di ogni ordine e grado di tutto il territorio nazionale. Fra queste c’è anche l’istituto Ciliberto – Lucifero di Crotone: “È un’occasione di crescita per la nostra scuola e non potevamo certo lasciarla passare così” afferma il dirigente scolastico dello storico istituto crotonese Girolamo Arcuri che continua: “La sicurezza riguarda ogni aspetto della vita, la scuola deve essere maestra in ogni ambito e non solo all’interno delle aule, la scuola non deve essere solo didattica, ma anche azioni concrete”.

L’istituto capofila è il Carlo Pisacane di Sapri che ha lanciato l’innovativa idea che ha trovato immediato riscontro. Lo scopo di “Scuole sicure in rete” è quello far interiorizzare ai discenti la cultura della sicurezza in ogni campo, dal quello lavorativo a quello domestico, sicurezza che passa anche per le azioni e le abitudini quotidiane che possono rappresentare un pericolo, insomma imparare ad adottare quelle buone pratiche che possono diminuire i rischi.

Ogni scuola in autonomia può avviare delle attività didattiche che poi può condividere con le altre che hanno aderito al progetto creando una vera e propria rete innescando un circolo virtuoso di scambi di idee e attività utili a chi le mette in pratica, insegnanti e studenti.

“La sicurezza è un tema che ci sta molto a cuore, per questo motivo come istituto abbiamo aderito con entusiasmo alla rete. Sono sempre più convinto in ultimo che le scuole debbano collaborare più che competere e non essere gelose l’una dell’altra perché la finalità di tutte è una soltanto, quella di formare gli uomini e le donne di domani” conclude Arcuri.

 

Un progetto di ricerca dedicato a pazienti colpiti da ictus, ma potenzialmente applicabile anche a quelli colpiti da Parkinson ed Alzheimer, che ha l'obiettivo di comprendere se l'evoluzione del recupero dai danni neurologici possa essere influenzata da componenti genetiche. Il che potrebbe permettere alla medicina di elaborare percorsi di riabilitazione personalizzati, che nel caso dell'ictus potrebbero accelerare il recupero e ridurre la disabilità, nel caso delle malattie neurodegenerative potrebbero rallentarne il decorso

Guarda al futuro della medicina la convenzione siglata tra l'Istituto S. Anna di Crotone ed il DZNE (Deutsche zentrum für neurodegenerative erkrankungen - Istituto nazionale tedesco di studio delle patologie neurologiche), e rinnovata questa mattina per altri tre anni.

A firmarla il presidente e direttore scientifico del DZNE, professor Pierluigi Nicotera; il direttore amministrativo della stessa struttura, Sabine Helling-Moegen; l'amministratore unico dell'Istituto S. Anna, Giovanni Pugliese; il direttore scientifico dello stesso Istituto, professor Paolo Tonin.

I dettagli del progetto di ricerca sono stati illustrati il professor Nicotera, che nel 2009 è stato chiamato dal Governo tedesco a creare il Dzne, che oggi conta dieci sedi in Germania ed oltre 1100 specialisti che studiano in maniera multidisciplinare le malattie neurologiche: “Il nostro Istituto è considerato tra i primi dieci al mondo nel campo della neurodegenerazione, tra i primi tre per la produzione scientifica; ed è per questo che noi vogliamo collaborare con altri Istituti d'eccellenza, come il S. Anna ha dimostrato di essere. La riabilitazione è un'area che in passato è stata poco considerata in medicina, mentre invece è importantissima sia per i pazienti cerebrolesi che per chi ha malattie neurodegenerative”. Ictus, Parkinson, Alzheimer, sono infatti malattie già frequentissime ed in forte aumento, e la loro gestione “diventerà un grosso problema anche economico, che coinvolgerà le famiglie ed i sistemi sanitari di tutto il mondo”. Ecco, in questo quadro, cosa si propongono i due istituti: “Analizzando singole cellule dei pazienti – ha spiegato Nicotera - vorremmo trovare un pattern, un modello di marcatori biologici che ci permette di quantificare l'effetto della riabilitazione; questi modelli potranno poi essere utilizzati per personalizzare l'intervento su pazienti colpiti da ictus ma anche da malattie neurodegenerative, oppure identificare pazienti che possono seguire lo stesso tipo di percorso riabilitativo”. “La collaborazione di questo tipo tra pubblico e privato – ha aggiunto - è indispensabile perché a breve i costi per la sanità pubblica diventeranno insostenibili; la partnership, quindi, è il futuro. E questo è anche il motivo per cui questa convenzione è aperta a tutte le strutture, pubbliche o private, che vorranno aderire alla ricerca”. 

La convenzione, oltre ad essere un grande attestato di stima nei confronti del lavoro compiuto negli anni dall'Istituto S. Anna di Crotone, è anche la dimostrazione di quanto anche la Calabria possa avere un ruolo tutt'altro che secondario in uno scenario internazionale di ricerca scientifica e clinica finalizzata all'assistenza sanitaria. “Questo è un riconoscimento alla Calabria – ha affermato Giovanni Pugliese - e noi speriamo di essere all'altezza di questa fiducia. La ricerca è necessaria per dare risposte sempre migliori ai pazienti, e noi lavoriamo con pazienti delicatissimi. Se non avessimo fatto ricerca non avremmo potuto evolvere le nostre conoscenze, ed è quello che vogliamo continuare a fare per poter dire ad una mamma 'porta tuo figlio qui che ce ne occupiamo noi'”.

Alla conferenza stampa ha partecipato anche Domenico Sperlì, commissario straordinario dell'Asp di Crotone: “Questo accordo – ha detto – è la testimonianza della complementarietà che ci deve essere tra pubblico e privato. Un momento di confronto sul piano scientifico, culturale, ma anche organizzativo; e proprio dal confronto emergono gli stimoli giusti per migliorare la qualità dell'assistenza sanitaria”. Sulla stessa linea l'intervento del direttore generale del Dipartimento Tutela della salute della Regione Calabria, Giacomo Brancati: “Non siamo delle monadi. Siamo funzionali all'assistenza se siamo un sistema, non se siamo semplici individualità. E in questo modo riusciremo a garantire un'assistenza di identica qualità a tutti i pazienti della regione, senza differenze tra un territorio ed un altro”.

Il direttore scientifico dell'Istituto S. Anna, Paolo Tonin, ha concluso i lavori: “L'attività di ricerca nasce dai dubbi – ha affermato - della incertezze, dalla voglia di trovare delle risposte. Ebbene, uno studio di questo genere potrebbe permetterci di essere più utili ai pazienti, e nello stesso tempo di dare risposte più realistiche e scientificamente fondate ai familiari dei malati, nel momento in cui ci chiedono se il loro caro potrà tornare a parlare, o a camminare. Con la collaborazione delle unità di Neurologia delle Asp calabresi potremo individuare i pazienti il cui percorso presenta maggiori incertezze, e con loro avviare questa ricerca”.

 

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