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Per l'Expo la politica reagisce

Giornata di interrogatori, oggi, nel carcere di Opera, per gli arrestati dello scandalo Expo. Intanto arriva la reazione della politica, con Matteo Renzi che chiama a vigilare su Milano Raffaele Cantone,
presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione. Martesì il premier sarà a Milano per fare un punto con i vertici dell'Esposizione universale.

'L'unica cosa da non fare - dice Cantone in una intervista al Mattino e come riferisce l ansa  - è cancellare Expo. Sarebbe ammettere che l'illegalità ha vinto. Bisogna andare avanti e il governo ci mette la faccia'. il magistrato chiede alla politica di 'rialzare la guardia'. Cantone ravvisa un 'filo comune' tra le vicende Expo, Berlusconi, Scajola e Dell'Utri e spiega che 'la politica tarda a liberarsi da un diffuso malcostume' e 'i partiti non hanno saputo attrezzarsi con delle regole chiare di finanziamento trasparente, anticorpo contro il malaffare'.

Per il governatore della Lombardia Roberto Maroni, 'la vicenda è tutta nelle mani del Governo' ed è una buona idea la scelta di Cantone. ''Questa brutta vicenda getta un'ombra sull'Expo'', ma ha aggiunto di vedere ''il bicchiere mezzo pieno, perché vuol dire che il sistema dei controlli funziona''. ''Ora - ha però concluso - bisogna garantire che l'Expo si faccia in tempo''.

Dello stesso avviso il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi: ''Andiamo avanti con i lavori. Dobbiamo assolutamente arrivare in tempo perché Expo deve essere l'appuntamento dell'Italia''. Il ministro è sotto attacco da parte del Movimento Cinque Stelle che chiede le sue dimissioni, ma in una intervista a Repubblica ha spiegato che intende rimanere al suo posto: ''Non ho mai sentito nessuno o ricevuto bigliettini da parte di chicchessia - ha precisato - e mai avrei immaginato di poterne ricevere. La circostanza più spiacevole è doversi giustificare per cose che non sono minimamente accadute''. Il ministro sottolinea anche che ''Cl non entra in nessuna indagine. Il punto è la responsabilità personale di ognuno di noi e se qualcuno sbaglia deve pagare''. ''Io rispondo del lavoro che svolgo e delle responsabilità che ho, ovvero dimostrare che in Italia si possono realizzare grandi opere e rivitalizzare il mercato dando a tutti la possibilità di partecipare nel rispetto della legalità''. Intanto anche l'ex ministro Gaetano Quagliariello, coordinatore di Ncd, interviene sottolinendo che il caso Expo "è molto diverso dalla Tangentopoli di 20 anni fa".
Ma secondo il quotidiano il Giornale : È un mare di denaro appetito da un piccolo esercito di profittatori - imprenditori e cooperative rosse - che si arricchiscono violando le leggi. Quanto valgono le commesse finite nel mirino dei pm? Più o meno, un miliardo di euro. Una cifra colossale, distribuita grazie a faccendieri, politici e manager pubblici, unti a colpi di mazzette.

«Ma le nostre sono meno care degli altri - dice l'ex Dc Gianstefano Frigerio -, noi chiediamo l'1%». Bontà loro, si accontentano. L'1% di un miliardo.

Eccolo, dunque, il grande business degli appalti. Un calcolo possibile ripercorrendo le carte dell'inchiesta che ha portato all'arresto di Frigerio, Greganti & Co. La prima gara riguarda il Servizio di pulizia dell'azienda ospedaliera di Melegnano. Valore: 14,6 milioni di euro. Altro ospedale, il San Carlo Borromeo di Milano. Procedura aperta per l'aggiudicazione del servizio di pulizia, sanificazione, raccolta e trasporto rifiuti: 19 milioni per il periodo 2013-2019. Terzo ospedale, quello della Provincia di Lecco: 34 milioni per il servizio di disinfezione, lavaggio e confezionamento di biancheria e materassi. Solo questo comparto, dunque, vale oltre 67 milioni.

Ma la cupola scrive il Giornale gioca anche sul tavolo del nucleare, con i tentativi di piazzare un uomo di fiducia dentro la Sogin, sede legale a Roma e ministero dell'Economia quale socio unico. La Sogin è responsabile della bonifica ambientale dei siti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi prodotti dalle attività industriali, di ricerca e di medicina. Nel dicembre del 2012, un raggruppamento di imprese si aggiudica un appalto da 98 milioni. Per i giudici, quella gara sarebbe stata truccata grazie alle manovre di Giuseppe Nucci e Alberto Alatri, ad e manager della società, figure di riferimento della cricca. Sommati ai 67, si arriva così a 165 milioni.

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