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Salvatore Martinez chiude la 39a Convocazione Nazionale dei Gruppi e delle Comunità del RnS

Si conclude la 39a Convocazione Nazionale dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo che ha riunito oltre 15.000 fedeli dal 22 al 25 aprile presso la Fiera di Rimini sul tema “Io sono la Porta. Se uno entra attraverso di me sarà salvo” (Gv 10, 9a). Una risposta all’invito rivolto da Papa Francesco ai Movimenti a offrire, a tutti, autentiche «oasi di misericordia» per fare esperienza del Giubileo della Misericordia.

Un calendario ricco di esperienze, testimonianze, incontri di preghiera e ospiti d’eccezione che si è concluso con la relazione del presidente Salvatore Martinez: «Questi giorni trascorsi a Rimini sono stati come il "tempio"della misericordia, ora è il "tempo" della misericordia», che è «l'oggi di Dio, l'oggi dell'uomo quando accetta la signoria di Gesù nella sua vita». Un oggi che non conosce passato ma solo il presente della salvezza, la cui «"prolunga" è proprio la Misericordia. Perché è questa che ci fa avvertire la salvezza, che ci fa esultare di gioia, come ricorda il Salmista».

Il presidente Martinez chiama con forza il Rinnovamento alla vocazione che lo stesso Papa Francesco gli ha assegnato: cambiare il mondo intero testimoniando l’effusione dello Spirito, il lavacro di rigenerazione nello Spirito Santo. «La misericordia certe volte ci fa paura: lo intuì san Giovanni Paolo II nella Dives in misericordia, affermando che tutto il mondo è alleato contro la misericordia ed elencando le strutture di peccato che creano un’economia, una giustizia, una politica, una Chiesa senza misericordia… La misericordia è la trascendenza di Dio secondo la legge dell'Incarnazione… La misericordia è sempre generativa… La misericordia è preventiva, quando siamo capaci di vivere nella Signoria di Cristo».

Per questo ora siamo chiamati – continua Martinez rivolgendosi al popolo del RnS – a far sentire il registro della misericordia attraverso le nostre vite, a essere vasi di misericordia che dopo essersene riempiti, la devono ridonare abbondantemente. Chi vive di misericordia – ammonisce –, qualunque sia la sua situazione di vita, è “graziato” da Dio ed è  "grazioso" nel volto, perché pieno di grazia. Si deve vedere che il Signore ci ha fatto grazia! Si deve sentire che odoriamo di Cristo! Si deve avvertire il profumo di vita di coloro che si salvano. La misericordia non è un sentimento del cuore, è un cuore di sentimenti, quelli di Cristo; non è un modo di essere, è l'essere di tutti i modi di Cristo. Noi del Rinnovamento ne facciamo esperienza settimanale all'interno dei gruppi, ma ora da Papa Francesco – che ci chiede di "uscire" e di portare ovunque i Seminari di effusione nello Spirito – siamo sfidati all'essenzialità, alla coerenza. Non può uscire e andare verso l’altro chi non decide di far entrare Gesù».

«Un’umanità intera – prosegue il Presidente – ci sta chiedendo Gesù! Portiamola a Lui! Il Rinnovamento deve moltiplicarsi! Il compito che ci ha affidato Papa Francesco è di una portata tale da non potersi esaurire nelle pareti di un movimento, di un'associazione. Lasciamoci perciò condurre, nell'esercizio delle opere di misericordia corporale e spirituale, dalla «sovrana fantasia di Dio, che ogni giorno ci sfida a una misericordia infinita. Lo Spirito Santo è misericordia e il prossimo anno il Rinnovamento non avrà cinquant'anni di storia ma confinerà con il tempo di Dio, fino al giorno del giudizio». Infine, il Presidente RnS declina gli effetti della misericordia, che ci rende «altruisti, realisti, servitori offesi, perché il servitore è sempre crocifisso, comunionali, giusti (santi), carismatici» che significa «missionari, operanti». Sempre e ovunque, ma a partire dalle nostre famiglie, dalle nostre case «che sono diventate tomba della misericordia. Chi salva la famiglia – ricorda – salva la Chiesa e salva la società. Fasciamoci la testa, il cuore, il corpo, la volontà di misericordia. Che sia per noi come il sudario che avvolgeva Gesù».

Un messaggio che viene poi rafforzato dalla Concelebrazione eucaristica presieduta dal card. Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, che nella sua omelia cita l’evangelista Marco:«“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura(Mc 16, 15-18) » e esorta tutti i fedeli a rinnovare questa consegna che dio ci ha fatto in ogni tempo e luogo.  «La Chiesa si è messa in cammino - dichiara il cardinale Sepe - così come voi in questi giorni vi siete messi in cammino e, mossi dallo Spirito Santo, vi siete radunati per rafforzare la vostra fede ed essere testimoni credibili della misericordia di Dio anche presso i nostri fratelli lontani o senza speranza. La missione che Gesù ci affida è la stessa missione che Lui ha ricevuto dal Padre: non sono venuto da me stesso, ma lui (il Padre) mi ha mandato (Gv 8, 42).

Il cardinale saluta la folla di Rimini con un invito. «Possiamo essere tutti destinatari di misericordia. Come? Vivendo il comandamento nuovo dell’amore: “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati” (Gv 13, 34). In questo modo l’amore tra i discepoli del Cristo diventa il segno per eccellenza della presenza di Dio in mezzo agli uomini». Sepe ricorda, infine, le parole del Papa e saluta dicendo: “ Tutti, nessuno escluso, sono chiamati a cogliere l’appello della misericordia”. Accogliere l’appello alla misericordia significa farci guidare dallo Spirito Santo che ci spinge a tradurre la carità in opere di misericordia corporali e spirituali, soprattutto in favore dei poveri o più necessitati. Come ci insegna la Bibbia, soprattutto in questo Giubileo della misericordia, dobbiamo avere cuore per le miserie degli altri e trattare gli altri come Dio tratta noi, cioè con «viscere di misericordia».

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