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Soccorsi mille immigrati partiti dall'Egitto

Una nuova ondata di immigrati punta alle coste italiane. Partono dai porti egiziani, e non più soltanto da quelli libici.

Fino a oggi la rotta egiziana era stata poco battuta. Stando ai dati forniti dal Viminale, dei 31.258 immigrati arrivati finora via mare nel 2016, il 90% è partito dalla Libia. "Dall'Egitto - spiegano dal ministero dell'Interno - abbiamo contato poco più di 5 grandi imbarcazioni in quattro mesi". Eppure i casi di partenze dalle coste egiziane sono in continuo aumento. "Addestriamo agenti egiziani dedicati ai controlli di frontiere e abbiamo nostri operatori in Egitto - assicurano dal Viminale - con il Cairo abbiamo un buon accordo bilaterale per la riammissione dei migranti economici". Qualcosa, però, nei rapporti tra i due governi si è rotto. "Non vorremmo che il caso Regeni e le tensioni tra i due Paesi spingessero le autorità egiziane a chiudere un occhio sulle partenze dalle loro coste", avvertono i servizi italiani che, già un mese fa, avevano rilevato partenze da zone non egiziane, ma fino a quel momento "controllate" dalle forze di polizia del presidente egiziano Abd al-Fattah al-Sisi. "È un segnale - avevano detto - che qualcosa si sta rompendo"

Il numero degli arrivi di migranti in Italia ha superato lo scorso aprile, per la prima volta dal giugno del 2015, quello degli arrivi in Grecia. Lo ha reso noto Frontex. Gli arrivi in Grecia sono stati, secondo l'agenzia per il controllo delle frontiere esterne dell'Ue, circa 2700 (il 90% in meno rispetto al mese precedente) mentre quelli registrati nel Mediterraneo centrale sono stati 8370.

L'inversione di tendenza tra Grecia e Italia, precisa Frontex, si è verificata nonostante il fatto che gli 8370 arrivi registrati nel Mediterraneo centrale rappresentino riduzioni del 13% rispetto al dato di marzo e del 50% rispetto a un anno fa. La maggior parte dei migranti giunti in Italia sono di nazionalità eritrea, egiziana e nigeriana e - secondo quanto si legge nella nota di Frontex - "non ci sono segnali di un significato spostamento di migranti dalla rotta del Mediterraneo orientale", cioè quella passante per la Grecia. "C'è stata una drastica riduzione degli arrivi sulle isole greche", ha commentato il direttore di Frontex Fabrice Leggeri. Gli arrivi di aprile "sono ben al di sotto al numero di persone che spesso abbiamo visto arrivare quotidianamente sull'isola di Lesbo durante i mesi di picco dell'ultimo anno". Secondo Frontex, a determinare questo calo sono stati diversi fattori, in primo luogo l'accordo Ue-Turchia ma anche i maggiori controlli messi in atto dalla Macedonia lungo le sue frontiere con la Grecia. Ciò detto, i siriani continuano a essere la maggior parte di coloro che continuano ad arrivare in Grecia seguiti da pachistani, afghani e iracheni.

Nelle ultime ventiquattr'ore la Guardia Costiera Italiana ha soccorso mille disperati. È il risultato della chiusura della rotta balcanica e, secondo alcuni analisti sentita da Repubblica, dello scontro in corso tra Palazzo Chigi e il Cairo sull'omicidio di Giulio Regeni. E dal Viminale arriva un allarme preoccupante: "Potrebbe essere l'inizio di una nuova ondata destinata a ingrossarsi con l'arrivo dell'estate".

Ad Augusta è arrivata la nave della Guardia Costiera "Peluso". A bordo ci sono 342 persone. Altri 250 immigrati sono stati soccorsi dalla nave Merkarhu e sbarcheranno nel porto di Catania. Un'altra nave, la "Rio Segura" con a bordo 173 immigrati è stata dirottata verso il porto di Palermo. Una terza, la Acquarius che ha a bordo 233 disperati, ha ricevuto l'ordine di attraccare al porto di Crotone. "I trafficanti, subito dopo la chiusura dell'accordo Ue-Turchia, si sono messi alla ricerca di rotte alternative, perché la domanda dei profughi che voglio raggiungere l'Europa resta altissima - spiega a Repubblica Christopher Hein, consigliere strategico del Consiglio italiano rifugiati - l'esplosione della rotta mediterranea era prevedibile. Secondo le prime ipotesi, i siriani partono dalla Turchia (dove sono 2 milioni e 700mila), dal Libano (un milione e 48mila), dalla Giordania (642mila) e dalla stessa Siria. Evitano Israele, dove resta impossibile passare, entrano in Giordania via terra, si imbarcano sul Mar Rosso e arrivano in Egitto, nel Sinai. Poi dall'Egitto, partono per l'Italia". Quella dall'Egitto è una rotta ben più lunga e assai più pericolosa rispetto alla tratta libica.

"Quanto avviene in Siria ha un impatto immediato, oltre che sulla regione, sull'intera Unione europea, ad iniziare, ma non solo, dalla questione dei rifugiati. Su questo argomento si è aperto nell'Unione un dibattito dai toni talvolta sconsiderati, appartenenti a un passato remoto d'Europa e che, invece, qualcuno vorrebbe riproporre, dimenticando le tragedie che ha provocato". Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando al contingente italiano della missione Unifil in Libano.

Circa mille migranti sono in arrivo in Sicilia e Calabria. Nel porto commerciale di Augusta sta attraccando nave Peluso con a bordo 342 extracomunitari. A Catania è in arrivo nave Merikarhu con a bordo 250 migranti. Nave Rio Segura con 173 persone a bordo è in navigazione verso Palermo, dove l'arrivo è previsto alle 16. Nave Acquarius con 233 migranti a bordo è in navigazione verso Crotone, dove l'arrivo è previsto alle 14.

"I trafficanti troveranno nuove rotte. E noi dovremo mostrare solidarietà all'Italia". Lo ha detto il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble in un'intervista all'Handelsblatt a proposito della crisi dei migranti. "L'Austria dovrebbe sostenere l'Italia, invece di stabilire al Brennero - una delle frontiere più intrise di significato emotivo d'Europa - nuovi controlli".

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