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Parte il piano Ue-Turchia, via da Lesbo i primi 200 migranti

Sono approdati in Turchia i migranti partiti dalle isole greche di Lesbo e Chios destinati, nell'ambito del Piano Ue-Turchia ad essere reinviati in Turchia, per limitare gli arrivi in Europa.
Dall'entrata in vigore il 20 marzo dell'accordo tra Bruxelles e la Turchia, circa 4.000 immigrati sono stati trattenuti sulle isole greche.

Al via all'alba i primi rinvii di migranti nell'ambito dell'accordo tra Ue e Ankara per limitare gli arrivi in Europa. Tra pesanti misure di sicurezza, 202 profughi sono stati scortati su due piccoli traghetti dagli agenti della agenzia europea di protezione delle frontiere Frontex. Circa 4.000 immigrati sono trattenuti sull'isola greca dall'entrata in vigore il 20 marzo dell'accordo tra Bruxelles e la Turchia.

Ore prima sulla vicina isola di Chio la polizia antisommossa si è scontrata con residenti locali durante una protesta contro le deportazioni lì pianificate. "Questo è il primo giorno di tempi molto duri per i diritti dei rifugiati. Nonostante le gravi lacune legali e la mancanza di un'adeguata protezione in Turchia, l'Ue sta andando avanti in un accordo pericoloso", afferma Giorgos Kosmopoulos di Amnesty International in Grecia.

Intanto è atterrato ad Hannover, in Germania, il primo gruppo di rifugiati siriani partito dalla Turchia per essere ricollocato in Europa nell'ambito dell'accordo con Bruxelles. Lo riportano i media locali, secondo cui un altro gruppo di 35 siriani è atteso sempre oggi in Germania.

Scontri sono avvenuti tra alcuni manifestanti della marcia svoltasi al Brennero contro le politiche Ue sui migranti e la polizia austriaca. Come hanno reso noto le autorità austriache, alcuni manifestanti sono stati fermati. I tafferugli  è avvenuto al termine della manifestazione, quando i manifestanti erano giunti sul lato austriaco del confine.

Alcuni di loro, una cinquantina, avrebbero lanciato sassate e bengala contro gli agenti, ferendone alcuni, dicono le autorità austriache.

Sono cinque i poliziotti feriti durante i tafferugli avvenuti nel corso di una manifestazione dei centri sociali al valico del Brennero. Lo hanno reso noto le autorità nella regione austriaca del Tirolo. Per il servizio d'ordine alla manifestazione, da parte austriaca sono stati impiegati 100 poliziotti, coadiuvati da un elicottero. Presenti anche la Croce Rossa con sette autolettighe ed i vigili del fuoco, come sottolineano le autorità regionali.

Sulla vicenda a preso posizione il governatore del tiro Günther Platter: "La violenza - ha affermato - va respinta in ogni modo e non è tollerabile che i dimostranti abbiano attaccato i poliziotti, impegnati per garantire il tranquillo svolgimento della manifestazione". Il governatore Platter ha colto l'occasione per sottolineare la posizione austriaca sulla questione dei migranti: "E' necessaria - ha detto - una sensibile riduzione del movimento di migranti verso le Europa. Nessuno di noi si augura che siano istituiti punti di controllo al Brennero, ma se gli stati europei non sono in grado di rendere sicure le frontiere esterne, l'Austria si troverà costretta ad istituire controlli ai propri confini".

Alla manifestazione, indetta dai centri sociali dell'Italia settentrionale, hanno partecipato centinaia di giovani provenienti da tutta Italia, dall'Austria e dalla Germania.

I manifestanti si sono dati appuntamento davanti alla stazione ferroviaria nei pressi del valico e da lì hanno marciato fino al confine, giungendo in territorio austriaco. Un gruppo di ragazzi che partecipavano alla manifestazione proveniva da una visita al campo di Idomeni al confine greco ed hanno denunciato quelle che hanno definito le condizioni disumane con le quali vengono accolti i profughi. I giovani dei centri sociali durante il corteo hanno indossato giubbotti di salvataggio, per ricordare i migranti che muoiono annegando in mare nei loro viaggi della speranza.

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