G20 in Turchia: Obama e Putin d'accordo sulla Siria

E ancora: emergenza immigrazione. È la minaccia del terrorismo a irrompere sul tavolo del G 20 ad Antalya, dove i capi di Stato e di governo delle 20 principali economie mondiali hanno davanti il dossier caldo degli atti di terrore che hanno insanguinato Parigi e l'emergenza immigrazione. E, proprio di questo, hanno parlato Vladimir Putin e Barack Obama nel faccia a faccia di trenta minuti, tenuto a margine del summit in Turchia. "Risolvere il conflitto in Siria - si sono detti i due leader - è più che mai un imperativo alla luce degli attacchi di Parigi".

L'attenzione dei partecipanti dai temi discussi in altri summit, incentrati principalmente sulle questioni economico-finanziarie, si sposta completamente sul fondamentalismo islamico, la barbarie dello Stato islamico e l'emergenza immigrazione. Il G 20 nasce come un forum dei ministri delle Finanze e dei governatori della banche centrali delle 19 maggiori economie del mondo più l'Unione europea, creato nel 1999 dopo una serie di crisi finanziarie con l'obiettivo di facilitare la cooperazione tra i Paesi occidentali e le potenze emergenti sulla politica economica e finanziaria internazionale. Ma oggi, in un mondo devastato dal terrorismo e dal fondamentalismo islamico, la sicurezza diventa la garanzia più importante da difendere. "Solo uno sforzo unitario delle intere comunità internazionale - ha detto Putin - potrà contribuire a contrastare la minaccia del terrorismo e aiutare milioni di persone". Una posizione confermata anche dal premier indiano, Narendra Modi: "Mai come ora è necessario uno sforzo comune di tutta la comunità internazionale"

Condanniamo con forza gli attacchi terroristici a Parigi ed Ankara: sono un inaccettabile affronto contro a tutta l'umanità" sottolinea la bozza finale del G 20 sul terrorismo esprimendo condoglianze alle vittime e riaffermando la lotta al terrore "in ogni forma e con qualsiasi mezzo sia necessario". 

"Siamo uniti nella lotta al terrorismo" che non può essere "giustificato in nessuna forma", prosegue la bozza sottolineando che si tratta della principale "priorità per tutti i paesi" da affrontare "insieme, con un lavoro comune" in stretto accordo con il ruolo centrale delle Nazioni Unite e le sue leggi su diritti umani e rifugiati. Il contrasto al terrorismo deve continuare "a far parte di un approccio complessivo", finalizzato anche alle ragioni strutturali del fenomeno.

Il G20 si impegna nella lotta per contrastare "i canali di finanziamento del terrorismo, in particolare per quanto riguarda la cooperazione nello scambio di informazioni, il congelamento degli asset dei terroristi e sanzioni verso i regimi che finanziano".

''I recenti tragici eventi in Francia dimostrano che dobbiamo, e avremmo dovuto farlo molto tempo fa, unire le forze per combattere contro questo male'': lo ha detto Putin nel bilaterale con il premier britannico David Cameron, a margine del G20 di Antalya, come riferiscono le agenzie russe.

"La nostra posizione è sempre la stessa: di fronte a un problema complesso che dura da anni non possiamo immaginare di risolvere tutto con eventi che durano un tempo limitato, occorre una grande strategia politica". Lo ha detto il premier Matteo Renzi, rispondendo a margine del G20 ad Antalya ad una domanda sui bombardamenti francesi a Raqqa. "Un problema così grande - ha aggiunto - nessuno può risolverlo con la bacchetta magica, ma siamo nella direzione giusta". 

"Da tempo diciamo che serve una strategia e non solo una reazione di fronte al terrorismo, un dramma che non riguarda solo un Paese" ma molti, "fino alla superemergenza Siria e Iraq", ha aggiunto Rensi conversando con i giornalisti a margine del G20, dopo il bilaterale con il presidente russo.

Intanto nel faccia a faccia tra Putin e Obama c'è stato spazio anche per affrontare il caos siriano e la lotta allo Stato islamico. I due hanno così sigillato l’intesa raggiunta a Vienna, che prevede una transizione politica in Siria, mediata dall’Onu, e un coprifuoco. "Trovare una soluzione al conflitto -ha affermato Obama - è un imperativo reso più urgente dagli attacchi di Parigi". Da questo punto di vista il presidente americano ha salutato positivamente l’importanza degli sforzi militari russi diretti a sconfiggere lo Stato islamico in Siria. Gli Stati Uniti hanno fatto sapere che intensificheranno la cooperazione con la Francia a livello militare e della condivisione di informazioni. "Chiaramente continueremo a lavorare in stretta cooperazione con i francesi in termini di condivisione di informazioni e a livello della loro risposta militare in Siria - ha dichiarato Ben Rhodes, consigliere aggiunto per la sicurezza nazionale del presidente Barack Obama - i francesi sono con noi in Siria e in Iraq e fanno dei raid aerei. Vogliamo continuare ad intensificare questo coordinamento".

Nel vertice informale Obama e Putin non hanno spazzato via le "divergenze" di opinione sulla soluzione da trovare affinché la Siria esca dalla crisi. "Mosca e Washington - ha affermato Yuri Ushakov, consigliere di Putin per la politica estera - condividono obiettivi strategici nella battaglia contro lo Stato islamico, ma le differenze restano".

Silvio Berlusconi pensieroso ma risoluto, quello intervistato questa mattina da Giovanni Minoli a Mix 24 su Radio24.

Interpellato sulle origini dell'emergenza terroristica, il Cav riconosce che la Seconda Guerra del Golfo è stata l'inizio della destabilizzazione della regione: "Nel 2003 io non ero d'accordo con l'invasione dell'Iraq. Cercai di evitarla, poiché era irrealistico cercare di portarvi la democrazia. Questo per ragioni storiche: l'Iraq è un Paese con tre gruppi etnici diversi e confini decisi a tavolino dalle potenze occidentali nel 1915."

Un discorso analogo vale per la guerra a Gheddafi voluta da francesi e statunitensi nel 2011: "Ho troppo rispetto per il popolo farncese per giudicare ora l'operato del suo presidente - chiosa Berlusconi - Certo è che l'interventismo francese in più occasioni è stato deleterio. Nel 2011 non decisi di unirmi ai bombardamenti sulla Libia: arrivai al vertice di Parigi e appresi che i raid erano già in corso."

Turbato come tutti dagli attacchi di Parigi, l'ex presidente del Consiglio non rinuncia a fornire la propria analisi su quanto accaduto venerdì sera nella capitale francese. Sottolinea le mancanze dell'Europa nel contrastare il terrorismo efficacemente, puntando il dito contro le falle più macroscopiche: "In Europa manca qualsiasi leadership e come non bastasse non abbiamo nemmeno una politica estera o di difesa comune."

Putin, d'altronde, "è un uomo realistico e consapevole", attacca Berlusconi: "Le sanzioni alla Russia sono assurde e oltre a tutto stanno pure danneggiando l'economia europea. Putin è un uomo realistico e consapevole, ma non ha intenzione di aspettare le incertezze dell'Europa per muovere guerra al Califfato."

La guerra all'Isis, per Berlusconi, è "una necessità imposta dallo scontro in atto tra la nostra civiltà e il terrorismo". E la via non può che passare per la riconciliazione tra Usa e Russia, oggi più che mai necessaria: "Bisogna ripartire dall'accordo di Pratica di Mare nel 2002 - ricorda il Cav - Quando il mio governo riuscì a mettere d'accordo le due ex superpotenze e mise fine alla Guerra Fredda".

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