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Terrorismo: Jihad, 5 indagati in Veneto

Cinque persone residenti in Veneto sono indagate nell'ambito di un'inchiesta per terrorismo aperta dalla Procura distrettuale di Venezia e condotta dai Ros. Si tratterebbe di elementi sospettati d'essere vicini alle organizzazioni che si battono per la Jihad islamica. L'ipotesi è che almeno alcuni di questi 5 abbiano svolto attività di reclutamento di persone interessate a raggiungere la Siria o l'Iraq per prendere parte alla 'guerra santa' condotta dalle formazioni islamiche estremiste.

Nei giorni scorsi il ministro degli Interni Angelino Alfano aveva lanciato l'allarme. Ora arriva la conferma: sarebbero almeno cinque le persone iscritte nel registro degli indagati nell'ambito di un’indagine che da diversi mesi, nel riserbo più assoluto, vede impegnata la procura distrettuale di Venezia competente per fatti di terrorismo.

Il reato ipotizzato è il 270bis, l’articolo del codice penale che punisce le associazioni eversive. Gli indagati sono stranieri, quasi tutti residenti in Veneto. Fra di loro figurano alcuni presunti reclutatorì, che per settimane - come risulta dalle indagini - hanno cercato di scovare aspiranti jihadisti da arruolare e inviare nei teatri di guerra, a cominciare dalla Siria. In tutto sarebbero una cinquantina gli italiani che hanno sposato la causa della jihad e che ora combatterebbero in Siria, in genere di origini arabe, ma anche slavi e africani.

Bocche rigorosamente cucite da parte degli investigatori. A rendere ancora più inquietante la storia è il fatto che le persone finite nel mirino dei carabinieri non sarebbero terroristi ma i loro fiancheggiatori.

E se non bastasse questo un altro episodio inquietante come riferisce il quotidiano il Giornale :

L'imam estremista è convinto che le due ragazze «interferivano», come chiunque arrivi dall'Occidente. Non solo: per il predicatore jihadista «rapire è una pratica giustificata, una cosa comune per un nemico durante la jihad e qualsiasi altra guerra». Parole che non devono stupire. Sulla sua pagina Facebook Bosnic, fin dal 7 luglio, aveva postato il sermone del Califfo, Abu Bakr al Baghdadi da Mosul, dove ha cacciato i cristiani, con il seguente commento: «Quest'uomo verrà ricordato per secoli (…) Allah continui a ricompensarlo per i suoi meriti». Poi ha cambiato la copertina con la bandiera nera dello Stato islamico dell'Iraq e della Siria. E lunedì si è fatto immortalare assieme a cinque suoi accoliti barbuti con alle spalle lo stendardo del Califfo. Poi ha usato lo scatto come nuova copertina su Facebook.

Bilal Bosnic, l'imam bosniaco, che è venuto tranquillamente a predicare nel Nord Italia dal 2011 al 2013, giustifica in un'intervista sul sito del Corriere il rapimento di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, innamorate della rivolta contro Damasco, che in Siria si illudevano di fare del bene

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