"Per definizione aspettiamo con ansia una proposta del governo perché è importante e può determinare anche delle risposte. Speriamo di non venire delusi da uno schema di ragionamento che si ferma alle regole e non guarda invece a come creare eguaglianza e posti di lavoro". Ha sottolineato Camusso a proposito del Jobs Act atteso per la prossima settimana.
Al punto che a qualcuno è venuto un dubbio: "Si sarà mica iscritto alla Cgil", twetta l'ex sindaco di Ferrara e sindacalista Gaetano Sateriale.
Basta con il "costante refrain italiano per cui si dipinge l'Europa come il luogo dove veniamo a prendere i compiti da fare a casa. L'Italia sa perfettamente cosa deve fare e lo farà da sola per il futuro dei nostri figli". Così il premier Matteo Renzi a Bruxelles risponde a chi gli domanda dei conti dell'Italia. "Non abbiamo rassicurazioni da dare". In un colloquio con la Stampa il premier Renzi osserva che "sui conti c'è poco da dire: è stato addirittura Saccomanni ad avvisarci che le cose stavano in un certo modo... dunque non capisco né gli attacchi né le ironie". Quanto ai sottosegretari, è disposto a discutere con chiunque: "dovrei buttare fuori dal governo De Filippo per delle spese in francobolli?".
"É possibile cominciare da subito a investire su poche e mirate misure, concordate con l'Ue, per occupazione e competitività nel quadro della nuova programmazione 2014-2020", così qualificate fonti europee all'ansa. In un'intervista il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, ha aperto all'utilizzo dei fondi Ue per tali scopi. Il governo ha comunque dato la disponibilità a riferire a breve alla Camera sulla situazione economica-finanziaria. E' quanto è emerso dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio. La richiesta è stata avanzata da Brunetta (Fi) e il ministro Boschi ha assicurato che la prossima settimana arriverà una risposta sulla data esatta.
Non sono necessarie manovre correttive. Lo riferiscono fonti di Palazzo Chigi dopo il richiamo di ieri della Ue. E il Tesoro poi precisa che il Governo non ha in agenda ''nessuna manovra correttiva'' ma un ''corposo piano di misure per favorire la crescita con particolare attenzione alla creazione di posti di lavoro''. Per migliorare il debito-Pil si 'agirà sul denominatore'. Per il debito poi un 'contributo significativo arriverà dalle privatizzazioni'.
"L'Italia ha fatto progressi verso il raggiungimento dell'obiettivo di medio termine" dei conti pubblici, ma nonostante questo "l'aggiustamento strutturale per il 2014 appare insufficiente", soprattutto alla luce della "necessità di ridurre il debito ad un passo adeguato". E' quanto scrive la Commissione Ue. L'Italia ha "squilibri macroeconomici eccessivi" che richiedono uno "speciale monitoraggio" da parte dell'Ue che farà rapporto all'Eurogruppo sulle riforme italiane e a giugno "deciderà ulteriori passi": scrive sempre la Commissione Ue. Tra gli squilibri: debito alto, scarsa competitività, aggiustamento strutturale insufficiente.
"Monito severo ma nella direzione di quello che pensiamo noi " dice il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan , ai microfoni del Gr1 definisce il recente allarme lanciato dalla Commissione Europea al nostro paese su debito pubblico e competitività. "Mette in evidenza - prosegue Paodan - problemi strutturali che conosciamo da tempo, ci incita a far ripartire la crescita, quindi l'occupazione, ed in questo modo a correggere gli squilibri . Non nego che è più o meno quello che dicevo quando ero all'Ocse". Poi nega il dualismo con Renzi: ''Ogni volta che vedo il presidente del Consiglio ci chiediamo chi metta in giro queste voci. Una contrapposizione farebbe molto male al Governo''. L'obiettivo è ''concentrare tutto l'intervento in una direzione'', ''tutto sulle imprese, e quindi Irap e oneri sociali, oppure tutto sui lavoratori, attraverso l'Irpef''. Quanto alle coperture dai tagli alla spesa possono arrivare ''5 miliardi su base annua'', e poi ci saranno misure transitorie come il ''rientro dei capitali''. Padoan risponde alla Ue rilanciando riforme per la competitività e riduzione del debito. ''Sul deficit - sottolinea - non dobbiamo tornare oltre il 3%''. Il debito, aggiunge, va abbattuto e ''non perché ce lo chiede l'Europa ma per noi'' e ''per i nostri figli''.