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Berlusconi ha chiesto i servizi sociali

Silvio Berlusconi, attraverso i suoi legali, ha depositato in procura a Milano l'istanza per chiedere l'affidamento in prova ai servizi sociali per scontare la pena definitiva del processo Mediaset.

I legali dell'ex premier, da quanto si è saputo, hanno fatto pervenire in mattinata la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali all'ufficio esecuzione della Procura di Milano, coordinato dal procuratore aggiunto Nunzia Gatto. Istanza che è stata poi già trasmessa al Tribunale di Sorveglianza.

Berlusconi, lo scorso primo agosto, è stato condannato a 4 anni di reclusione dalla Cassazione nel processo sui diritti tv Mediaset per l'accusa di frode fiscale. Tre dei quattro anni di pena sono coperti dall'indulto e quindi per l'ex premier resta da scontare un anno, per il quale ha chiesto l'affidamento in prova. Ora il fascicolo sarà istruito dal Tribunale di Sorveglianza che seguirà tutti i passaggi fino all'udienza per decidere sulla richiesta di affidamento in prova e sulla proposta da parte dell'ex premier di quale servizio sociale svolgere. Udienza che dovrebbe svolgersi nei prossimi mesi e forse non prima della prossima primavera.
L'eventuale amnistia o indulto proposti da Giorgio Napolitano per svuotare le carceri in nessun modo riguardano Silvio Berlusconi
Berlusconi è fuori?", ha chiesto Giovanni Minoli, su Radio24. "Sì, penso proprio di sì", ha risposto senza nessuna esitazione Annamaria Cancellieri, escludendo anche pressioni da parte del Quirinale: "Il Presidente vuole la forza di ragionare insieme, come accadde per il terrorismo, di ritrovare unità di intenti". Proprio come fece Togliatti: "Allora il Paese doveva ripartire, la situazione era estremamente dolorosa. Ora è meno dolorosa, ma se serve per il Paese, va fatto.

Ha le "idee chiare" sulla legge da proporre al Parlamento, il Guardasigilli. Il provvedimento potrebbe riguardare 20 mila detenuti, come avvenuto in casi precedenti. "Assassini, stupratori e ladri non usciranno mai", ha aggiunto, "E poi incide anche sui processi da fare e quindi ci darebbe anche un pò di respiro anche da questo punto di vista".

Intanto PDL e PD litigano....

Per amnistia e indulto chiesti da Giorgio Napolitano nel suo messaggio alle Camere, il Palazzo si mette al lavoro.

Ma le forze politiche già si scontrano sul «fattore-B»: avrà o no benefici dai provvedimenti di clemenza Silvio Berlusconi, condannato definitivamente a 4 anni per frode fiscale (che ha un tetto di 6 anni)?

Il segretario del Pd Guglielmo Epifani ha già chiesto cautela, preoccupandosi di tener fuori Berlusconi dagli atti di clemenza, che «non devono riguardare reati già esclusi in passato». Quelli fiscali, s'intende.

Ora Matteo Renzi dice di condividere «la prudenza» del Pd: «Amnistia e indulto hanno senso alla fine di un percorso di riforma della giustizia».

Tutti sanno che per essere accettabili (e serve il consenso dei tre quarti) le leggi di clemenza dovranno camminare insieme a norme strutturali, come «messa in prova» e reclusione domiciliare alternative al carcere, depenalizzazione e riforma della recidiva.

«L'atto di clemenza - dice il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri - non è mai un atto di debolezza ma di forza. Con una seria riforma dell'ordinamento penitenziario, amnistia e indulto consentiranno una svolta per il Paese». La Guardasigilli avrà giovedì a Montecitorio un'audizione nella commissione Giustizia, che prepara per fine mese una relazione da presentare all'aula su tutte le misure strutturali sollecitate da Napolitano per ridurre la popolazione carceraria. Giovanni Tamburrino, direttore dei penitenziari, ribadisce che amnistia e indulto non riguarderanno i «corruttori», i reati di «colletti bianchi» e di evasione fiscale: un migliaio di casi sui 64.500 detenuti.

Anche Piero Longo, legale del Cav, ritiene «difficile» che abbia vantaggi. Fatto sta che già in uno dei ddl in Senato, quello di Compagna, si prevede l' indulto per le pene accessorie legate a condanne già condonate. È il caso di Berlusconi, che ha 3 dei 4 anni della condanna coperti da indulto. Se passasse questo testo, salterebbe l'interdizione dai pubblici uffici. Manconi, invece, precisa che la sua proposta esclude chi ha già beneficiato del condono del 2006. E ammette che nel Pd ci sono «perplessità» sul messaggio di Napolitano. «Il caso Berlusconi non sia scusa per non fare oggi quello che bisognava fare ieri», raccomanda Enrico Buemi (Psi).
I grillini, saliti al Quirinale con il loro «piano carceri», dicono per anche per il presidente della Repubblica amnistia e indulto sono «l'extrema ratio».

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