Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Giovedì, 18 Aprile 2024

L'Associazione "Pass…

Apr 05, 2024 Hits:484 Crotone

Ritorna Calabria Movie Fi…

Apr 03, 2024 Hits:514 Crotone

La serie evento internazi…

Mar 27, 2024 Hits:700 Crotone

L'I.C. Papanice investe i…

Mar 01, 2024 Hits:1312 Crotone

Presentato il Premio Nazi…

Feb 21, 2024 Hits:1431 Crotone

Prosegue la formazione BL…

Feb 20, 2024 Hits:1268 Crotone

Si firmerà a Crotone il M…

Feb 14, 2024 Hits:1438 Crotone

Le opere del maestro Affi…

Feb 07, 2024 Hits:1486 Crotone

Papa Francesco è "molto amareggiato" del nuovo caso 'Vatileaks'

Un monsignore in cella. Una ex collaboratrice laica del Vaticano anch'essa arrestata, e in breve rilasciata perché ha immediatamente collaborato con le indagini. Sono questi, finora, i contorni della nuova bufera giudiziaria scoppiata Oltre tevere per la rinnovata azione dei "corvi", la fuga di notizie e carte segrete finite in inchieste giornalistiche e ora in due libri di imminente uscita. Un nuovo, bruciante caso 'Vatileaks' a distanza di tre anni e mezzo da quello che portò in cella l'ex maggiordomo papale Paolo Gabriele per i documenti trafugati nella segreteria di Benedetto XVI. Dopo quasi sei mesi di indagini della Gendarmeria vaticana sulla sottrazione e divulgazione di carte riservate - l'inchiesta è partita a maggio - i clamorosi sviluppi si sono concretizzati tra sabato e domenica
Papa Francesco è rimasto "molto amareggiato" dalla vicenda del nuovo scandalo della fuga di documenti e notizie riservate della Santa Sede. Chi ha potuto parlargli in questi giorni in cui sono scattati i due arresti ha sentito un Francesco "sconfortato e dispiaciuto".
Intanto saranno nelle librerie il 5 novembre le due pubblicazioni che si annunciano esplosive e che affrontano uno stesso tema: scandali e segreti del Vaticano a partire dal rapporto con le finanze. Si tratta di "Avarizia" di Emiliano Fittipaldi e "Via Crucis" di Gianluigi Nuzzi, il primo pubblicato da Feltrinelli, il secondo da Chiarelettere. Una Vatileaks 2 di questi ultimi anni, con al soglio di Pietro Papa Francesco.

La sala stampa della Santa Sede sottolinea come entrambi i libri siano "frutto di un grave tradimento della fiducia accordata dal Papa e, per quanto riguarda gli autori, di una operazione per trarre vantaggio da un atto gravemente illecito di consegna di documentazione riservata". Riservandosi ulteriori provvedimenti, il Vaticano sottolinea che "pubblicazioni di questo genere non concorrono in alcun modo a stabilire chiarezza e verità" e non sono "un modo per aiutare la missione del Papa".Quello di Fittipaldi, giornalista de L'Espresso, è un'inchiesta che parte da documenti originali (circa 20 pagine del libro sono occupate da riproduzioni fotografiche degli originali), con l'intenzione di svelare ricchezza, scandali e segreti della Chiesa di Francesco.

Quello di Nuzzi è invece un'analisi in cui si parte da registrazioni e documenti inediti per raccontare la difficile lotta di Papa Francesco per cambiare la Chiesa.

Fittipaldi ha raccolto da fonti confidenziali una grande quantità di documenti interni del Vaticano (verbali, bilanci, relazioni) e grazie a questo traccia in 'Avarizia'  le prime mappe dell'impero finanziario della Chiesa.

Un 'inchiesta che fotografa un momento cruciale della storia vaticana, in cui Papa Francesco sperimenta la resistenza ad un cambiamento nella gestione del denaro in Vaticano.

Secondo il quotidiano il Giornale : Il quadro che emerge dal libro che verrà pubblicato in 23 paesi è fosco. Mentre Bergoglio chiede trasparenza, molti in Vaticano hanno remato contro. Tanto che nelle registrazioni clandestine di Francesco anticipate dal Corriere della sera, si sente un papa molto alterato. I file risalgono al 3 luglio del 2013 e Bergoglio era appena stato messo al corrente della "quasi totale assenza di trasparenza nei bilanci sia della Santa Sede sia del Governatorato" in una lettera indirizzatagli dai revisori contabili della Prefettura. Nel documento si diceva come fosse "impossibile fornire una stima eloquente della reale posizione finanziaria".

A quel punto il pontefice sbotta. "Bisogna chiarire meglio le finanze della Santa Sede e renderle più trasparenti", si sente nella registrazione. Poi attacca affermando che "si è allargato troppo il numero dei dipendenti" e si lamenta per come i contabili della Santa Sede gestiscono i pagamenti delle aziende che ruotano attorno al Vaticano. "Uno dei responsabili mi diceva - continua Bergoglio -: 'Ma vengono con la fattura e allora dobbiamo pagare...'. No, non si paga. Se una cosa è stata fatta senza un preventivo, senza autorizzazione, non si paga. (...) C-h-i-a-r-e-z-z-a. Questo si fa nella ditta più umile e dobbiamo farlo anche noi". Secondo il papa "prima di ogni acquisto o di lavori strutturali si devono chiedere almeno tre preventivi che siano diversi per poter scegliere il più conveniente. Farò un esempio, quello della biblioteca. Il preventivo diceva 100 e poi sono stati pagati 200. Cosa è successo? Un po’ di più? Va bene, ma era nel preventivo o no? Ma dobbiamo pagarlo... Invece non si paga!".

Una sentenza netta contro le spese folli che permettono di "dire che buona parte dei costi sono fuori controllo". Poi lancia l'allarme sui contratti che vengono sottoscritti: "Hanno tante trappole, no? I nostri fornitori devono essere sempre aziende che garantiscono onestà e che propongono il giusto prezzo di mercato, sia per i prodotti sia per i servizi. E alcuni non garantiscono questo".

Poi ricorda con dolore cosa gli confidò l'economo generale della diocesi di Buenos Aires quando Bergoglio era ancora un prelato provinciale in merito ad alcuni investimenti fatti "in una banca seria e onesta. Poi, col cambiamento dell’economo, quello nuovo è andato alla banca per fare un controllo. Aveva chiesto come erano stati scelti gli investimenti: venne a sapere che più del 60% erano andati per la fabbricazione di armi!".

E sarebbe nato proprio da questa vicenda il desiderio del pontefice di fare pulizia in Curia, affidando il monitoraggio proprio a quella Cosea da cui poi sono usciti i carteggi. Il problema, però, è che mettere a posto i conti del Vaticano è praticamente impossibile. Tanto che in una lettera di Joseph Zahra indirizzata a Bergoglio si legge: «È con rammarico che vi comunico che la commissione non è in grado di completare la posizione finanziaria consolidata della Santa Sede a causa della mancanza di dati fondamentali".

Basti pensare che allo Ior risultano ancora attivi i conti correnti di papa Luciani (110.864 euro) e Paolo VI (296.151 dollari). Peccato sia morto da 37 anni.

Con 'Via Crucis' Nuzzi racconta di Papa Francesco, nominato da poco più di tre mesi, mentre sferra un durissimo attacco contro la nomenclatura da anni a capo delle finanze della Santa sede, denunciando: "I costi sono fuori controllo. Ci sono trappole...". "Se non sappiamo custodire i soldi, che si vedono, come custodiamo le anime dei fedeli, che non si vedono?", è un'altra delle frasi carpite al Papa nelle riunioni interne, che con le pubblicazioni diventeranno invece di dominio pubblico. Bergoglio, racconta ancora il giornalista, chiede trasparenza dopo avere preso visione dei bilanci non ufficiali che documentano sia la cattiva gestione degli amministratori sia operazioni di vero e proprio malaffare. La situazione negativa, secondo l'autore, sarebbe anche all'origine delle dimissioni di Benedetto XVI.

In entrambi i libri i documenti riservati sono quelli trattati dalla Commissione referente sulle attività economiche vaticane, la Cosea, istituita da Bergoglio e sciolta alla fine del mandato operativo. La Commissione in cui avevano un ruolo di primo piano i due arrestati, mons. Lucio Angel Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaouqui.

I fondi del Vaticano destinati, secondo l ansa, alla carità non sembrano essere stati generosi con i poveri. Lo rileva il giornalista dell'Espresso Emiliano Fittipaldi nel suo libro 'Avarizia' sugli 'scandali e segreti della Chiesa di Francesco' al centro di Vatileaks2, in uscita il 5 novembre e del quale è stata diffusa un'anticipazione. "Lo Ior gestisce anche quattro fondi di carità - è scritto in un capitolo del libro - .Incrociando le tabelle i preti non sembrano essersi svenati per i meschini e i disgraziati: nel 2013 e nel 2014 il fondo a disposizione della Commissione cardinalizia guidata dal cardinal Santos Abril y Castelló non ha scucito un soldo bucato, nonostante un saldo in attivo di 425 mila euro". E Fittipaldi prosegue: "Il Fondo per opere missionarie ha in pancia 139 mila euro, somma costituita soprattutto da donazioni interne, ma negli ultimi due anni ha 'elargito per opere missionarie' solo 17 mila euro". "Anche il fondo nato per finanziare le 'Sante Messe', seppur più cospicuo (ha un saldo arrivato a 2,7 milioni di euro)- prosegue - ha preferito tenere i denari in saccoccia: nel 2014 sono stati girati ai sacerdoti di tutto il mondo la minuscola cifra di 35 mila euro".
Un patrimonio immobiliare vasto continua l agenzia stampa e per lo più sconosciuto quello di proprietà del Vaticano a Roma ma anche in Gran Bretagna, Francia e Svizzera. Nel libro si punta il dito sulle criticità dell'Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica. "L'Apsa - scrive l'autore - è proprietaria a Roma di migliaia di appartamenti (in tutto il Vaticano nella Capitale ne conta circa 5000, ma non sanno nemmeno loro quanti ne posseggono in totale: in un altro studio della prefettura degli Affari economici si evidenzia tra le criticità dell'Apsa l'assenza di bilanci che mostrino il patrimonio immobiliare nella sua completezza) che valgono cifre importanti". "Nel 2013 l'Apsa ha segnato in bilancio tre voci distinte: le proprietà in Inghilterra per 25,6 milioni, quelle in Svizzera per 27,7, mentre case, negozi, palazzi e appartamenti in Italia e in Francia per appena 342 milioni. Ma in Vaticano sanno bene - conclude - che si tratta di una cifra sottostimata: il documento interno della Cosea fa chiarezza sul punto, specificando che il portafoglio contabile Apsa deve essere moltiplicato per ben sei volte".
"Centinaia di migliaia di euro per voli in business class, vestiti su misura, mobili di pregio, perfino un sotto lavello da 4.600 euro". E' l'elenco delle "spese pazze" effettuate dalla Segreteria per l'Economia pubblicato nel libro 'Avarizia' "A gennaio del 2015 - si legge nel libro - qualcuno ha inviato al Papa tutte le voci di spesa della neonata segreteria per l'Economia, che Bergoglio aveva affidato qualche mese prima a George Pell, il cardinale chiamato dall'Australia per raddrizzare usi e abitudini nefaste della curia che ha spadroneggiato durante l'era di Benedetto XVI". In quell'elenco ci sarebbero, secondo l'autore, "centinaia di migliaia di euro per voli in business class, vestiti su misura, mobili di pregio, perfino per un sottolavello da 4600 euro". "Un elenco di spese pazze che ha raggiunto per appena sei mesi di attività del nuovo dicastero un totale di oltre mezzo milione di euro".
Nel 2012 il Vaticano "ha venduto 27 milioni di benzina: di questa cifra il 18% è stato venduto a clienti 'sconosciuti'", è scritto ancora in 'Avarizia'. "Il carburante - si legge nel libro - rappresenta per il dipartimento la fonte di guadagno e di margini più importanti, scrivono gli analisti di Ernst&Young. Le pompe di benzina sono due, e il prezzo per i consumatori è 20 per cento più basso rispetto a quello italiano." Fittipaldi sottolinea inoltre che ci sono 550 tessere, vale a dire soggetti che hanno la possibilità di fare benzina in Vaticano, "che hanno superato il limite annuale di acquisti, pari a 1.800 litri". Ed inoltre, "hanno fatto la fila alla pompa ben 27 mila persone, molte più di quelle autorizzate".

 

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI