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La commissione dà il via libera : ''Nessuna resa all'Europa, la flessibilità è possibile''

La commissione da il via libera alla manovra dopo che la correzione del deficit e' stata aumentata di 0,3 punti, si arriva così al 2,6%. Per il deficit strutturale, invece, la correzione e' anche superiore allo 0,3%. ''Uno sforzo notevole dopo 3 anni di recessione'', ha detto il ministro Pier Carlo Padoan che ha salutato la decisione del falco Katainen come il preludio di una nuova Europa ora ''sulla strada dello sviluppo e della crescita dell'occupazione''. Certo ammette: la procedura di infrazione non è ancora scongiurata e la maggiore correzione toglie risorse per spingere la crescita.

Il Def cambia le stime e il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan le spiega alle Camere. Ma l'opposizione da battaglia. Chiede a gran voce che il documento, ''aggiornato'' con le nuove previsioni inviate all'Ue, torni al voto dell'aula. E, poichè contiene una deroga al pareggio di bilancio previsto dalla Costituzione, sia nuovamente approvato a maggioranza assoluta. Il braccio di ferro, giocato sul filo delle leggi e dei regolamenti parlamentari, ha però un risvolto fortemente politico. Il ''vecchio'' Def al Senato è stato approvato, due settimane fa, con un solo voto in più rispetto al quorum richiesto. Così una nuova prova d'aula potrebbe rappresentare un rischio, una buccia di banana sulla quale far scivolare il Governo Renzi. Inoltre, il primo effetto pratico è quello di rinviare ancora l'avvio della sessione di bilancio per l'esame della Legge di Stabilità. Il nuovo fronte si apre per il governo proprio mentre il cielo si rasserena a Bruxelles.

Il fatto che non abbia riscontrato serie deviazioni dalle regole del Patto, non significa che i piani lo rispettano appieno, non pregiudica la nostra analisi finale e non esclude che la Commissione possa adottare procedure nell'ambito del Patto": così il commissario Jyrki Katainen sulle leggi di stabilità. "L'Italia sta facendo cambiamenti importanti, ora bisogna vedere se saranno attuati": così il commissario agli affari economici Jyrki Katainen.

Gli ulteriori sforzi di Italia e Francia per andare incontro alle richieste di Bruxelles ottengono il risultato sperato: nessuna bocciatura dei progetti di legge di stabilità, che superano la prima prova in Europa. Ma anche se la Commissione non ha rilevato "gravi violazioni" delle regole nei piani di bilancio 2015, non è ancora pronta a promuoverli: il commissario agli affari economici Jyrki Katainen rimanda al giudizio completo a novembre, che metterà in luce "mancanze e rischi" dei piani su cui fin dall'inizio ha espresso dubbi. Non sarà però più lui ad occuparsi del dossier: dal primo novembre il controllo dei conti pubblici passerà nelle mani del socialista francese Pierre Moscovici, ed in molti sperano che la linea del rigido rispetto delle regole si ammorbidisca. Per Roma e Parigi, un primo e importante punto è comunque segnato. Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan parla di ''dialogo aperto'' con la commissione che segna anche i tratti di una nuova Europa.

 

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