Renzi: spero di essere l'ultimo premier a chiedere la fiducia al Senato

Si è aperta nell'Aula di Palazzo Madama la seduta dedicata al voto di fiducia al governo Renzi. Alle 20 sono previste le dichiarazioni di voto e alle 22 la prima chiama.

Al momento, dovrebbero essere 169 i senatori che voteranno la fiducia all'esecutivo. La maggioranza assoluta in Senato è fissata a quota 161
(la metà del plenum, cioè 320, senatori a vita compresi, più uno) anche se per ottenere il disco verde è sufficiente la maggioranza dei votanti. I numeri sono risicati. Il rischio impallinamento è sempre dietro l'angolo. I voti sicuri sono i 107 del Pd, i 31 del Nuovo Centrodestra, i 12 delle Autonomie (compresi i senatori a vita Elena Cattaneo e Carlo Rubbia), gli 8 di Scelta Civica (incluso il senatore a vita Mario Monti), gli 11 di Popolari per l'Italia (tutti tranne Maurizio Rossi che abbandonerà l'Aula). 169 voti fino a qui. Potrebbero arrivare anche quello di Carlo Azeglio Ciampi e di Renzo Piano, ma non è certo. La maggioranza potrebbe diventare più folta con l'eventuale arrivo dei voti dei dissidenti del Movimento 5 Stelle e di quelli del gruppo Grandi Autonomie e libertà. Ma anche in questo caso non vi è certezza. La seduta si aprirà alle 14 con il discorso del premier mentre dalle 15.30 alle 20 si svolgerà il dibattito. Quindi, dopo eventuali repliche e dichiarazioni di voto finale, in serata partirà la prima chiama del voto di fiducia

Il premier più giovane nella storia della Repubblica. Alla guida di soli sedici ministri: otto donne, otto uomini. E vanta una sfilza di primati: più giovane e più rosa, più 'snello' e più politico di quelli che lo hanno preceduto.

Per la prima volta una donna alla guida della Difesa. Per la prima volta un trentenne al comando. Renzi brucia le tappe e a due mesi dalle primarie che lo hanno eletto segretario del Pd, trasloca dal Comune di Firenze a Palazzo Chigi. Con i 39 anni compiuti lo scorso 11 gennaio, è il presidente del Consiglio più giovane della Repubblica italiana e attualmente il più giovane dell'intera Unione europea.

Può vantare anche l'esecutivo più al femminile della Repubblica, con un pieno rispetto delle pari opportunità: tante le donne, quanti gli uomini. Otto le 'ministre', una in più rispetto al governo Letta, cui strappa il record, due in più rispetto al secondo governo Prodi e ai due guidati da D'Alema, che ne avevano sei. Rispetto alla squadra di Letta, si contano nove conferme (sei ministri, tre sottosegretari 'promossi'), tra cui quella di Angelino Alfano, che resta al Viminale ma non è più vicepremier.

"Ci avviciniamo in punta di piedi e con rispetto profondo e non formale che si deve a quest'Aula e alla storia del paese che qui ha un simbolo"ha detto il premier Matteo Renzi durante il discorso per la fiducia aggiungendo di avvicinarsi anche con lo stupore di chi si rende conto della "magnificenza di un luogo" come è il Senato.

"Siamo qui a chiedervi la fiducia che è un gesto controcorrente non tanto nel linguaggio della politica. Noi vogliamo provare ad andare controcorrente", ha detto Renzi aprendo il discorso al Senato.

"Sappiamo perfettamente che viviamo un tempo di grande difficoltà e struggenti responsabilità" e abbiamo la consapevolezza di dover "recuperare il coraggio e il gusto e il piacere di fare sogni più grandi e accompagnarli da una concretezza puntuale".

"Comunico di voler essere l'ultimo premier a chiedere a questa Aula la fiducia": ha detto Renzi chiedendo la fiducia al Senato.

"Io non ho l' età per sedere al Senato. Non vorrei cominciare con la citazione colta di Gigliola Cinquetti ma è così. E fa pensare che oggi davanti a voi siamo qui non per inseguire un record anagrafico, non per allungare il curriculum, siamo qui per parlare un linguaggio di franchezza". Così il premier Matteo Renzi nel suo discorso per chiedere la fiducia al Senato.

Sulla legge elettorale e le riforme costituzionali si è raggiunto "un accordo che va oltre la maggioranza di governo". Quell'accordo "lo rispetteremo nei tempi e nelle modalità prestabilite". Così il premier Matteo Renzi nel chiedere la fiducia al Senato.

L'Italia è "curiosa e brillante, è un'Italia che si vuole bene e che ci tiene a presentarsi bene. E' un Paese che non ci segue perché è avanti a noi: siamo noi che dobbiamo inseguire" e faremo "di tutto per raggiungerlo con un pacchetto di riforme". Lo ha detto il premier Matteo Renzi durante il discorso sulla fiducia in Senato.

Matteo Renzi parla di una angoscia nel rapporto tra politica e cittadini che porta alla sensazione di una Italia visto come un paese finito che ha giocato le tutte le sue carte. "Noi abbiamo deciso di cambiare", ha affermato il premier nel suo discorso programmatico al Senato.

Il presupposto è che eravamo ad un bivio: o si andare alle elezioni, noi non abbiamo paura, siamo abituati a candidarci". Così il premier Matteo Renzi che, davanti al rumoreggiare dei senatori grillini, ha ribadito che il Pd non teme le elezioni "e lo dico a M5s che imparo apprezzare...".

Applauso polemico dei senatori M5s quando Matteo Renzi dice di non avere paura di andare alle elezioni. Il Pd applaude invece sinceramente quando il premier ricorda che il suo partito ha vinto tutte le elezioni.

Andare avanti fino al 2018 ha un senso se si avverte la consapevolezza dell'urgenza di misure per il cambiamento. Lo afferma il premier Matteo Renzi nel suo intervento programmatico al senato. I tempi che in politica sembrano dilatati - dice tra l'altro - per le persone che la mattina accompagnano i figli a scuola - diventano stretti per risolvere i problemi. "Il senso dell'urgenza - continua Renzi - è un elemento centrale".

A seguire le dichiarazioni programmatiche del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, siede in tribuna al Senato la moglie del premier, Agnese Landini. Accanto a lei, che indossa un vestito chiaro, siede Marco Carrai.

E' davvero l'ultima occasione per l'Italia, ci vuole coraggio e si deve andare dritti sulle riforme. Sarà in sostanza questo il messaggio che il neopremier Matteo Renzi vorrà far arrivare al Parlamento per ottenerne la fiducia. Il primo appuntamento oggi pomeriggio al Senato, in un discorso in cui l'ormai ex sindaco di Firenze chiederà di correre con lui e su obiettivi precisi, altrimenti non è che abbia paura di andare al voto. Ieri le prime indicazioni, fra lotta alla burocrazia, taglio al cuneo fiscale, meno tasse alle imprese e detrazioni sull'Irpef. Ma anche la precisazione sulla tassazione dei Bot: vanno rimodulate le aliquote su lavoro e rendite finanziarie.

Questa mattina, al Quirinale, ha prestato giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan. Erano presenti, in qualità di testimoni, il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Consigliere di Stato Donato Marra, e il Consigliere Militare del Presidente della Repubblica, Gen. Rolando Mosca Moschini.

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