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Matteo Renzi neo segretario del PD

Matteo Renzi si pappa tutto il piatto e da ieri sera è non il nuovo segretario ma il padrone del Pd. Non solo: l'opa su Palazzo Chigi da premier virtuale, da eminenza non troppo grigia che detterà la linea a Enrico Letta
Le primarie dell'Immacolata si trasformano nel trionfo personale del sindaco di Firenze, che sfiora il 70 per cento dei voti. E sul palco dell'Obihall a Firenze, nella dolce sera e frizzantina della consacrazione, mentre Jovanotti canta Ti porto via con me (ma lui non farà certo così) parla già da dominus: «Abbiamo l'ambizione di cambiare l'Italia, non uno o due ministri».

Malgrado la sconfitta della Fiorentina che ha lievemente increspato la domenica, il sindaco d'Italia non rifugge da metafore calcistiche: «Se mi avete dato la fascia di capitano di questa squadra, non passerà giorno senza lottare su ogni pallone». E poi: «Non è la fine della sinistra. Non stiamo cambiando campo, stiamo solo cambiando i giocatori che hanno dato tutto e vanno sostituiti».

È spavaldo Irrenzi, come lo chiamano nella Firenze che tanto lo ama e un po' lo detesta. Imbarca sul carro dei vincitori il bipolarismo («è salvo»), un'intera generazione («tocca a noi guidare la macchina,a noi che facevamo le medie quando è caduto il muro di Berlino, a noi che ci siamo iscritti a Giurisprudenza dopo aver visto morire Falcone e Borsellino»), anche i suoi avversari sconfitti. Scarica invece i teorici dell'inciucio: «Qualche politico di lungo corso neocentrista ha brindato. Ma stasera, con il risultato delle primarie, quella bottiglia gliel'abbiamo mandata di traverso».

È il giorno in cui nel Pd tutto cambia. Tutto e pure qualcosa di più. Nel Pd e anche nel governo delle intese non poi così larghe. Con numeri bulgari Renzi diventa un segretario forte come il Nazareno non ha mai conosciuto. In grado di mettere alle corde il premier. Sin da oggi. Con tre temi in agenda: nuova legge elettorale, riforma del lavoro e basta euroragionerie. Letta prende nota e fa spazio al nuovo azionista di maggioranza: «Con il nuovo segretario Matteo Renzi lavoreremo insieme con uno spirito di squadra che sarà fruttuoso, utile al paese e al centrosinistra», dice.

Matteo Renzi, neo segretario del Pd, annuncerà alle 15.30 la nuova segreteria del Pd nel corso di una conferenza stampa presso la sede del partito a Roma. Il neosegretario è in viaggio verso la capitale dove lo attendono i primi impegni nel suo nuovo ruolo. Secondo quanto appreso Renzi ha lasciato Firenze in auto diretto nella capitale. Da stamani giornalisti, fotografi e cameramen erano in attesa alla stazione di Santa Maria Novella per intercettare il sindaco, ma in partenza per Roma sono stati visti solo alcuni suoi collaboratori.

Dopo il triomfo con quasi il 70% dei consensi, Matteo Renzi lavora al cambiamento ed oggi pomeriggio a Roma annuncerà in una conferenza stampa al Pd la sua nuova segreteria. Non ci sono piu scuse è il messaggio per interlocutori politici e sostenitori, forte dei tanti voti che sono segno 'che c'è da scardinare un sistema'. Il neosegretario probabilmente oggi incontrerà anche il premier Letta. 'Lavoreremo insieme con spirito di squadra che sarà fruttuoso, utile al paese ed al centrosinistra', fa sapere l'inquilino di Palazzo Chigi. 'Ho due mesi per imporre il segno, va fatta legge elettorale', spiega Renzi in un colloquio con la Stampa.

Pippo Civati ha detto che "Non si è capito cosa vuole fare Renzi rispetto al governo, se vuole farlo cadere oppure no, lui non è stato chiaro e così ha preso anche i voti di chi vuole mantenere le larghe intese. Spero ci dica cosa vuole fare nei prossimi giorni".

"La vittoria di Renzi - afferma Piero Fassino, presidente dell'Anci e sindaco di Torino - dimostra due cose: la prima e' che c'e' una voglia di partecipazione del popolo di centrosinistra, che si e' tradotta in una affluenza straordinaria alle primarie, dimostrazione che la gente crede nelle primarie, nella loro valenza democratica E poi, la vittoria di Renzi va letta in una duplice chiave; l'affermazione della volonta' di cambiamento e la speranza di un riscatto futuro, di una vittoria. Soprattutto - ha aggiunto - ieri si e' chiuso un ciclo politico durato vent'anni, dal 1994, una durata fisiologica ai cicli politici. Si apre una nuova fase, con una classe dirigente nuova e un leader giovane. Credo che tutti, non solo il centrosinistra, ma tutti gli italiani, debbano guardare con interesse l'avvio di questo nuovo ciclo politico, con gente nuova dal punto di vista delle idee, non solo anagraficamente. L'apparato di partito ho cominciato a smantellarlo io, quand'ero segretario dei Ds - ha continuato Fassino - quindi le cose che ha detto ieri Renzi sulla necessita' di cambiare il partito le condivido, e corrispondono ai miei sentimenti espressi in tempi non sospetti; il voto di ieri dice che c'e' la voglia e la speranza di cambiare l'Italia che vive una condizione di precarieta' politico-economica da troppi anni e che chiede di poter guardare con maggiore fiducia, con maggiore sicurezza al futuro, con una prospettiva di crescita, a partire dal lavoro. Questi sono i grandi temi cui confrontarci"

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