Papa Francesco: non si uccide in nome di Dio, ma non si ridicolizza la fede

"Dio benedica e protegga lo Sri Lanka". Con questo tweet Papa Francesco ha salutato il Paese asiatico per proseguire il suo viaggio che lo ha visto sbarcare a Manila nelle Filippine. Una volta sceso dalla scaletta è stato il presidente del Paese, Aquino III, ad accoglierlo. All'aeroporto di Manila un'accoglienza calorosa con centinaia di giovani che cantano e ballanoFolla sterminata ad accogliere Francesco anche nelle zone subito fuori dall'aeroporto, inquadrate dalle immagini del Ctv, il Centro televisivo vaticano. Molti i sacerdoti e i vescovi, tra i quali l'arcivescovo di Manila, il cardinal Luis Antonio Tagle. Si sono salutati con un forte abbraccio e grandi sorrisi. Tira un forte vento e appena il Papa si è affacciato dal portellone dell'aereo è volata la papalina. Anche a Manila, come era già accaduto all'aeroporto di Colombo in Sri Lanka, due bambini hanno offerto al Papa un omaggio floreale, con fiori banchi e gialli, i colori del Vaticano.Intanto


Da bordo dell'aereo papale, in volo da Colombo per Manila . «Noi le faremo un po' di domande, ma lei quando è stanco se ne può andare a riposare quando vuole».Come riferiscono le agenzie di stampa, In piedi, tra il corridoio e la prima fila di poltrone, il portavoce padre Lombardi si rivolge a Papa Francesco che sorride pronto a rispondere. Il tempo a disposizione non è tanto, sicché le domande sono concentrate, una per gruppo linguistico.

Non si uccide in nome di Dio ma non si ridicolizza la fede altui. E' il messaggio del Papa che, dall'aereo come riferiscono le agenzie Italiane di stampa che lo sta portando dallo Sri Lanka alle Filippine, incalzato dai cronisti, torna a parlare del terrore dei giorni scorsi a Parigi. "Essere miti, umili non aggressivi" - è il messaggio del Papa - è "miglior modo per rispondere" a minacce di attentati. Il Papa è "preoccupato per l'incolumità dei fedeli", per sé ha paura ma anche "una sana incoscienza" e ha paura del dolore fisico. "La libertà di religione" - ha detto ancora Francesco - è essenziale, e "non si uccide in nome di Dio". La "libertà di espressione è un diritto, ma anche un dovere". Neppure "si offende la religione", ma in questo caso "non si reagisce con violenza".

Libera espressione sì, "ma se il mio amico Gasbarri dice una parolaccia sulla mia mamma, si aspetti un pugno". Così il Papa, in volo verso Manila, ha spiegato il "limite" alla libertà di espressione: la fede non sia ridicolizzata. Non si "giocattolizza la religione degli altri".

"Forse è una mancanza di rispetto - ha risposto il Papa a una domanda sui kamikaze e sui bimbi usati come kamikaze - ma credo che in ogni attacco suicida c'è qualcosa di squilibrio mentale e umano, c'è qualcosa che non va nelle persone, nel senso che danno alla propria vita e a quella degli altri. Sì, il kamikaze dà la propria vita, ma non la dà bene, i missionari per esempio danno la propria vita ma per costruire, quando si dà la vita per distruggere c'è qualcosa che non va".

La religione va tutelata. Prima però il Papa ci tiene a spiegare perché a Colombo ha canonizzato Giuseppe Vaz, un religioso vissuto nel XVI secolo, un apostolo del dialogo inter religioso. Ecco la conversazione come riferiscono gli organi di stampa :«Questa canonizzazione, così come altre, è stata fatta con la metodologia della canonizzazione equipollente che si usa quando da tanto tempo un uomo o una donna beati hanno la venerazione del popolo di Dio. Una venerazione che dura secoli. Ho usato questa metodologia anche per Angela da Foligno. Ho scelto di canonizzare grandi evangelizzatori, come Pietro Favre, evangelizzatore dell'Europa, morto si può dire per la strada, mentre viaggiava, a 40 anni e poi gli evangelizzatori del Canada, che poi sono i fondatori della Chiesa canadese. E poi un religioso brasiliano e nello Sri Lanka Giuseppe Vaz. A settembre farò una canonizzazione negli Usa. Sono tutte figure in linea con la mia enciclica, Evangelii Gaudium».

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