Perso un milione di posti di lavoro

Un milione di posti di lavoro, oltre la metà dei quali nel lavoro dipendente (567 mila), è sparito nei sei anni di crisi tra il 2008 e il 2013. E' quanto emerge dalla ricerca della Uil dal titolo ''No Pil? No job". Nei sei anni la disoccupazione sale dal 6,7% al 12,2%, la giovanile raddoppia dal 21,3% al 40%.

Una persona su 3 in età lavorativa, nel 2013, ha conosciuto forme di sofferenza e insicurezza occupazionale. Si tratta di quasi 13 milioni di donne e uomini (+42,6% sul 2008) che hanno un lavoro instabile, che hanno subito una riduzione di orario o lo hanno perso.Intanto in Europa :

Gli agghiaccianti dati Eurostat sulla produzione industriale segnalano un crescente distacco tra economie forti ed economie deboli, mettendo ancor di più a serio repentaglio quello che ancora resta della capacità di tenuta dell'Europa nel medio termine. Dal governo solo annunci e belle parole. Sono passati 4 mesi e di grandi riforme non se ne vede l'ombra. Il debito pubblico è aumentato di circa 20 miliardi a maggio per il pagamenti alla Pa e il sostegno dei Paesi Ue in difficoltà. Intanto il discorso di Junger :

Non ci si poteva aspettare diversamente, vista la sua storia e i suoi principali sponsor politici (Angela Merkel). Juncker ha annunciato di voler lanciare entro febbraio 2015 un piano di investimenti pubblici e privati di 300 miliardi di euro. Sette mesi e mezzo solo per preparare un piano. In confronto i nostri apparati decisionali sono delle schegge. Non solo. Ma se la Ue aveva già deciso un anno e mezzo un piano di investimenti fino a 180 miliardi in tre anni attraverso l'aumento di capitale della Bei, i 300 di cui parla Juncker sono aggiuntivi oppure li comprendono? Non sarebbe utile che questi denari fossero restituiti alla fonte ai cittadini e alle imprese con una potenziale riduzione del carico fiscale? Un discorso che sa di vecchio, di neo-keynesismo di risulta. Juncker si è dichiarato anche a favore dell'introduzione dell'imposta sulle transazioni finanziarie. Sentirselo dire da chi è stato a lungo premier del Lussemburgo sembra una barzelletta. Inutile spiegare per l'ennesima volta che se si scoraggia l'afflusso di capitale, gli investitori vanno altrove, e la Ue la ripresa non la vedrà neanche col binocolo.

 

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