Chiude lo Stato federale Usa

Chiude lo Stato federale Usa. Il Congresso non ha trovato un'intesa sul finanziamento della macchina statale, provocando lo 'shutdown'. E' un durissimo colpo alla ripresa economica Usa e mondiale. L'ultima 'chiusura' risale a 17 anni fa e costò 2 miliardi di dollari.

La fine del finanziamento dello Stato federale e' scattato un minuto dopo la mezzanotte del 1 ottobre ora di Washington, quando in Italia sono appena passate le 6 di mattina. In seguito al blocco dei fondi, circa 800mila lavoratori statali non riceveranno piu' stipendio, ci sara' la chiusura di musei, degli sportelli ministeriali e persino dei parchi naturali in tutti gli States. Lo shutdown e' stato provocato dal durissimo muro contro muro tra Casa Bianca e Grand Old Party sul budget. Ma il vero scontro e' sulla riforma sanitaria: il partito repubblicano, che ha la maggioranza alla Camera, ha deciso di bloccare ogni finanziamento alla controversa Obamacare, proponendo un via libera ai fondi a patto che si ritardasse di un anno l'entrata in vigore della celebre riforma, prevista proprio oggi, martedi' 1 ottobre. Di contro, Barack Obama e il partito democratico, non si sono piegati, tenendo il punto e difendendo l'immediata applicazione di una legge approvata anni fa al termine di una battaglia campale e che oggi avra' effetti concreti per la vita di circa 35 milioni di americani.

Il direttore del Bilancio della Casa Bianca, Sylvia Mathews Burwell, ha detto che non è chiaro quanto a lungo potrà o dovrà protrarsi lo shutdown (l'ultima volta, nel 1996, durò 22 giorni). Burwell ha sollecitato il Congresso ad approvare al più presto un bilancio di esercizio provvisorio, onde permettere ai ministeri di riprendere a funzionare per il resto dell’anno fiscale, e ripristinare l’operatività dei servizi e dei programmi pubblici essenziali. Entro il 17 ottobre il Congresso dovrà approvare la manovra di innalzamento. In caso contrario oltre al blocco (shutdown) l'America rischia il default. Ovvio che nessuno ha interesse a tirare la corda fino a farla spezzare. Bisogna vedere quale sarà il punto d'incontro tra democratici e repubblicani.

"Malauguratamente - ha detto il presidente Obama in un video realizzato dalla Casa Bianca per i militari - il Congresso non ha adempiuto le proprie responsabilità. Non è stato capace di approvare un bilancio e, come risultato, gran parte della nostra amministrazione adesso deve chiudere, fino a quando il Parlamento non tornerà a finanziarla".  Obama ha promulgato norme di emergenza che permetteranno il pagamento dei salari per i militari che, ha sottolineato, continueranno il loro normale stato di servizio. "Garantiremo che abbiate ciò di cui avete bisogno per completare le vostre missioni. Le minacce alla nostra sicurezza nazionale non sono cambiate, e ci occorre che siate pronti per qualsiasi evenienza". Diverso, ha quindi avvertito il presidente, il discorso per quanto riguarda il personale civile delle Forze Armate, specie per quello adibito a mansioni non essenziali: in gran parte, infatti, non potrà essere più pagato. "So che i giorni a venire potrebbero significare una maggiore incertezza, ivi compresi possibili congedi", ha ammesso, "e so che questo arriva subito dopo i licenziamenti che molto tra voi hanno già dovuto sopportare in estate. Voi e le vostre famiglie", ha puntualizzato Obama, "meritate di meglio rispetto ai malfunzionamenti cui abbiamo assistito in Congresso. Continuerò ad attivarmi affinchè lo stesso Congresso faccia riaprire il nostro governo il più presto possibile, e vi faccia ritornare al lavoro quanto prima".

La paralisi comporta la parziale chiusura delle agenzie governative. Ottocentomila dipendenti pubblici (su un totale di 2 milioni) rischiano il posto, con un costo all’erario di oltre un miliardo di dollari. L’ultima volta che si era presentata una situazione simile era nel 1996, sotto l’amministrazione di Bill Clinton. Obama ha firmato un provvedimento che assicura che i militari dell’Esercito in servizio attivo e della Guardia Costiera continuino a essere pagati anche durante lo shutdown. Qualche minuto prima della mezzanotte, l’Office of Management and Budget della Casa Bianca aveva emesso una nota rivolta alle agenzie federali per chiedere l’avvio delle procedure per "l’esecuzione dei piani per sospendere in modo ordinato le loro attività". "Sfortunatamente non abbiamo chiare indicazioni che il Congresso possa agire in tempo perché il presidente possa firmare una risluzione di prosecuzione entro la fine del giorno primo ottobre 2013", si legge in un memorandum diffuso dall’ufficio Gestione e bilancio della presidenza americana.

Questo è un giorno molto triste per il nostro Paese", ha commentato il democratico Harry Reid, leader della maggioranza al Senato, che ha bollato come "anarchici" i repubblicani che hanno impedito l’approvazione del bilancio alla Camera. Nancy Pelosi, capogruppo democratico alla Camera, ha ribadito lo stesso concetto: "È un giorno davvero triste nella storia del Congresso".

E da registrare c'è anche il tentativo in extremis di una pattuglia di 25 repubblicani moderati di evitare lo shutdown, sfidando apertamente i vertici del partito.

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