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Teremoto Le Pen, perde Grillo, vince Renzi con piu del 40 x cento

Marine-Le-Pen

 

Terremoto": la Francia trema, per la prima volta il primo partito nel Paese è il Front National, l'estrema destra di Marine Le Pen, che straccia gli avversari della destra UMP e distacca in modo clamoroso i socialisti. Crollo storico per il PS, che si ferma appena sotto il 14%, allo sbando la gauche di governo, guidata dal premier Manuel Valls. Il presidente Francois Hollande, alla seconda disfatta consecutiva dopo le amministrative di marzo, ha convocato per domani mattina all'Eliseo una riunione di crisi. C'è da rispondere alla Le Pen, che chiede "solennemente" di sciogliere il Parlamento e di convocare nuove elezioni. Valls, scuro in volto come mai prima, ha ammesso il "terremoto" e il momento "molto grave". Ma è determinato ad andare avanti e, come ha detto per l'ennesima volta, ad "accelerare con le riforme".

Festa a Nanterre, la roccaforte del Front alla periferia di Parigi, sconcerto nel Paese, che pure da mesi era preparato all'inedita situazione con l'estrema destra in testa ai sondaggi. La realtà ha però superato ogni fantasia della vigilia: più di un francese su 4, il 26%, ha votato per il Fronte nazionale, e non c'è stato neppure il record di astensioni, più numerose nel 2009. Sono andati a votare il 43% ma non è servito ad arginare lo tsunami-Le Pen che ha spazzato via con oltre cinque punti di distacco l'UMP, partito della destra parlamentare al quale non ha evidentemente giovato l'improvvisato ritorno in scena dell'ex presidente Nicolas Sarkozy, che tre giorni fa ha invocato un'Europa franco-tedesca che sospenda immediatamente Schengen. L'UMP finisce al 20,88% e sembra pronto l'addio di Jean-Francois Copé, il presidente che non ha mai convinto ma che adesso viene trascinato via dalla corrente degli scandali interni sui fondi neri, arrivata ancor prima dell'ondata di piena del Front National. Il Partito socialista tocca il fondo della sua storia, al 14% mentre le ipotesi più pessimiste lo davano al 16-17%, che sarebbe già stata una disfatta, come lo era stato cinque anni fa per le europee seguite alla guerra intestina fra Segolene Royal e Martine Aubry. Scommessa stravinta per Marine Le Pen, stasera osannata in modo trionfale dai suoi: Hollande - ha subito detto - "deve prendere le disposizioni che si impongono affinché l'Assemblea diventi nazionale". I temi forti della campagna - uscita dall'euro, rifiuto del rigore imposto da Bruxelles, ritorno alla "sovranità nazionale" - sono stati ribaditi dalla leader del "primo partito di Francia", che otterrà fra i 23 e i 25 eurodeputati contro i tre che aveva finora. Il Front National - cavalcando da solo la crisi e la politica "antisistema" - ha quadruplicato i voti rispetto al 2009 riuscendo ad andare oltre il raddoppio del suo record storico (11,7% dei voti nel 1989 e 11 eurodeputati nel 1994). Il record assoluto di voti in percentuale era stato alle presidenziali 2012 con il 17,90%. Il Front ha fatto il pieno dei voti fra i giovani e gli operai, secondo le prime analisi del voto, dimostrando un radicamento nel territorio senza precedenti.
Ed è riuscito a portare al Parlamento europeo tutti i suoi volti più noti: non solo Marine Le Pen e il padre Jean-Marie, ma anche i vicepresidenti Florian Philippot e Louis Aliot, e il controverso Bruno Gollnisch. Si tratta, come hanno osservato diversi commentatori già questa sera, della nascita di un partito nuovo che cambia in modo radicale il panorama politico francese della quinta repubblica, finora bipolare. Nella prospettiva delle presidenziali 2017, il Front National si pone dunque in modo diverso e per il futuro politico della Francia molto dipenderà dalla capacità della destra UMP di riorganizzarsi, come molti chiedono stasera attorno al nume tutelare Sarkozy. Unico neo nella serata trionfale del partito della Le Pen, il fatto che sarà molto difficile costituire un blocco di almeno sette paesi a Strasburgo per costituire un gruppo nazionalista euroscettico in grado di pesare sulla politica europea. "Terremoto", titola in prima pagina Le Figaro di domani, "La France FN" risponde Liberation.
Il "dopo 25 maggio" francese è già cominciato

La Francia si sveglia scossa dal 'terremoto' Marine Le Pen il giorno dopo il voto per rinnovare il Parlamento europeo. Ma, all'indomani del tracollo elettorale della sinistra di governo alle europee, il primo ministro francese, Manuel Valls, ha escluso lo scioglimento dell'Assemblea nazionale, come chiesto invece dal Fronte Nationale.
Con il partito socialista, principale componente della maggioranza di governo, finito sotto il 14%, è stato chiesto a Valls, come sarà possibile andare avanti? "I francesi hanno dato un'investitura al presidente Hollande per cinque anni - é stata la risposta del neopremier alla radio RTL - serve tempo e io chiedo questo tempo".
"C'è una rotta da seguire che è stata tracciata - ha proseguito Valls - e io non voglio cambiarla". Il primo ministro francese si è detto convinto che l'Europa possa essere "riorentata verso la cresscita e l'occupazione".

I risultati definitivi vedono infatti il Front National conquistare 24 seggi al Parlamento europeo, l'Ump 20 e il partito socialista appena 13. Altri 7 seggi vanno ai centristi, 6 agli ecologisti e 4 all'estrema sinistra.

Per la prima volta, insomma, il primo partito nel Paese è il Front National, l'estrema destra di Marine Le Pen, che straccia gli avversari della destra UMP e distacca in modo clamoroso i socialisti.
Crollo storico per il PS, che si ferma appena sotto il 14%, allo sbando la gauche di governo. Il presidente Francois Hollande, alla seconda disfatta consecutiva dopo le amministrative di marzo, ha convocato all'Eliseo una riunione di crisi.

In Italia nel derby fra rabbia e speranza ha vinto la speranza. Questo è il momento dell'Italia, che deve guidare il semestre e il percorso di cambiamento dell'Europa partendo dall'assunto che dobbiamo prima di tutto cambiare noi stessi". Sono le prime parole del premier Matteo
Renzi a commento del voto per le europee, che hanno visto il Pd arrivare a un risultato storico, il 40,8%. Un risultato  "extra ordinem - secondo Renzi - particolarmente pensando che avviene nel centrosinistra e in questo momento". Ma "il bello deve ancora cominciare. La sfida è lanciata e noi saremo all'altezza del sogno".

Anche per questo "ringrazio tutti gli italiani e italiane che hanno dimostrato con una partecipazione significativa che questo paese è migliore di come lo si rappresenti" ha detto il premier, sottolineando che il voto non era "un referendum su di me o sul governo. Non lo considero un voto su di me, é un voto che esprime una speranza straordinaria". Anche perché le europee le ha vinte il partito: "Non considero questo risultato la legittimazione personale. Mi ha fatto piacere vedere al Nazareno un gruppo dirigente. Ieri non ha vinto una persona, c'era una foto di gruppo". La rottamazione? "Altro che finita, può iniziare". E il governo "dura fino al 2018" anche perché gli italiani "vogliono vedere i risultati, non votare".

Il risultato elettorale, aggiunge il premier, dimostra che "c'è un'Italia profonda che non si rassegna". Ora, dice, nessuno "ha più alibi per non fare le riforme". "C'è chi dice 'dai festeggiamo, facciamo una piazzata con due bandiere'. Ma "saremo umili e pacati" perché il voto è "per l'Italia che vuole cambiare" e "avvertiamo lo straordinario compito di fare le riforme". Lo sguardo va anche agli alleati, Ncd in testa: "Vogliamo ringraziare per il risultato importante gli alleati di governo non tanto ai fini dell'azione di governo ma per aver contribuito a dare un messaggio di speranza".

"Ho sentito il presidente della Repubblica" dice ancora il premier "è evidente che l'attenzione del presidente della Repubblica e di tutti noi è che la fase che si apre" dà una "centralità al Paese che dobbiamo meritare. C'è spazio per riforme e scommetto su questo". E ci saranno, assicura, "tempi ancora più brevi per le riforme e il cambiamento. Non molliamo di mezzo centimetro su nessuna riforma" . E' il momento, sottolinea, "di investire in Italia". E se Forza Italia "continua ad essere un pezzo importante di questo Paese", l'appello del premier va però al Movimento 5 Stelle: ""Mi auguro che nei 5 stelle ci sia una riflessione sulla legge elettorale, se questi parlamentari continuano ad utilizzare il Parlamento come luogo di show perderanno i loro elettori. Se invece cambiano atteggiamento, troveranno ascolto per fare insieme le riforme". In particolare Renzi guarda alla Legge elettorale che "è una grande riforma da scrivere insieme". Il risultato delle europee, chiarisce, "non cambia le valutazioni sulla legge elettorale, il ballottaggio è centrale per garantire la vittoria, se ci fosse il proporzionale puro neanche il Pd al 40 non potrebbe governare. Sono molto fiducioso che si farà".

L'Italia "c'è, è più forte delle paure che l'attraversano ed è in grado di incidere in Europa", sottolinea il premier. E adesso "il Paese ha tutte le condizioni per poter cambiare e invitare l'Europa Ue a cambiare". Anche perché "da una parte ci sono le forze populiste, dall'altro lato un'idea di Europa che ha fallito, in mezzo un grande spazio per il cambiamento possibile" e "da Roma dove i trattati europei sono nati parte un messaggio di grande consapevolezza". Il risultato del voto secondo Renzi non sposta l'asse dell'Europa, perché "la questione è che o ne usciamo tutti insieme o nessun paese singolo si salva da solo né la Germania né l'Italia". E mentre Angela Merkel esprime la sua soddisfazione, chiarendo che il candidato della Germania per la presidenza della commissione Ue è Junker, il premier precisa che sui vertici Ue, comunque, "prima di valutare i nomi "bisognerà valutare i contenuti". "Noi - chiarisce Renzi - abbiamo un'ambizione più ampia del mettere, scegliendo uno o più figure istituzionali, bandierine. Noi vogliamo concorrere con amici e partner a una nuova idea d'Europa".

Dopo il varo del decreto, la riforma del lavoro "va accelerata" con l'approvazione del ddl delega" perché "su questo punto giochiamo larga parte della nostra credibilità internazionale". Così il premier Matteo Renzi in conferenza stampa a Palazzo Chigi. "Il dl Poletti ha salvato posti di lavoro", sottolinea.

"Se riesci a non perdere la testa quando tutti intorno a te la perdono e ti mettono sotto accusa. Se riesci ad avere fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te, ma a tenere nel giusto conto il loro dubitare" i versi iniziali della poesia che, tra l'altro, recita ancora: "Se riesci ad incontrare il successo e la sconfitta e trattare questi due impostori allo stesso modo".

C'è silenzio in casa 5 Stelle. E il primo a non parlare, per ora, è proprio Beppe Grillo: il leader del Movimento ha lasciato poco prima delle 9 la sua villa di Sant'Ilario a bordo di una Kia bianca guidata da un'autista, e non ha parlato con i giornalisti, ma ha sorriso ed ha fatto il gesto di pugnalarsi al cuore.

In silenzio nella notte anche i parlamentari pentastellati: "Noi siamo abituati, come stile di lavoro, a basarci su fatti. Sono dati talmente aleatori che non ci permettono di esprimere una valutazione. Sarà una lunga notte" ha detto Roberta Lombardi a nome del MoVimento commentando gli exit poll . "Francamente - ha detto ancora insieme a Nicola Morra nel quartier generale del M5s - ci sembra che i dati siano esigui per una valutazione compiuta. Aspettiamo lunedì con un dato certo per commentare".

Intanto è scattata l'ironia in rete: dal "Vinciamo noi", slogan della campagna elettorale di Beppe Grillo, al "vinciamo poi" il blog di Beppe Grillo è stato invaso da commenti di scherno per il risultato elettorale delle europee a cui si affiancano molti messaggi di sconforto che arrivano anche a chiedere una giornata di lutto nazionale per la "deludente prova" dei pentastellati. C'è, ovviamente, chi non demorde e chiede di non credere agli exit poll, c'è anche chi invoca di mantenere la calma, ma la delusione è tangibile tra i 'fan' di Grillo che registrano un folto 'schieramento' di persone pronte - dicono - a lasciare il paese. Ma è decisamente in superiorità numerica la schiera di 'troll' che si sta scagliando contro il leader dei 5 stelle ricordandogli anche la 'promessa' fatta nelle piazze dei vaffa day: "Beppe - scrivono in molti - avevi detto che o vincevi o andavi a casa. Ora vattene". E c'è anche chi chiede, ironicamente, un collegamento streaming con la casa del leader dei 5 stelle.

''Siamo contenti che il partito popolare europeo abbia avuto il risultato maggiore. Abbiamo raggiunto un solido risultato''. Lo ha detto Angela Merkel commentando l'esito delle elezioni europee a Berlino in conferenza stampa.

''Juncker è il nostro candidato e cioè quello del Ppe. Noi andiamo ad affrontare il dibattito con il nome di Juncker, ma nessuno dei due partiti può da solo decidere il presidente'', quindi ci dovranno essere delle ''consultazioni''. Angela Merkel ha risposto così all'ipotesi di un terzo candidato per la presidenza della Commissione.

''I capi di governo dovranno parlare, il presidente del Consiglio von Rompuy dovrà procedere a delle consultazioni, di questo si dovrà relazionare il 26 e il 27 giugno al vertice e poi si vedrà''.

'È notevole e deplorevole'' per Angela Merkel l'avanzata segnata dagli euroscettici in Europa, ''ma la risposta ai delusi è nella crescita, nella competitività e nella occupazione''. ''Alla gente non interessano tanto le modifiche dei trattati - ha aggiunto - ma cosa porta l'Europa nella loro vita'', come ''il lavoro per i giovani''.

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