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“Armenia amica” a Treviso ha celebrato il centenario del genocidio armeno

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Quest’anno in molte città italiane, come nel resto del mondo, è stato ricordato il Centenario del Genocidio Armeno, attraverso eventi culturali e varie iniziative che hanno dato finalmente visibilità e la giusta considerazione al “Metz Yeghérn” (Il Grande Male), in un’analisi storica corretta ed obiettiva.

Nella splendida città di Treviso, il 16 ottobre scorso è stato inaugurato l’Evento “Armenia Amica”, una manifestazione artistico-culturale articolata in diversi incontri, organizzata dalla Onlus Federpiazza, Associazione Italia Armenia, Sivazlijan Baykar e Divinafollia Edizioni, sotto il Patrocinio del Comune di Treviso e dell’Ambasciata Armena.

Il primo evento, inaugurato presso lo storico Palazzo dei Trecento nel pomeriggio del 16 ottobre con il tradizionale taglio del nastro, è stata la mostra fotografica di A. T. Wegner. Fra le autorità, erano presenti il Sindaco di Treviso Giovanni Manildo, l’Assessore alla Cultura Luciano Franchin, l’Ambasciatore d’Armenia in Italia Sargis Ghazarijan, il Console Kuciukijan con la consorte Anna Maria Samuelli, curatrice della mostra, il prof. Sivazlijan Baykar Presidente dell’Associazione Armeni di Roma, Gianni Tosello Presidente di Federpiazza, la Poetessa Laura Chiarina. Alla presenza di numerose persone, ognuno di essi ha espresso il proprio pensiero in ricordo di questo gravissimo fatto storico; particolarmente toccante il discorso dell’Ambasciatore, che ha ripercorso la lunga storia del popolo armeno, dando risalto ai vari punti d’incontro con Venezia, Treviso e il Veneto.

La mostra è stata visitata da più di mille persone, molte delle quali hanno scritto un loro commento sul registro delle presenze.

Nelle giornate del 21 e 22 ottobre si sono tenuti alcuni incontri con gli studenti presso la Scuola Media Stefanini e il Liceo Scientifico L. Da Vinci di Treviso; relatore il prof. Baykar alla presenza di 600/700 ragazzi, tutti coinvolti, con vero interesse, verso un argomento passato per troppo tempo sotto silenzio.

Gli altri tre eventi si sono svolti in una location d’eccezione: l’Auditorium di Santa Caterina. Il primo è stato un convegno svoltosi il 23 ottobre, nel corso del quale è stato proiettato un interessante documentario realizzato da Federpiazza durante un viaggio culturale compiuto in Armenia. Sono intervenuti il dott. Vartan Giacomelli , sostituto Procuratore e Presidente dell’Associazione Armeni di Padova il quale, attraverso memorie personali accompagnate da foto di famiglia, (i nonni materni vissero il Genocidio), ha tracciato in modo commovente questo triste periodo storico; Il prof. Baykar, fraterno amico di Giacomelli, ha affrontato l’argomento in chiave socio-politico-geografica, riuscendo a contestualizzare e mettere in relazione i fatti oggetto del dibattito. La musica Daduk, magistralmente eseguita dal Maestro Stayam Aram, ha creato un’atmosfera assolutamente coinvolgente.

Il pomeriggio del 24 ottobre si è svolta la cerimonia di premiazione del Premio letterario “L’Incontro Letterario 2015 ieri e oggi”, nel corso del quale sono stati premiati i vincitori delle varie sezioni ed è stato conferito un Premio Speciale alla cultura e all’impegno sociale. La speciale sezione “F” del concorso letterario, dedicata al Centenario del genocidio Armeno è stata accolta con molto interesse; a Silvia Denti, titolare della Casa Editrice “Divinafollia” sono pervenuti numerosi elaborati, sia in poesia che in prosa, e nel corso della cerimonia, sono stati premiati anche i vincitori di questa particolare sezione.

Per rafforzare il significato della manifestazione, sono stati letti alcuni significativi passaggi del libro “Il lungo genocidio armeno”(Editore Guerini e Associati) a cura di Martina Corgnati e Ugo Volli. Si tratta di un vero ed efficace atto di memoria, deciso e portato avanti da un gruppo di studiosi italiani nel centenario del genocidio subito dal popolo armeno. Un nobile gesto per ricordare la diaspora armena, realizzato attraverso il capillare studio studio storico, l’analisi politica ed artistico-culturale, psicologica e semantica.

Nella prefazione del libro si legge: “L’urgenza di questo doveroso ricordo è dettato dal fatto che questo terribile genocidio continua ad essere negato, nascosto e mistificato dagli eredi di chi l’ha compiuto. Ancora oggi il governo turco nega di definire e chiamare “genocidio” la distruzione compiuta consapevolmente e volontariamente fra il 1915 e il 1922, negando quindi ogni responsabilità storica. Questo il motivo principale che rende essenziale la memoria, soprattutto da parte degli altri popoli”.

Interessante anche la citazione del libro di Mario Massimo Simonelli “Il lungo inverno di Spitak”(Elmi’s World Casa Editrice), dedicato al terribile sisma di gigantesche proporzioni avvenuto nella Repubblica Armena nel dicembre 1988, quando un’intera regione fu letteralmente devastata. Decine di migliaia le vittime, i feriti ed un numero impressionante di famiglie restò senza casa, in una regione montuosa, isolata, in pieno inverno, con il termometro notevolmente sotto lo zero. La popolazione, già stremata dalle tensioni e dagli scontri con il confinante Azerbaijan, fu ancora una volta messa a dura prova. All’indomani del terremoto, Paesi di tutto il mondo iniziarono una gara di solidarietà senza precedenti e il Governo italiano concentrò i suoi aiuti nei pressi della città di Spitak, epicentro del sisma, diventata città-simbolo della distruzione. Gli eventi di quei mesi avrebbero per sempre cambiato la vita dei protagonisti di questa intensa opera letteraria, dalle tinte forti e struggenti.

Nel corso dell’evento sono state lette poesie di famosi poeti armeni, quali Hrand Nazariartz, Willian Saroyan, Daniel Varujan ed Elise Ciarenz; il reading è stato accompagnato dalla chitarra acustica del musicista Massimo Luca, il quale al termine dell’incontro ha eseguito un medley di brani famosi di Lucio Battisti, con cui ha condiviso una parte del suo percorso artistico. Relatori dell’evento: Laura Chiarina, fattivamente impegnata in questi ultimi mesi nelle varie attività organizzative e di relazione legate a questa articolata ed interessante manifestazione, Silvia Denti, Federico Sanguineti, Daniela Cecchini.

La terza giornata è stata dedicata alla presentazione di alcuni libri, che affrontano la tematica del Genocidio armeno. Nel primo, dal titolo “AmarArmenia” (Edizioni Ararat), l’autore Diego Cimara, noto giornalista Rai, ha realizzato una preziosa opera che è al tempo stesso inchiesta, romanzo, saggio storico ed infine riflessione filosofico-religiosa. Un diario intimo che, attraverso l’interpretazione di migliaia di documenti e le testimonianze dirette dei sopravvissuti al genocidio armeno, entra nella sfera emotiva dei vari personaggi, in un’interpretazione universale del dolore, del travaglio, dell’incommensurabile sofferenza di questo popolo.

L’altro bellissimo libro presentato a Treviso è “Mayrig”(Divinafollia Editore) del regista e scrittore Henry Verneuil, dal quale egli ha poi tratto un film diviso in due parti: “Quella strada chiamata Paradiso” e “Mayrig”, dal titolo dell’omonimo libro, che in italiano significa madre, oppure mammina. La giornalista Letizia Leonardi ha eseguito un eccellente, quanto lungo lavoro di traduzione dal francese, curatissimo nella minuziosa ricerca di sostantivi ed aggettivi che potessero adattarsi nel modo più appropriato alla lingua italiana. Il risultato è un’opera di alto livello, la saga della famiglia dell’autore, che fu costretta ad emigrare in Francia per mettersi in salvo. Una storia ricca di intense immagini, sapientemente descritte, per capire e rendersi partecipi di una tragedia che i protagonisti hanno sempre saputo stoicamente affrontare con forza e speranza.

L’ultimo libro inserito nel programma dell’evento “Armenia Amica” è il romanzo “Sotto un cielo indifferente” dello scrittore e regista pubblicitario greco, ma di origine armena Vasken Berberian. I suoi libri sono considerati fondamentali nella prospettiva di rinascita culturale armena in Italia. Il protagonista della storia è Mikael, adolescente geniale e ribelle nella Venezia degli anni Cinquanta. Egli ricorda poco della sua infanzia armena, anche se insistenti immagini turbano il suo sonno e i suoi pensieri. Il nodo irrisolto nella sua vita è Gabriel, il fratello gemello che lui ignorava di avere. Il casuale ritrovamento di alcune vecchie foto lo condurrà alla ricerca della verità, fra viaggi fino in Russia, per arrivare al cuore della storia della sua famiglia. L’autore, con rara sensibilità ed una trama di emozioni, ricordi e vite sospese, regala al lettore una narrazione potente ed emozionante, ambientata fra le calli di Venezia, la Grecia del primo Novecento e la Russia dei gulag, dipingendo così un secolo di storia.

Relatori dell’evento del 25 ottobre: Laura Chiarina, Silvia Denti, Letizia Leonardi, Daniela Cecchini e Vasken Berberian.

La lettura dei testi delle opere letterarie in presentazione è stata accompagnata da sottofondo musicale ispirato alla musica popolare armena; componimenti che l’autore Giorgio Radaelli, ha eseguito alla tastiera.

Nel pomeriggio di questa giornata conclusiva di programmazione ancora due significativi momenti: la celebrazione in Duomo della S. Messa con Rito Armeno, dove hanno presenziato tre Padri Mechitaristi di Venezia e per finire, la chiusura della mostra a Palazzo dei trecento, con la proiezione del documentario “Common Ground”, realizzato da un gruppo di giovani antropologi veneziani.

I tre eventi rappresentati presso l’Auditorium di Santa Caterina hanno registrato un’affluenza di oltre 400 persone; agli organizzatori, ai collaboratori ed ai partecipanti all’evento “Armenia Amica” è arrivato un riconoscimento pubblico presente nel sito ufficiale del Centenario Armeno.

Questo atto di memoria compiuto a distanza di un secolo, oltre alle dimensioni della tragedia e del crimine perpetrato, si rende necessario dall’esigenza di non dimenticare, anche sotto forma di ammonimento alle generazioni attuali ed ai posteri, affinchè si possa iniziare a sperare in un mondo migliore.

 

 

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