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Austria e Brexit, i nuovi pensieri per la UE

Il ballottaggio delle presidenziali in Austria va rifatto per le irregolarità nello spoglio avvenute in alcuni seggi. Lo ha deciso la Corte costituzionale austriaca. I giudici hanno vagliato il ricorso presentato dall'Fpoe.

"Le elezioni sono il fondamento della nostra democrazia e il nostro compito è di garantirne la regolarità. La nostra sentenza deve rafforzare il nostro Stato di diritto e la nostra democrazia", ha detto a Vienna il presidente della Corte costituzionale Gehrart Holzinger prima di pronunciare la sentenza con cui è stato accolto il ricorso presentato dall'Fpoe lo scorso 22 maggio. E' la prima volta che viene annullato un ballottaggio in Austria. Al ballottaggio era risultato eletto il verde Alexander Van der Bellen con uno scarto di meno di un punto percentuale, pari a circa 30 mila voti, rispetto al leader dell'estrema destra Norbert Hofer. Il nuovo voto si dovrebbe tenere tra settembre e ottobre.

La Commissione europea "non ha commenti da fare su quella che è una decisione della Corte costituzionale di uno stato membro". Lo ha detto il portavoce dell'esecutivo a proposito dell'annullamento del ballottaggio delle presidenziali in Austria.

Il presidente della commissione Ue Juncker chiede che la Gran Bretagna faccia chiarezza sulle sue intenzioni. "Sulla cosiddetta Brexit, vogliamo essere chiari, non ci saranno negoziati prima della notifica ed invitiamo le autorità britanniche a rendere chiare le loro intenzioni. Non abbiamo tempo da perdere. Non possiamo aggiungere incertezza ad incertezza. Vorremmo sapere dove ci stiamo dirigendo"

Intanto : "Ci vuole uno statista serio per negoziare la Brexit". Parola di Tony Blair che in un articolo sul Telegraph delinea il profilo del leader che dovrà traghettare la Gran Bretagna fuori dall'Unione europea. Nell'intervento che per il giornale conservatore sarà interpretato come una "candidatura" a svolgere un ruolo dei negoziati, l'ex premier scrive che "un ministro pro Brexit ed euroscettico", riferendosi a Michael Gove, non è una scelta "saggia". "Saranno negoziati incredibilmente complessi, pieni di trappole ad ogni passaggio", sottolinea Blair spiegando che "è cruciale riuscire a comprendere la psicologia dei 27 paesi membri dell'Unione europea". "Il nostro Paese è in pericolo - conclude l'ex premier europeista convinto - per superare questo momento abbiamo bisogno di politiche adulte. Dobbiamo procedere con calma, maturità e senza recriminazioni. Perché in gioco c'è il futuro del Regno Unito".

E non si placa il dibattito sul tema Brexit. Michael Gove, candidato alla leadership Tory, dice no ai negoziati formali con Ue prima del 2017 e subito il presidente della commissione Ue Juncker chiede che la Gran Bretagna faccia chiarezza sulle sue intenzioni. Il ministro della Giustizia candidato euroscettico alla guida dei Tory e del governo britannico ha esposto il suo programma, spiegando che intende mettere “fine alla libera circolazione", dopo che ieri Boris Johnson aveva ritirato la sua candidatura a leader dei Tory.

Dal canto suo Johnson ha assicurato che appoggerà la candidatura di Theresa May a patto che nel 2020 si faccia da parte per permettergli di correre come premier. Intanto dalle pagine del Telegraph l’ex premier Tony Blair delinea il profilo del leader che dovrà traghettare la Gran Bretagna fuori dall'Ue. Mentre dall'italia arriva il messaggio positivo del premier Renzi che dice dopo la Brexit "In Europa si apre una stagione interessantissima, ex malo bonum".

Il ministro della Giustizia, Michael Gove, candidato euroscettico alla guida dei Tory e del governo britannico e' d'accordo con la rivale Theresa May nel non prevedere di attivare nei prossimi mesi l'articolo 50 del Trattato di Lisbona per il divorzio formale dall'Ue dopo la Brexit. Se ne parlera' nel 2017, ha lasciato intendere. D'accordo con May anche sul no a elezioni anticipate in Gran Bretagna: si votera' nel 2020, ha detto, per dare tempo a chi succedera' a David Cameron di attuare un programma di governo aggiornato secondo le indicazioni emerse dal referendum. Poco prima aveva affermato di voler mettere fine alla libera circolazione". Lo ha detto Michael Gove spiegando il suo programma da candidato alla leadership Tory. "Introdurrò un sistema di punti all'australiana e ridurrò i numeri" degli immigrati.

Boris Johnson avrebbe deciso di ritirare la sua candidatura a leader dei Tory e appoggiare quella di Theresa May a patto che nel 2020 si faccia da parte per permettergli di correre come premier. Lo sostiene il quotidiano Times che parla di un'"offerta segreta" dell'ex sindaco di Londra subito dopo la vittoria del 'Leave' al referendum sull'Unione europea. Johnson, sostiene ancora il quotidiano, avrebbe anche chiesto un incontro con la May lunedì ma lei avrebbe rifiutato.

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