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Strage Ankara: premier, Isis primo sospettato

"Fermiamo la vita": con questo slogan oggi e domani centinaia di migliaia di turchi si asterranno dalle loro attività quotidiane in solidarietà con le famiglie delle vittime della strage di Ankara e per partecipare alle decine di manifestazioni organizzate in tutto il Paese. A proclamare due giorni di sciopero erano state inizialmente alcune sigle di categoria, tra cui la più grande associazione dei medici turchi (Ttb), che rappresenta l'80% dei dottori, quella di ingegneri e architetti (Tmmob) e i sindacati del settore pubblico e privato Kesk e Disk. Ieri si è aggiunta la mobilitazione di cittadini comuni, che attraverso l'hashtag #HayatiDurduruyoruz, appunto "fermiamo la vita", hanno deciso di annullare diversi corsi universitari e appuntamenti di lavoro. Inoltre, l'invito è a esporre drappi neri in case, luoghi di lavoro e auto in segno di lutto. Oltre ai funerali di alcune delle vittime, anche oggi sono previste manifestazioni in tutta la Turchia per ricordare la strage. Il governo aveva proclamato tre giorni di lutto nazionale che si concluderanno domani.
La manifestazione per la pace è stata annullata e gli organizzatori hanno chiesto ai partecipanti e a quelli che stavano arrivando da altre città di tornare a casa nel timore di nuovi attentati. "Stiamo assistendo a un enorme massacro. È una continuazione di quelli di Diyarbakir e Suruc", ha denunciato il leader del partito filo-curdo Hdp, Selahattin Demirtas, riferendosi all'attentato a un suo comizio a Diyarbakir alla vigilia del voto di giugno, in cui morirono 2 persone, e a quello del 20 luglio a Suruc, con 33 attivisti diretti a Kobane uccisi da un kamikaze dell'Isis.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi esprime il proprio sgomento e dolore "per l'efferato attentato terroristico contro la democrazia e la pace che è costato la vita a tanti manifestanti ad Ankara".
"Il mondo ha bisogno di un'Europa unita per favorire convergenze in Siria, Iraq e Libia e per evitare che scelte unilaterali aiutino le forze del disordine e del terrore". Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale.

La strage di sabato ad Ankara è stata compiuta da attentatori kamikaze. A confermarlo ufficialmente è stamani il governo turco. "Proseguono i tentativi di identificazione dei corpi di due terroristi uomini, che è accertato siano stati attentatori suicidi", spiega in una nota. Nel giorno dell'attentato, il premier Ahmet Davutoglu aveva parlato di "seri indizi" di un attacco suicida. Ieri fonti di stampa avevano ipotizzato che uno dei due attentatori fosse una donna

Le autorità turche sono vicine all'identificazione di uno dei due kamikaze della strage di sabato ad Ankara. Lo ha detto in un'intervista alla tv privata Ntv il premier Ahmet Davutoglu. Il quotidiano filo-governativo Yeni Safak riporta che il dna trovato sui resti dell'ordigno è stato confrontato con quello delle famiglie a cui appartengono 20 turchi inclusi dalle autorità nella lista di potenziali kamikaze. Ieri altre indiscrezioni mediatiche ipotizzavano che uno degli attentatori suicidi fosse il fratello di quello della strage di Suruc, in cui il 20 luglio furono uccisi 33 attivisti filo-curdi

Le vittime dell'attentato di Ankara a cui le autorità turche hanno dato un nome sono finora 91, sui 97 morti del bilancio ufficiale. Ieri il partito filo-curdo Hdp, che parla di un bilancio di 128 morti, aveva diffuso una lista di 120 nomi.

Lo Stato islamico è il primo sospettato su cui si concentrano le indagini per l'attentato di Ankara di sabato scorso. Lo ha detto il premier turco Ahmet Davutoglu, riferiscono i media internazionali.

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