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E' la svolta nel dramma della nave della ong Sos Mediterranee respinta dai porti italiani, che è in navigazione nel canale di Sicilia da tre giorni con 629 migranti a bordo, tra cui minori, bambini e donne incinte. 

L'Aquarius sarà accolta dalla Spagna a Valencia. Il primo ministro socialista Pedro Sanchez ha annunciato che il suo Paese permetterà alla nave con oltre 600 migranti a bordo di attraccare a Valencia. "E' nostro obbligo aiutare ad evitare una catastrofe umanitaria e offrire un porto sicuro a queste persone", ha detto il premier Sanchez.

Il premier Giuseppe Conte da Accumoli dice: "Avevamo chiesto un gesto di solidarietà da parte dell'Ue su questa emergenza. Non posso che ringraziare le autorità spagnole per aver raccolto l'invito". E ha spiegato che la decisione della Spagna va "nella direzione della solidarietà".

Nella trasmissione 24MattinoGian Marco Centinaio, ministro per le Politiche agricole, ricorda, che in Europa già altri Paesi hanno blindato le proprie frontiere. "Siamo anche consapevoli che la Francia ha detto che avrebbe chiuso i porti - commenta - e se Macron dice 'Chiudiamo i porti' è un 'Evviva, evviva!', se invece lo dice l'Italia 'Salvini è un razzista e la Lega ancora di più'". Di conseguenza ogni Paese è chiamato fare il suo: "Se una nave è più vicina al porto di Malta, va a Malta - conclude - non viene in Italia, è finito il periodo del governo Renzi, Alfano, Gentiloni, Letta".

Sempre via Twitter il commento parlando della nave Aquarius del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli: "È necessario, stavolta, che tutti comprendano che il diritto internazionale non può prevedere un'Italia abbandonata a se stessa. Noi salveremo sempre le vite umane, ma Malta è la spia di un'Europa che deve cambiare". 

"Ieri il premier Conte ha inviato due motovedette con medici a bordo, questa mattina ne sono state inviate altre due: le condizioni a bordo sono buone, ci sono viveri e stiamo aspettando l'ufficialità della risposta di Malta", ha detto Toninelli. Alla domanda se ci sarà una soluzione in tempi brevi, Toninelli aveva risposto: "Certamente per alcuni giorni ci saranno viveri a sufficienza e a breve ci sarà evidentemente una risposta

Nel frattempo altri migranti sono stati salvati a largo della Libia. Si tratta di circa 800 persone che, secondo quanto si apprende, sono state recuperate da imbarcazioni italiane e internazionali. Le operazioni di soccorso si sono concluse in piena notte.

E il ministro dell'Interno Matteo Salvini dopo le polemiche sulla nave Aquarius, ha scritto su twitter: "Oggi anche la nave Sea Watch 3, di Ong tedesca e battente bandiera olandese, è al largo delle coste libiche in attesa di effettuare l'ennesimo carico di immigrati, da portare in Italia. L'Italia ha smesso di chinare il capo e di ubbidire...

Certe Ong "non fanno volontariato ma affari" e "fungono da taxi", dunque il Codice voluto da Minniti va rivisto perché non consente "di intervenire in maniera efficace". La Nato deve difenderci da "migranti e terroristi" perché l'Italia "è sotto attacco da sud, non da est" e Malta "non può sempre dire no a qualsiasi richiesta d'intervento" e deve accogliere nei suoi porti le navi cariche di disperati. Matteo Salvini arriva a Como per portare la solidarietà agli autisti del bus aggrediti da alcuni richiedenti asilo (uno dei quali sarà espulso) e attacca tutti, ribadendo la linea dura sui migranti. "Sto studiando e lavorando per chiudere i rubinetti a monte: porte aperte per chi scappa veramente dalla guerra, porte sbarrate per tutti gli altri".

«Nel Mediterraneo ci sono navi con bandiera di Olanda, Spagna, Gibilterra e Gran Bretagna, ci sono Ong tedesche e spagnole, - attacca Salvini.- C'è Malta che non accoglie nessuno, c'è la Francia che respinge alla frontiera, c'è la Spagna che difende i suoi confini con le armi, insomma tutta l'Europa che si fa gli affari suoi». E certamente sul fronte dell'immigrazione l'Unione Europea in realtà non ha mai realmente puntato ad un obiettivo comune. Gli accordi sottoscritti raramente hanno funzionato ed ogni paese pur accettando ufficialmente le scelte della Ue ha poi attuato diverse strategie di difesa all'interno dei propri confini. Ora però la politica aggressiva di Salvini ha fatto saltare il banco. «Da oggi anche l'Italia comincia a dire no al traffico di esseri umani; no al business dell'immigrazione clandestina» ha ribadito ieri il ministro dell'Interno.

La Germania, per voce della portavoce della Merkel, chiede a "tutte le parti" di rispettare "i loro doveri umanitari". Doveri umanitari su cui fa leva anche l'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, definendo la situazione che si è venuta a creare come "un imperativo umanitario urgente". "Le persone sono in difficoltà - ha detto Vincent Cochetel, Inviato speciale dell'UNHCR per il Mediterraneo centrale - stanno esaurendo le provviste e hanno bisogno di aiuto in fretta. Questioni più ampie come chi ha la responsabilità e come queste responsabilità possano essere meglio condivise tra gli Stati dovrebbero essere esaminate più tardi".

E l'Europa? Tace. Per ora la linea è quella dell'attesa anche se il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker aveva già chiarito quale sarebbe stata la posizione di Bruxelles: «Siamo vigili per salvaguardare per intero i diritti degli africani che sono in Italia», aveva detto Juncker.

Ma sempre nel intervista a Radio 24 Gian Marco Centinaio, ministro per le Politiche agricole, difende la linea dura adottata dal Ministro dell interno Matteo Salvini al termine dell'ennesimo fine settimana di sbarchi. Perché il blocco navale, imposto ieri pomeriggio dal Viminale e dal dicastero delle Infrastrutture, è la reazione al menefreghismo di Malta e al silenzio della UE "Non li blindi i porti, li chiudi, li prosciughi - spiega il ministro leghista - perché vuol dire che a questo punto ci stanno prendendo in giro ed io, non da ministro ma da cittadino italiano, di essere preso in giro non ne ho più voglia".

"Forse quando governavano gli altri si divertivano ad essere presi in giro". Anche Centinaio, come già Salvini durante il vertice di ieri con Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, è ben determinato a sbattere i pugni sul tavolo finché l'emergenza immigrazione non sarà risolta una volta per tutte. "Ragionevolezza, ma consapevolezza che non siamo gli scemi del villaggio - spiega il ministro per le Politiche agricole - tenuto conto che Malta non può rifiutarsi di prendere questa nave, perché la legge del mare prevede che il porto più vicino se ne faccia carico e il porto più vicino è Malta".

E alla Sinistra che sta attaccare il Governo sul blocco navale Centinaio ricorda che la misura adottata da Salvini era stata messa nero su bianco prima nel programma elettorale della Lega, poi nel programma di governo. Una misura condivisa, insomma. "È una mossa che ci sembra la cosa più ovvia dopo tutto quello che è stato detto in tutti questi anni - chiosa Centinaio - se una nave chiede aiuto bisogna aiutarla, ma se questa nave è più vicina alle coste maltesi rispetto alle coste italiane, è giusto che questa nave vada nel porto più vicino. E il porto più vicino non era l'Italia".

Rispetto al braccio di ferro tra Italia e Malta per l'accoglienza della nave Aquarius l'Europa per il momento resta alla finestra. La scelta sarebbe quella di considerarla un caso «tecnico» tra i due paesi nel quale la Ue non ha competenza e non può incidere. Si tratta però soltanto del primo caso. Ovvio che se nei prossimi giorni il blocco dei porti già annunciato da Salvini proseguirà Bruxelles si vedrà costretta ad intervenire. Ma che l'aria fosse cambiata con il nuovo governo era già diventato chiaro con il fallimento del tentativo di compromesso sulla riforma del Trattato di Dublino. A Lussemburgo il fronte Mediterraneo si è frantumato con l'Italia che ha votato no alla proposta insieme all'Ungheria mentre Malta , Cipro e Grecia puntavano a trattare. E proprio in quella occasione il segretario di Stato belga per le migrazioni Theo Francken aveva detto che dal nuovo governo italiano si aspettava «una stretta sulla migrazione: l'Italia inizi a rifiutare i migranti sulle proprie coste». Speranza esaudita.

E alla Farnesina ieri il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi ha incontrato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. É stato affrontato il tema sicurezza e il rischio terrorismo. Il ministro ha ricevuto rassicurazioni da Stoltenberg rispetto alla necessità di riaffermare un approccio dell'Alleanza per una sicurezza a 360 gradi e soprattutto che non venga trascurata «la proiezione di stabilità verso il fianco Sud da dove provengono importanti sfide per l'Alleanza, a partire dal terrorismo».

 

 

 

Serve una forte responsabilità comune per consolidare la fiducia di famiglie, imprese, risparmiatori e investitori, condizione necessaria per la stabilità, la tutela dei risparmi e il proseguimento di una fase favorevole. Occorre un impegno condiviso per favorire l'imprenditorialità e le prospettive di sviluppo con investimenti in infrastrutture, innovazione e formazione per rendere il nostro sistema più competitivo nel quadro europeo, nella riconfermata sostenibilità delle finanze pubbliche", così il capo dello Stato Sergio Mattarella in un messaggio all'Assemblea di Confcommercio.

Rivolgendo "un caloroso saluto a tutti i partecipanti all'assemblea di Confcommercio che si tiene in una fase di incoraggiante recupero della nostra economia", il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo telegramma ha aggiunto che "gli sforzi per espandere l'occupazione attraverso la crescita, creando lavoro stabile e di qualità, per sostenere i redditi e i consumi delle famiglie e dare una prospettiva di futuro migliore ai nostri giovani, sono, tuttavia, ben lungi dal poter essere considerati conclusi".

Avete la mia parola qui a Confcommercio che l'Iva non aumenterà e le clausole di salvaguardia saranno disinnescate", spiega Luigi Di Maio, vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, all'assemblea di Confcommercio.

"Aboliremo tutti gli strumenti come lo spesometro e il redditometro e inseriremo l'inversione dell'onere della prova. Perché siete tutti onesti ed è onere dello Stato provare il contrario", ha affermato ancora Di Maio, sottolineando che strumenti come lo spesometro hanno "reso schiavi quelli che producono valore". "Noi - ha aggiunto - incroceremo tutti i dati della P.A." per dimostrare l'evasione.

"Ci teniamo alla tenuta dei conti" - ha aggiunto - . "Se vogliamo bene all'Italia, e noi le vogliamo bene, se vogliamo portare avanti progetti economici dobbiamo contrattare con Europa le condizioni che l'Italia non può più sostenere, dicendo anche dei no".

Nella prima parte del 2018 l'economia italiana è in rallentamento. Peggiora il clima di fiducia di famiglie e imprese. La crescita a fine 2018 dovrebbe attestarsi all'1,2% per rallentare ulteriormente all'1,1% nel 2019. Lo afferma il Rapporto sul Terziario dell'Ufficio Studi di Confcommercio presentato oggi all'Assemblea. Il peggioramento del clima di fiducia è determinato dalle incertezze sulle prospettive del mercato interno e degli ordinativi. La produzione del settore manifatturiero e le esportazioni stanno registrando alcuni segnai di flessione. In calo anche gli investimenti nel 2018. Alla "luce di queste evidenze - sottolinea Confcommercio - le previsioni del Def appaiono ottimistiche".

''E' chiaramente all'inizio. Abbiamo fiducia che l'Italia avviera' politiche per mantenere la sostenibilita''' dei conti: e' ''importante salvaguardare le finanze pubbliche, e costruire sulle riforme del passato. Non abbiamo ancora avuto l'occasione di incontrare le nuove autorita'''. Lo afferma il portavoce del Fmi, Gerry Rice, rispondendo a chi gli chiedeva se il Fondo avesse consigli per il nuovo governo italiano e se fosse preoccupato per la sostenibilita' del debito pubblico.

Il governo,di fatto, sarà al massimo dell'operatività solo la settimana prossima quando il premier tornerà dal G7 del Canada. E saranno giorni caldissimi perché, al di là delle misure d'esordio da mettere in campo, Conte sarà chiamato a sciogliere l'intricatissimo rebus sulla squadra di viceministri e sottosegretari, dove sia la corsa all'interno di M5S e Lega sia quella tra i due partiti di governo è in pieno svolgimento. Tra i dossier più caldi, al momento, c'è certamente quello delle pensioni, tema sul quale, relativamente alla Fornero, Conte è stato non a caso molto cauto. Lo schema è quello della Quota 100 (o quota 41) che però, con il ricalcolo contenuto nello schema della Lega - con il contributivo - includerebbe una leggera flessione nell'assegno finale.

Sul tema, in queste ore si sono ricorsi dei rumors su un carteggio tra i due vice premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio anche se, il leader della Lega, smentisce seccamente. Il nodo, tuttavia, c'è, anche perché se M5S e Lega hanno lo stesso obiettivo e la via come arrivarci a cambiare, con i pentastellati che insistono sulla pensione di cittadinanza (per quelle minime) e sull'opzione donna. Sul tema, chiaramente, Conte nella sua replica alla Camera non si è soffermato ribadendo, in via generica, i principi di metodo e di contenuti che guideranno il governo. Un Esecutivo che, entro il 16 giugno, sarà chiamato ad occuparsi anche delle nomine di Cdp. L'idea del M5S resta quella di trasformare la Cassa depositi e prestiti in una sorta di nuova Iri ma non in una Banca d'investimenti, visto che in quest'ultimo caso l'ente cadrebbe sotto l'egida della Bce. Per la guida di Cdp, tramontato il nome di Flavio Valeri, in pole, in questi giorni, c'è Massimo Sarmi, proposto dalla Lega e sul quale il Movimento potrebbe convincersi.

Il fine settimana servirà a M5S e Lega per fare il punto anche sul "sottogoverno" secondo uno schema studiato ad hoc per fare in modo che un partito possa controllare le mosse dell'altro. Ma la partita è tutt'altro che chiusa. Sulla delega alle Tlc, che Di Maio vorrebbe tenere per se, è braccio di ferro tra M5S e Lega, mentre il trasferimento della delega al Turismo dal ministero della Cultura a quello dell'Agricoltura dovrebbe essere ratificata nel Cdm di oggi. Ma i malumori restano. "Andrà alle Politiche Agricole", assicura il leghista Gian Marco Centinaio laddove il titolare M5S della Cultura, Alberto Bonisoli, frena": "è una cosa su cui si è ragionato". Tra i nomi in pole figurano, con buona certezza, Laura Castelli e Stefano Buffagni come vice ministra e sottosegretario al Mef anche se il secondo potrebbe anche finire al Mise.

Ai Trasporti a fare da vice a Danilo Toninelli dovrebbe essere il leghista Edoardo Rixi. Stefano Candiani e Nicola Molteni, altri due big del Carroccio, sono in piena corsa, direzione Viminale e Giustizia. Il M5S vorrebbe anche la delega all'Editoria, per cui propone il senatore Primo Di Nicola. La partita è lunga e si risolverà almeno a metà della prossima settimana. Poi, si passerà alla composizione delle commissioni. Con uno scontro interno già in atto, questa volta in FI: quello tra Paolo Romani e Renato Brunetta per la presidenza della Vigilanza Rai.

Le sanzioni, le accusa continue verso di noi, sono tutti metodi per contenere la Russia perché l'Occidente vede la Russia come una minaccia, un avversario. Ma questi metodi non sono nell'interesse di nessuno, solo col dialogo e la cooperazione si può avanzare l'economia mondiale. Ora però qualcosa si muove poiché alcuni nostri partner in Europa iniziano a dire che serve cooperare con la Russia": così Vladimir Putin nel corso della sua linea diretta. Putin, rispondendo ad una domanda, ha poi sottolineato che "l'uscita degli Stati Uniti dall'accordo sulla difesa anti-missilistica è un tentativo di infrangere la parità strategica e noi rispondiamo con i nostri moderni sistemi di armamento, che conservano questa parità: serve capirlo e trovare nuove forme di cooperazione che siano adeguate alle realtà moderne. E' l'ora di mettersi al tavolo dei negoziati ed elaborare un piano di sicurezza europea".

I partner occidentali, ha sottolineato Putin, stanno arrivando gradualmente a comprendere la necessità di riparare i legami con la Russia. Secondo Putin, le nazioni occidentali non dovrebbero frenare certi Paesi, come la Russia, ma dovrebbero al contrario stabilire una cooperazione costruttiva. "I nostri partner stanno gradualmente prendendo consapevolezza di questo aspetto", ha detto. "Vedete cosa sta succedendo in molti Paesi, dove la necessità di costruire normali relazioni con la Russia è espressa a livello politico: spero che questo processo acquisterà slancio in futuro", ha aggiunto il presidente.

I dazi Usa su acciaio e alluminio sono di fatto "sanzioni" a Europa, Canada e Messico, ha detto poi Putin nel corso della Linea Diretta. "I nostri partner pensavano che non sarebbero mai stati colpiti da questa politica controproducente legata a restrizioni e sanzioni ma ora vediamo cosa sta accadendo: l'introduzione dei dazi su acciaio e alluminio, non solo per l'Europa ma anche per Canada e Messico, sono sanzioni, anche se in altri termini". Putin ha poi affermato che gli Usa hanno esteso per anni la propria "giurisdizione oltre i propri confini" e stanno ora provando a estenderla anche in Europa. Questo - ha dichiarato - è "inammissibile".

 

 

Un discorso di 75 minuti che ha confermato punto per punto il contratto di governo siglato tra Lega e Cinque stelle. Confermando l'appartenenza all'alleanza atlantica e il rispetto dei parametri europei, in una Ue più equa. Ma anche riorientando la politica estera italiana verso Mosca. Giuseppe Conte si è preso la scena parlamentare elencando oggi al Senato le priorità dell'esecutivo che sta nascendo. Partendo da una duplice premessa: il contratto è "una pagina scritta che vincola" e per il Paese ora "soffia un vento nuovo" 

Nessun imbarazzo nell'autodefinirsi "populista e anti-sistema". "Se populismo è attitudine ad ascoltare i bisogni della gente, allora lo rivendichiamo", ha garantito tra gli applausi. Un'ora un quarto nella quale il premier ha detto che procederà con "umiltà e con determinazione" lanciando il "daspo" e l'agente sotto copertura contro i corrotti, l'inasprimento delle pene per alcuni reati come la violenza sessuale, il carcere per i grandi evasori, la riforma della legittima difesa, i tagli alle pensioni d'oro, la riforma della prescrizione e tanto altro. 

Il premier Conte assicura "la convinta appartenenza all'Alleanza atlantica, con gli Stati Uniti d'America quale alleato privilegiato". Ma annuncia "una apertura alla Russia, che ha consolidato negli ultimi anni il suo ruolo internazionale in varie crisi geopolitiche" e si cercherà "una revisione del sistema delle sanzioni". Più "ortodossa" la posizione europea: "l'eliminazione del divario di crescita tra l'Italia e l'Unione Europea è un nostro obiettivo, che dovrà essere perseguito in un quadro di stabilità finanziaria e di fiducia dei mercati".

Il premier le ha definite "misure rivoluzionarie". Si tratta dell'ormai conosciuta Flat tax, ovvero usando le sue parole, "una riforma fiscale caratterizzata dall'introduzione di aliquote fisse, con un sistema di deduzioni che possa garantire la progressività dell'imposta, in piena armonia con i principi costituzionali". Misura che verrà accompagnata con l'inasprimento "dell'esistente quadro sanzionatorio amministrativo e penale, al fine di assicurare il carcere vero per i grandi evasori".

Intanto la prima soddisfazione per l Italia :  quello che è successo al vertice dei ministri a Lussemburgo "è una vittoria per noi, sono molto soddisfatto". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, commentando la posizione di 7 Paesi che si sono detti contrari alla proposta della presidenza bulgara sulla riforma di Dublino. "Noi - ha aggiunto - avevamo una posizione contraria ed altri Paesi ci sono venuti dietro, abbiamo spaccato il fronte. Significa che non è vero che non si può incidere sulle politiche europee".

Infatti sette Paesi si sono detti contrari alla proposta della presidenza bulgara sulla riforma di Dublino, come base di lavoro per il vertice dei leader di giugno. Sono: Italia, Spagna, Austria, Romania, Ungheria, Slovenia e Slovacchia. Tre Paesi: Estonia, Polonia e Gran Bretagna, non si sono espressi. Gli altri 18, pur non soddisfatti lasciano la porta aperta al negoziato, al summit. Tra questi Grecia, Malta, e Cipro, spaccando così il fronte mediterraneo. Si apprende da fonti a Lussemburgo. Il testo della proposta di riforma della presidenza bulgara passerà ora all'attenzione del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, che deciderà come portare avanti la discussione al summit dei leader. Altre fonti osservano comunque che resta poco tempo per una trattativa molto complicata che, anche alla luce della posizione espressa dalla Germania, appare avviarsi su un binario morto.   

L'Austria considera l'Italia "un alleato forte" e se non ci sarà un'intesa sulla proposta per la riforma del regolamento di Dublino sul tavolo, al vertice dei leader Ue di giugno, alla riunione informale Affari interni di Innsbruck, a settembre (durante la presidenza austriaca), "annuncerò qualcosa come un piccola rivoluzione copernicana" sulla politica di asilo. Così il ministro dell'Interno austriaco Herbert Kickl, entrando al consiglio a Lussemburgo, spiega che in giornata si sentirà al telefono con Matteo Salvini

La riforma del regolamento di Dublino è morta". Così il segretario di stato all'Asilo belga Theo Francken (N-VA), al termine della prima parte di lavori del consiglio Affari interni a Lussemburgo. "Non c'è una base sufficiente per andare avanti nella discussione. Molti Paesi hanno espresso resistenze importanti", ha affermato Francken. Francken ha auspicato un "approccio australiano" per arrivare ad "uno stop completo dell'immigrazione illegale", ed un accordo Ue-Tunisia, sul modello di quello fatto con la Turchia, in modo tale che quando i migranti "partiranno dalla Libia potranno essere intercettati in mare e portati in Tunisia". Una volta che "le frontiere saranno chiuse, tutti i Paesi mostreranno solidarietà - ha detto l'esponente del governo belga -. Ma questo non accadrà fino a quando la porta è ancora aperta. Prima chiudiamo le frontiere, poi potremo trovare un accordo su chi fa cosa".Dal nuovo governo italiano "mi aspetto una stretta sulla migrazione. Seguo il nuovo ministro Salvini da mesi, già durante la sua campagna. La posizione dell'Italia sulla migrazione, è piuttosto severa. Ma anche il Belgio ha un governo di destra, quindi anche noi siamo piuttosto duri. Penso che sia positivo se l'Italia inizia rifiutare i migranti sulle proprie coste, e non li lascia più entrare in Sicilia". Così il segretario di stato belga all'Asilo Theo Francken parlando della nuova linea dell'Italia, auspica si trovi un modo per poter tornare a fare i respingimenti.

L'Italia, però, insieme agli altri Paesi del 'Med', ha già opposto il suo veto irremovibile, ribadendolo ancora nelle ultime due settimane, alle modifiche peggiorative chieste dai Paesi di Visegrad contrari alla ripartizione dei migranti tra tutti gli stati membri. E che preferiscono quindi lo status quo, in cui questi restano un problema del Paese in cui sbarcano

La Germania "è aperta ad una discussione costruttiva" sulla proposta della presidenza bulgara per la riforma del regolamento di Dublino, "ma com'è attualmente non la accettiamo". Così il segretario di stato tedesco Stephan Mayer al suo ingresso al consiglio Affari interni, a Lussemburgo, dove il primo punto della discussione è dedicato alla riforma del sistema di asilo europeo. "Non c'è solo l'Italia ad opporsi, anche i Paesi Visegrad sono contrari, e il governo tedesco critica punti precisi", ha detto.

Il compromesso della presidenza bulgara mette insieme elementi della proposta originaria della Commissione ma resta lontano da quella dell'Europarlamento che arriva quasi ad annullare il criterio di primo ingresso. E ha inglobato le pressioni in primis di Polonia, Ungheria, Repubblica ceca e Slovacchia, che vogliono che la responsabilità per i Paesi di primo ingresso sia di 8 anni contro i massimo 2 chiesti da Italia, Grecia, Spagna, Cipro e Malta. Altra partita chiave, quella del bilancio Ue per il 2021-2027. E' qui, infatti, che la Commissione ha proposto da una parte di aumentare di 2,5 volte i fondi per la sicurezza (33 miliardi dai 13 attuali) con un ruolo chiave per l'ex Frontex, già trasformata nell'Agenzia per le frontiere, in modo che abbia le risorse per diventare un vero corpo di 'guardiacoste Ue' e abbia più mezzi per i rimpatri, che già oggi effettua (150mila nel 2017). L'aumento dei rimpatri, però, dipende anche dagli accordi bilaterali con i Paesi d'origine, che vogliono in cambio fondi per cooperazione e sviluppo, ma anche dalla rapidità con cui ogni stato membro valuta il dossier di ogni singolo migrante, se economico oppure con diritto all'asilo.

"L'Europa ha bisogno di un'intesa sulla riforma di Dublino, ma con le elezioni delle destre in Europa c'è un problema per raggiungere un compromesso oggi. C'è un clima politico più duro. Non si tratta solo dell'Italia, ma anche la Slovenia", ad esempio. Così il ministro alla migrazione svedese Helene Fritzon, al suo arrivo al consiglio europeo Affari interni, a Lussemburgo.

Per Pasqua avremo un compromesso" sulla riforma del regolamento di Dublino "ma non so ancora in quale anno". Con questa battuta il ministro degli Esteri del Lussemburgo Jean Asselborn riassume la situazione sul negoziato, al suo arrivo al consiglio Affari interni Ue, a Lussemburgo.

Perché se gli aspetti della questione sono molteplici - dal ruolo di Frontex ai rimpatri sino ai fondi Ue - il nodo da cui dipende l'esito del gioco è la modifica del sistema d'asilo europeo. Solo questo, infatti, nell'architettura delle regole Ue sulla migrazione, può fare davvero la differenza sul peso che l'Italia deve sostenere di fronte agli arrivi dei rifugiati.

 E dall'altra parte, Bruxelles ha previsto per la prima volta il criterio 'migranti' per l'assegnazione dei fondi Ue, in modo che vadano più risorse a quei Paesi e regioni che hanno costi più alti dovuti alla gestione dei rifugiati ma anche alla loro integrazione (400 euro per migrante). Una busta che, insieme al nuovo criterio della disoccupazione, consentirebbe all'Italia di essere uno dei pochi stati membri a vedere crescere i soldi targati Ue, con ben +2,4 miliardi rispetto al 2014-2020.

"La proposta del Parlamento europeo per la riforma di Dublino è l'unica che mette insieme fermezza e solidarietà. E' su questa base che gli Stati membri e il Consiglio devono lavorare". Lo scrive su Twitter il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. Il presidente dell'Europarlamento ha quindi ribadito che "per fermare l'immigrazione clandestina serve un piano Marshall per l'Africa e un accordo con la Libia e i Paesi di transito come quello fatto con la Turchia"

 

 

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