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L'Italia intende rispettare le regole europee, senza che ciò impedisca che, come paese fondatore e terza economia del continente, ci facciamo anche portatori di una riflessione incisiva su come adeguare le regole stesse affinché l'Unione sia attrezzata ad affrontare crisi finanziarie sistemiche e globali e assicuri un effettivo equilibrio tra stabilità e crescita".  In vista delle nomine europee, l'Italia fa sapere di volere un portafoglio economico di prima linea, spiega il premier Conte alla Camera, perché serve un segnale di cambiamento. Dopo il vertice sulle risposte da dare a Bruxelles, il premier riferisce sul Consiglio Europeo del 20 e 21 giugno, ed evidenzia la necessità che la crescita non sia più antitetica alla stabilità.

Il premier ha poi indicato quelli che dovrebbero essere gli obiettivi dell'Unione europea. "Migrazioni, rimpatri e contrasto al traffico illegale di esseri umani. Realizzare forme minimo di salario europeo. Un budget dell'Eurozona per la stabilizzazione economica, che mettano al riparo da turbolenze. Politiche ambientali per l'economia circolare. Tutela europea dei prodotti agricoli, etichettatura e tracciabilità, rispettosa di imprenditori e consumatori. Miglioramento della cooperazione al contrasto del terrorismo internazionale e del crimine organizzato. Una politica di difesa comune adeguata".

Tra i temi affrontati da Conte anche la Brexit "Rimaniamo impegnati per un'uscita ordinata", ha affermato e l'allargamento dell'Ue nei Balcani.

Infine una dichiarazione sui conti pubblici. "Sulla procedura di infrazione ho avuto modo di affermare anche pubblicamente che siamo tutti intenzionati a evitarla e siamo tutti ben convinti della nostra politica economica. Intendiamo mantenere un dibattito costruttivo con la commissione Ue", ha affermato il premier.
Il vertice è andato bene, ci siamo confrontati sulla strategia sulla procedura di infrazione, che vogliamo tutti evitare". Lo afferma il premier Giuseppe Conte interpellato dai cronisti a Montecitorio sul vertice economico di questa mattina.

"Quanto alla procedura d'infrazione ho avuto modo di affermare anche pubblicamente che siamo tutti determinati a evitarla ma anche che siamo ben convinti della nostra politica economica. Intendiamo mantenere un dialogo costruttivo con l'Ue e questa determinazione la sto rappresentando con chiarezza anche ai vertici europei e ai miei omologhi". Lo dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nell'informativa alla Camera sul Consiglio europeo

A  proposito della procedura di infrazione verso l'Italia ma anche sul "completamento dell'Unione economica e monetaria", crediamo che "l'Eurosummit del 21 giugno debba assumere decisioni non divisive". Lo dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nell'informativa alla Camera sul Consiglio europeo.

Le priorità europee indicate dal presidente del consiglio sono  una "governance europea multi livello sull'immigrazione, basata sulla solidarietà e sull'equa condivisione, una decisa politica europea dei rimpatri e del contrasto al traffico illegale degli esseri umani", interventi sul "pilastro dei diritti sociali per proteggere i disoccupati e realizzare il salario minimo europeo" e il "budget dell'eurozona". Sono le priorità in Europa indicate dal premier Giuseppe Conte riferendo alla Camera in vista del consiglio europeo di domani e dopodomani.

Intanto nuovo attacco alla conduttrice del Tg Marina Nalesso perche è andata in onda indossando il rosario. Non è la prima volta che Marina Nalesso, che non fa affatto mistero della sua fede, attira le rabbie laiciste. La giornalista aveva già fatto vedere in passato, allora alla conduzione del TG1, il crocifisso e alcune medagliette della Madonna Miracolosa. Era accaduto nel 2016. Ad agosto del 2018 ha deciso di andare in video con un rosario al collo. E anche allora non mancarono sfoghi rabbiosi di blog e, addirittura, di telespettatori di altre religioni. “Un’offesa” tuonarono. Come se quel crocefisso potesse fare del male a qualcuno.  

Lo stesso mostrato in piazza Duomo da Matteo Salvini, quello usato ogni giorno da preti e suore, monaci e laici per pregare. Un simbolo di pace e non di guerra, un simbolo che, certamente, non offende. Eccetto qualcuno, che ha dato sfogo alla polemica dalle colonne di Repubblica che non tarda a definire, la croce della giornalista, uno sfregio alla laicità nonché uno spot del motto “Dio, Patria, Famiglia… che incombe su ogni inquadratura”.

Questa volta ad essere affetto da cristo-fobia è Michele Serra. Il giornalista, dalle righe che compongono la sua “Amaca”, arriva a definire la conduttrice del TG2 un “mezzobusto confessionale” che, addirittura, “fa impressione”. E grida alla censura: “Non si potrebbe cortesemente evitare? […] Basta infilare il crocefisso sotto la camicetta, badando che non urti il microfono”. Scrive Serra, visibilmente offeso da Gesù.

Dalle scuole agli ospedali, fino ai seggi elettorali, lo spazio concesso al Figlio di Dio appeso sulla Croce si restringe ancora. È accaduto a Firenze durante le elezioni, quando la presidente del seggio ha deciso di coprire la Croce con del nastro isolante per paura di offendere i musulmani. Ora vogliono sfrattare Gesù anche dal collo dei giornalisti. Ma questo avviene solo con i cristiani. Nessuna donna di religione musulmana è mai stata costretta a togliere il proprio velo, nessun ebreo a rimuovere dal capo la kippah, ma si chiede ai Cattolici di nascondere la croce.

Così, la scelta di Marina Nalesso appare come una provocazione. Eppure, non c’è divieto nel nostro Paese che imponga alla giornalista di non testimoniare la propria fede, il proprio credo. La stessa Costituzione, inquadrando il nostro Stato come laico e aconfessionale, garantisce “la protezione della coscienza di ogni persona che si riconosce in una fede”.

Ma lo scrittore, simpatizzante della sinistra, non lo accetta. E con la sua condanna decide di mettere un limite alla libertà individuale di esprimere la propria persona, il proprio pensiero, la propria fede e religione. Ma dove va la democrazia Italiana se uno non e libero di dimostrare la sua fede Cristiana perche l’occultamento di un simbolo religioso si avvicina più alla censura delle vecchie e ormai passate dittature, e non una vera democrazia come la nostra ....

Intanto da una parte l’Italia ha mostrato forti aperture di credito nei confronti degli Stati Uniti di Donald Trump che tutto vogliono me no che Francia e Germania continuino nei loro progetti di Difesa europea a guida franco-tedesca. Dall’altra parte, il governo italiano ha deciso di non puntare su progetti di difesa Ue che non siano inseriti nell’ambito Pesco e nell’ambito Nato. Infine, non va dimenticato neanche un ultimo dato di natura squisitamente politica: Sanchez rappresenta l’unico governo europeo pro-Ue, sostenuto da Francia e Germania e con la Commissione europea uscente che ne ha certificato la bontà delle riforme. Di fatto questo momento storico può rappresentare per Madrid il passaggio di consegne da parte di Roma. E così, questo accordo militare può rivelare molte cose sul futuro dell’Unione europea, che da tempo sembra aver deciso che il futuro di Bruxelles spasserà per Francia e Germania con il sostegno della Spagna. Escludendo, per il momento, l’Italia.

L’asse franco-tedesco ha una terza gamba: la Spagna di Pedro Sanchez. Sia chiaro, Madrid ha da sempre rappresentato un Paese fondamentale legato sia a livello politiche che a livello economico all’alleanza tra Francia e Germania. Ma adesso, con Sanchez, Emmanuel Macron ed Angela Merkel tutto appare più nitido. Le elezioni europee hanno confermato che Berlino, Parigi e Madrid hanno costruito un asse sempre più solido che serve non solo a Francia e Germania per rafforzarsi in Europa, ma anche alla stessa Spagna per scalzare l’Italia come terza potenza dell’Unione europea. Una convergenza di interessi che adesso si ripercuote su uno dei fronti più importanti dell’alleanza tra Berlino e Parigi: la difesa europea.

Dopo mesi di trattative, infatti, il governo spagnolo  ha aderito al progetto del nuovo caccia europeo. Come scrive il quotidiano spagnolo Abc, il ministro della Difesa, Margarita Robles, ha firmato l’accordo con il quale la Spagna aderisce formalmente al Future Combat Air System (Fcas) durante il Salone internazionale dell’aeronautica e dello spazio a Le Bourget, Parigi. Il memorandum d’intesa del Fcas è stato firmato, oltre che dalla Robles, anche dal ministro della Difesa francese, Florence Parly, e dal ministro della Difesa tedesco, Ursula von der Leyen. L’accordo servirà alle difese di Berlino, Madrid e Parigi per sostituire entro il 2040 gli attuali Rafale ed Eurofighter e ha una durata di almeno dieci anni. Uno strumento che serve ai governi dell’asse franco-tedesco di mostrare la propria volontà di competere rispetto ai giganti dell’industria aeronautica militare mondiale, ma serve soprattutto per dare un’accelerata a quella difesa di matrice europea su cui Parigi sta puntando moltissimo e su cui sembra avere investito anche la Germania, preoccupata dall’essere una potenza industriale ma esclusa dai grandi giochi strategici internazionali.

Intanto Giorgia Meloni attraverso radio Cusano Campus,sostiene che le prime vittime di questo disegno siano proprio gli immigrati, che "nella stragrande maggioranza dei casi vengono trascinati in Europa con l'inganno, con promesse di vita che non potranno mai avere, o con riti voodoo come nel caso delle nigeriane che vengono costrette a prostituirsi. Io dico che questo non è umano".

Dobbiamo capire che dietro questo grande tema dell'immigrazione incontrollata, non c'è il tentativo episodico di persone che sperano di sbarcare in Europa. C'è un movimento organizzato", incalza la Meloni, che fa notare come le Ong siano finanziare da Soros, "la finanza speculativa". E questo, "non è un caso".

Non solo. Secondo la Meloni, intervistata da radio Cusano Campus, infatti, "c'è anche un disegno di destrutturazione della società", che mira a "privarci della nostra identità, costruendo una società multiculturale senza identità, radici, consapevolezza, in modo che le persone diventino consumatori tutti uguali in balia del capitale". Poi, si chiede come mai siano arrivati nigeriani e pakistani e non venezuelani, "che vivono un momento di crisi e di guerra civile". 

Per la leader di Fratelli d'Italia, la risposta sarebbe semplice: "Perchè molti venezuelani sono di origine italiana, europea, sono cristiani, quindi non sono distanti da noi e non interessano a chi vuole portare avanti quel modello di destrutturazione della società. Soros è accusato del dissesto finanziario di alcune nazioni, compresa l'Italia, perchè una persona del genere dovrebbe essere così umana verso i migranti  ?". 

È scontro nel governo sui minibot, con il leader della Lega Matteo Salvini pronto ad andare avanti con l'adozione di questa misura economica e il titolare del dicastero di via XX settembre, Giovani Tria, su tutt'altra posizione

"Il nostro obiettivo è pagare i debiti dello Stato sennò lo stato non ha nessuna credibilità per chiedere le tasse ai cittadini", ha detto il vice premier Luigi Di Maio all'assemblea di Confartigianato precisando: "Non mi affeziono a un nome in particolare".

Anche il deputato della Lega, Claudio Borghi, va all'attacco del ministro dell'Economia: "Ci vuole una grande pazienza, non so perché la pensi così, quando potremo fare una riunione gli spiegheremo che non è così. Il Ministro dell'Economia deve fare quel che il programma di governo, che lui ha visto e sottoscritto, dice",  afferma, ad un Giorno da Pecora, su Rai  Radio1, Claudio Borghi. Poi aggiuge: il ministro "non li ha ancora capiti. Non sono illegali, perché nessuno è obbligato ad accettarli. Gli faremo cambiare idea".

Una bella 'gatta da pelare' per il Presidente del Consiglio Conte, che dovrà trovare un punto di contatto tra le due posizioni di Salvini e Tria. Nel frattempo, quest'ultimo continua la propia azione di moral suasion nei confronti dell'Ue e dichiara che "la nostra politica fiscale è prudente", aggiungendo che "questo governo è più prudente di prima. Non considerate i 'rumori' elettorali". Poi, sempre su Salvini bacchetta sulle dichiarazioni del ministro dell'interno che auspica una prossima legge di bilancio "trumpiana" con la maxi sforbiciata fiscale messa in atto dal presidente statunitense. "Una manovra trumpiana implica avere il dollaro, e noi abbiamo l'euro", ha ribadito Tria che continua: "a parte questo la nostra manovra è quella che abbiamo deciso e approvato", "basata su "una politica fiscale prudente, ma compatibile con la necessità di crescere di più".

Ma sulle scelte in campo economico della maggioranza di Governo Salvini precisa che i "non sono solo nel contratto di governo, ma sono anche stati votati dalla Camera dei deputati".

Dall’Euromoney conference di Londra, il ministro dell'Economia boccia l'eventuale introduzione dei minibot e afferma:"su questo argomento voglio essere chiaro, non credo che i minibot verranno introdotti - perché, scono il ministro si tratta di uno strumento - pericoloso e non necessario". Dall'assemblea 2019 di Confartigianato, invece Matteo Salvini ha dichiarato che i minibot "sono uno strumento per pagare i debiti della pubblica amministrazione" e poi continua: "se qualcuno ha uno strumento più intelligente bene, altrimenti si va avanti con quello".

Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, sotto assedio della Lega su minibot e fisco. "Vuo fare il ministro? Deve ridurre le tasse", dice il ministro dell'Interno, Matteo Salvini. E aggiunge:  "Mi pagano lo stipendio per dare lavoro agli italiani, non per dire signor sì, signor padrone in un ufficio a Bruxelles.

Tria è un nostro ministro che porterà avanti il programma di tutto il governo che nella prossima manovra economica avrà il taglio delle tasse come punto centrale. Chi vuole fare il ministro di questa squadra sa che il taglio delle tasse è la priorità di questo Paese", ha affermato Salvini a Confartigianato. "Tagliare le tasse non è un capriccio di Salvini, è un'emergenza", ha aggiunto.

Parlando a Londra di fronte ad una platea di investitori e operatori finanziari, Tria ha detto che i minibot sono una misura "illegale e non necessaria". "Credo che il parlamento non avesse compreso la situazione reale, a volte decide cose solo per ragioni politiche - ha proseguito, notando per altro come già "il giorno dopo alcuni partiti" si fossero "chiamati fuori".

Ma, a stretto giro, arriva la replica di Salvini, intervenuto oggi all'assemblea di Confartigianato. "I minibot non stanno solo nel Contratto di governo ma sono stati anche votati dalla Camera: sono uno strumento per pagare i debiti della Pubblica amministrazione. Se qualcuno ha un mezzo più intelligente bene, altrimenti dico che si va avanti".

Intanto «In assenza di miglioramenti» sul fronte dell'inflazione «saranno necessari ulteriori stimoli». Lo sottolinea in un discorso al forum Bce di Sintra il presidente dell'Eurotower Mario Draghi, ricordando come «ulteriori tagli dei tassi e misure per mitigare eventuali effetti collaterali continuano a far parte degli strumenti a nostra disposizione».

Lo spread fra il Btp decennale e il bund scivola sotto i 250 punti base, a 246, segnando il minimo dallo scorso aprile. Mario Draghi, il presidente della Bce, ha detto che ulteriori tagli dei tassi restano fra le opzioni disponibili, che che il quantitative easing (Qe) ha ancora spazio.

Ma sul tema è il presidente americano Donald Trum ad attaccare attraverso Twitter: "Mario Draghi ha appena annunciato che potrebbero arrivare altri stimoli (all'economia europea),che hanno immediatamente fatto scivolare l'euro rispetto al dollaro. Così per gli europei diventa ingiustamente più facile competere con gli Stati Uniti. Sono anni che vanno avanti così insieme con la Cina ed altri Paesi

Scrive sul suo twwet il Presidente Americano : Mario Draghi just announced more stimulus could come, which immediately dropped the Euro against the Dollar, making it unfairly easier for them to compete against the USA. They have been getting away with this for years, along with China and others.

Per il leader degli Stati Uniti, l’unione europea rischia di essere uno schermo con cui Berlino applica la sua strategia sfidando la politica industriale americana. Ed è per questo che da tempo parla di dazi nei confronti dell’Europa che sarebbero in particolare tesi a colpire l’industria automobilistica tedesca, così come è questo il motivo per cui il presidente americano vede con estremo favore la Brexit e anche l’ascesa di governo ed esponenti politici tendenzialmente euro scettici o contrari all’asse franco-tedesco. La strategia di Trump è molto più complessa e articolata di quanto si voglia credere.

Un tweet che arriva dopo alcuni giorni in cui lo stesso presidente Usa aveva rilanciato un articolo di Bloomberg in cui si parlava del fatto che grazie all’euro i Paesi dell’Eurozona facessero di fatto concorrenza sleale nei confronti degli Stati Uniti sul fronte del turismo. In quell’occasione il leader della Casa Bianca aveva attaccato la moneta unica europea era un problema per gli Stati Uniti in quanto era proprio la sua svalutazione a creare le premesse per danneggiare l’economia americana. Per Trump, il tweet aveva due obiettivi: da un lato l’euro, dall’altro la Federal Reserve. Perché è chiaro che quel messaggio rivolto all’euro rappresentava anche l’ultimo episodio di uno scontro con la Banca centrale americana che vede il presidente Usa sostenere, l’abbassamento dei tassi mentre la Fed perseguire su un’altra direzione, mostrando una divergenza senza precedenti fra Washington e i vertici della Fed.

La guerra di Trump nei confronti dell’euro continua quindi. Ed è un conflitto che va avanti da parecchi mesi, se non direttamente dall’inizio dell’ascesa del tycoon alla guida della Casa Bianca. Una guerra che ha un chiari significato strategico. Da una parte, Trump vuole sostenere la politica di abbassamento dei tassi mettendo nel mirino le politiche della Bce. Il suo messaggio nei confronti della Fed è chiaro: “Se gli altri fanno così, dobbiamo farlo anche noi”. Dall’altro lato, non per il caso specifico di Draghi, l’obiettivo a medio e lungo termine è anche quello di colpire non tanto l’euro in sé quanto il fatto che esso si sia trasformato in uno strumento da parte della Germania per accrescere la sua leadership all’interno dell’Unione europea e sostenere il surplus commerciale che è da sempre il vero obiettivo della politica europea di Trump

Appena ricevuto la notizia delle parole del presidente della Banca centrale europea, Trump è intervenuto con uno dei suoi soliti tweet con cui annuncia battaglia. Il presidente degli Stati Uniti ha scritto: “Mario Draghi ha appena annunciato che potrebbero arrivare altri stimoli, che hanno immediatamente fatto cadere l’euro contro il dollaro, rendendo più facile e in maniera scorretta competere contro gli Stati Uniti. Sono anni che l’hanno fatta insieme alla Cina e ad altri”. Un attacco su tutta la linea che è stato seguito da un altro tweet con cui il leader della Casa Bianca ha detto: “I mercati europei sono cresciuti dopo i commenti (non equi per gli Stati Uniti) di Mario D”.  

Cosi Donald Trump continua la sua guerra all’euro. E questa volta lo fa attaccando direttamente il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi. Durante il simposio di Sintra, in Portogallo, Draghi ha parlato della possibilità di “ulteriori stimoli” nei confronti dell’economia dell’Unione europea. E questa frase ha scosso il presidente degli Stati Uniti, che da tempo accusa la Bce di applicare tassi ridotti e far calare il prezzo dell’euro per effettuare una sorta di concorrenza sleale nei confronti del dollaro.

In vista del 9 luglio, quando l' Ecofin potrebbe lanciare ufficialmente la procedura d'infrazione contro l'Italia per la mancata discesa del debito, Salvini ha aggiunto: «Noi passiamo dalle grandi strategie economico-commerciali e geopolitiche qua a Washington alle piccolezze delle "multine", delle infrazioni, dei controllori imposti da Bruxelles. Abbiamo visto in Grecia come è finita. Hanno ammazzato un popolo e spalancato le porte ai cinesi che si sono comprati un paese attraverso un porto. L'Italia non è la Grecia. Noi puntiamo a convincerli coi numeri, i dati, il buon senso e la cortesia. Altrimenti le tasse le tagliamo lo stesso agli italiani, a Bruxelles se ne facciano una ragione».

La flat tax si farà». Parola di Matteo Salvini. Da Washington, dove ieri ha parlato alla stampa, il vice presidente del consiglio ha spiegato che la flat tax «non è una scelta» e che «ci devono essere i margini» per farla. Poi si può decidere come modularla negli anni, visto che abbiamo davanti quattro anni ma un taglio delle tasse non per tutti ma per tanti ci deve essere dalla prossima

Per Salvini sarebbe poi «un errore strategico, non solo commerciale ma geopolitico, allontanare la Russia dall'Occidente per lasciarla nelle braccia della potenza cinese». Per questo «credo si debba fare di tutto per tornare al tavolo» delle discussioni. Parlando da Washington - dove ieri ha parlato alla stampa italiana alla vigilia del suo incontro odierno con il segretario di Stato, Mike Pompeo, e con il vicepresidente, Mike Pence - il vice presidente del consiglio ha aggiunto: «Al di là della convenienza economica per le nostre aziende, preferisco ragionare con Mosca piuttosto che rinsaldare l'asse Mosca-Pechino. Mi sembra banale».

Intanto secondo il quotidiano della famiglia Berlusconi, lo scorso anno Sea watch aveva raccolto 1.797.388,49 euro spendendo oltre il 55%, ovvero 784.210 euro per la sua nave già sequestrata tre volte dall'Italia e da Malta, che sta ciondolando davanti a Lampedusa con una quarantina di migranti a bordo. I principali sostenitori, che ci mettono la faccia, pubblicata sul bilancio della Ong estremista tedesca, sono un gruppo variegato di personaggi molto noti in Germania. Uno dei più attivi è il capogruppo dei Verdi nel Parlamento di Berlino, Hofreite, deputato dal 2005. Al suo fianco per aiutare Sea watch il discusso Gregor Gysi, leader riformista alla fine della Germania Est sopravvissuto al crollo del muro di Berlino. Anche l'attrice tedesca Katja Hannchen Leni Riemann e il gruppo rock di Amburgo, Revolverheld, sono testimonial e finanziatori di Sea watch. Una delle sostenitrice più influenti è Barbara Lochbihler, europarlamentare dal 2009 fino a quest'anno ed ex segretario di Amnesty international in Germania. A Strasburgo ha fatto proseliti: Elena Ethel Schlein è stata eletta eurodeputata del Pd nell'ultima legislatura, anche se nel 2015 ha lasciato il partito per aderire al movimento di Giuseppe Civati.

In febbraio, dopo il primo sequestro di Sea watch 3, ha organizzato una raccolta fondi per i talebani dell'accoglienza. In quattro mesi ha raccolto da 48 sostenitori appena 3.567 euro che sono andati «direttamente a Sea watch per sostenere le loro operazioni».

Scrive il quotidiano il giornale : I talebani dell'accoglienza tedesca, Sea watch e Sea eye, su un portale ad hoc, «ringraziano le Chiese per la promozione del salvataggio in mare nel Mediterraneo». E pubblicano le dichiarazioni ed i volti di alti esponenti ecclesiastici come testimonial per le donazioni. Fra i sostenitori c'è anche il cardinale cattolico Reinhard Marx che si appella ai cristiani: «Finché ci sono persone che nella loro angoscia e disperazione si fanno strada attraverso il Mediterraneo, la nostra missione è la misericordia». E sotto si può donare qualsiasi cifra, che verrà così suddivisa: 10% ad Alarm phone, il centralino dei migranti che vuole sostituirsi ai Centri di soccorso degli Stati, 40% a Sea eye e Sea watch ed il rimanente 10% a Solidarity at sea, che sostiene legalmente gli equipaggi delle Ong «minacciati da un processo» per il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Nel bilancio 2018 di Sea watch l'esborso dei 262.435 euro per l'aereo di ricognizione Moonbird, che decolla da Lampedusa individuando i gommoni dei migranti, è stato «sostenuto in modo significativo dalla Chiesa evangelica in Germania».

È continua il quotidiano,  e interessante spulciare nella raccolta fondi odierna di Sea watch organizzata sulla piattaforma tedesca Better place, dove sono stati già donati oltre 370mila euro. I finanziatori sono quasi 7mila, ma nella stragrande maggioranza anonimi con cifre che variano da 5 ad un massimo di 790 euro. Pochissimi i donatori che pubblicano il nome intero, come Ines Schimidt, 252 euro donati e raccolti per il suo compleanno. Alcuni rendono noto solo il nome con l'iniziale del cognome come Rosa R., che ha finanziato Sea watch due volte per un totale di 232 euro.

In Italia la pseudo Ong Mediterranea, di nave Jonio sotto sequestro, ha raccolto 769.748,50 euro con 3306 sostenitori. Sulla sua pagina in rete cita come supporter i sindaci Leoluca Orlando di Palermo e Luigi de Magistris di Napoli, Greenpeace Italia e Fondo Fuocoammare creato sulla scia del successo del film che ha vinto l'Orso d'oro a Berlino nel 2016. Non mancano Comitato Addiopizzo, la Cgil, i Giuristi democratici, la Lega coop sociali Friuli-Venezia Giulia e Potere al Popolo di Palermo, orfani del comunismo duro e puro. Non solo: L'Arci fa strenua campagna per raccogliere il 5xmille a favore di Mediterranea. E Banca Etica, preferita dai parlamentari grillini, ha permesso l'acquisto della nave sotto sequestro con quasi mezzo milione di euro.

Fra i testimonial è spuntato pure il cardinale Reinhard Marx. E per il 2019 il fabbisogno, come raccolta fondi, è di «110-130mila euro al mese» secondo l'Ong tedesca.

In Italia la nave Mare Jonio, sotto sequestro dopo sbarchi illegali di migranti, è appoggiata addirittura dall'Arci con il 5 per mille, sindaci e organizzazioni si sinistra. L'Ong Open arms, appena attraccata a Napoli con la nave omonima, è nata con i fondi di una compagnia marittima spagnola, il Gruppo Ibazibal, ma ha ricevuto donazioni pure dall'attore americano Richard Gere e da una società calcistica come il Manchester city.

La Chiesa evangelica tedesca, Anton «Toni» Hofreite, capogruppo dei Verdi nel Bundestag, Gregor Gysi, l'ultimo leader della Germania Est pro Gorbaciov, l'ex europarlamentare del Pd, Elena Ethel Schlein, sono alcuni dei principali sostenitori di Sea watch, la Ong talebana dell'accoglienza.

La sfida della "capitana", scrive il quotidiano il giornale,  della Sea Watch non è solo a Salvini, ma anche al decreto Sicurezza bis che, appena approvato, ha subito trovato applicazione. Sabato scorso il governo, in modo compatto, ha firmato "il divieto di ingresso, transito e sosta alla nave Sea Watch 3 nelle acque italiane". Il divieto è, poi, stato notificato dagli uomini della Guardia di Finanza alla comandante dell'imbarcazione. Ma l'ong tedesca, da sempre restia a rispettare le leggi (italiane e internazionali), ha subito fatto sapere, tramite la portavoce Giorgia Linardi, di non essere intenzionata a fare marcia indietro. "Riportando indietro queste persone", ha spiegato, lo staff della Sea Watch "commetterebbe un crimine per cui l'Italia è già stata condannata, ovvero quello del respingimento collettivo". Gli ultrà dell'accoglienza si appigliano da sempre a una sentenza del 2009 della Corte Europea dei Diritti dell'uomo che aveva sanzionato l'Italia proprio per aver rimandato in Libia un gruppo di migranti soccorsi in mare. Ma dall'anno scorso non trovano più a Roma chi è disposto ad ascoltarli. Dopo aver chiuso tutti i porti italiani, Salvini ha anche blindato le nostre acque.

In queste ore Salvini sta facendo leva sulla convinzione che l'ong tedesca sia in torto per aver disobbedito alle indicazioni della Guardia costiera libica che aveva indicato Tripoli come porto di sbarco per i migranti. E, grazie al decreto Sicurezza bis approvato dal Consiglio dei ministri nei giorni scorsi, può, appunto vietarne l'ingresso nelle acque italiane. Ma la situazione di stallo rischia di trasformarsi nell'ennesimo braccio di ferro giuridico e politico. La capitana Rackete, trentunenne tedesca dai capelli rasta, sembra infatti non avere alcuna intenzione di mollare di un solo millimetro. "Non abbiamo ancora preso alcuna decisione, dobbiamo valutare molti aspetti e lo faremo con la consulenza del nostro team legale", spiega a Repubblica rimarcando, però, che "Lampedusa rimane il porto sicuro più vicino al punto dove abbiamo effettuato il salvataggio". Chiusa, dunque, qualsiasi possibilità di riportarli in Libia o di attraccare in Tunisia. "Non li riporterò mai lì - scandisce - queste persone sono sotto la mia responsabilità. Alcune hanno sulla pelle i segni della tortura e sul corpo quelli dell' abuso sessuale". Il suo obbiettivo (dichiarato) è solo l'Italia. E farà di tutto per riusciure ad arrivarci, anche infrangendo un'infinità di leggi come ha già fatto per recuperare i 53 immigrati a poche miglia dalle coste libiche. Ma Salvini non è certo una persona che si arrende facilmente. "Per me - ha fatto sapere nei giorni scorsi - possono rimanere lì a galleggiare fino a Capodanno...".

 

 

 

 

 

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