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L'idea di Schäuble: un'Unione ancora più rigida e a guida tedesca

C'è molta carne al fuoco nell'agenda di Wolfgang Schäuble. Se il negoziato con Londra sulla Brexit è affidato ai capi di Stato e di governo dell'Ue, il ministro delle Finanze tedesco guarda al futuro

I suoi uomini all'opera nella Detlev-Rohwedder-Haus, raro esempio di architettura nazista sfuggito ai bombardamenti alleati su Berlino, immaginano già un'Ue senza gli inglesi finalmente piegata al rigorismo.

È stato Handelsblatt, il primo quotidiano economico tedesco, a svelare cosa bolle in pentola: il «piano segreto» punta a inchiodare «gli Stati membri davanti alla loro responsabilità per una politica di bilancio stabile»; massimo rispetto, dunque, per le regole sul Patto di stabilità, sul Patto per la crescita o sul Fiscal compact. Come ottenere tanta severità da una manica di paesi mediterranei indisciplinati  ?

È semplice: «Immaginando la possibilità per la Commissione di respingere i bilanci nazionali che non corrispondano alle direttive europee sul deficit». Questo il bastone. Quanto alla carota, il piano Schäuble prevede anche uno stimolo: la corretta implementazione delle direttive rivolte ai singoli Stati darebbe accesso a più risorse dei fondi strutturali.

«Niente di nuovo sotto il sole», spiega al Giornale Björn Hacker, docente di Economia Politica all'Università delle Scienze Applicate di Berlino (Htw). «A chi in Germania o all'estero - come il vicecancelliere Sigmar Gabriel, Matteo Renzi e Francois Hollande - chiede un bilancio comune, Schäuble risponde picche: nessun nuovo budget ma solo le risorse già esistenti. E a chi non rispetta le direttive, non toccano neppure i fondi strutturali». Secondo l'accademico il piano del falco del pareggio di bilancio avrebbe effetti depressivi: «Uno stato già in difficoltà non solo non potrà ricorrere a uno stimolo fiscale o a politiche espansive, ma si vedrà tagliare anche le risorse dei fondi strutturali».

Intanto la polemica di questi giorni : Il panico da Brexit non aiuterà a lanciare un salvagente alle banche italiane. Mentre il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker sembrava aprire alla possibilità di trovare una strada più semplice del 'bail in' per aiutare il settore italiano, la cancelliera Angela Merkel gela ogni aspettativa: "Non possiamo ridiscutere ogni due anni le regole del settore bancario", ha detto parlando proprio del caso italiano.
Il premier Matteo Renzi chiarisce che "nessuno vuole cambiare le regole" europee sulle banche, e rassicura i cittadini che anche con questo quadro regolatorio "saremmo in condizioni di proteggere i denari dei correntisti". E non risparmia una frecciata alla Merkel: "L'ultima che non ha rispettato le regole in Europa è stata la Germania nel 2003, e l'Italia di Berlusconi glielo consentì". Renzi, che a margine del summit europeo sulla Brexit ha parlato con Juncker proprio della situazione delle banche italiane, raccogliendo ampia disponibilità, è consapevole che l'Italia ha "perduto l'occasione di intervenire in modo strutturale, come ha fatto la Germania intorno al 2010-2011", quindi è "inutile piangere sul latte versato perché non possiamo farlo adesso che le regole sono diverse".

Qualunque intervento statale a sostegno degli istituti in sofferenza dovrebbe infatti rispettare la direttiva BRRD che impone di distribuire le perdite sugli investitori (azionisti e obbligazionisti junior). Circostanza che, nel caso del salvataggio delle 4 banche, si è rivelata dannosa per i risparmiatori che avevano sottoscritto prodotti non sicuri e hanno visto andare in fumo i propri risparmi. E' per questo che il Governo vorrebbe trovare un modo alternativo al 'bail in' per aiutare le banche sotto stress sui mercati, in un clima ancora incerto per l'Italia dove la fiducia economica è scesa, registrando il peggior calo dell'Eurozona. Bruxelles monitora la situazione del settore creditizio italiano ma per ora non vede rischi, come ha ribadito lo stesso Juncker.

La Commissione guarda ai test sulla liquidità e ai CDS più che ai mercati azionari - che peraltro si sono calmati - e per questo non ritiene giustificato alcun allarmismo. Ciononostante dialogherà con l'Italia per valutare un eventuale intervento che non violi né le regole sugli aiuti di Stato né la direttiva BRRD. La strada è stretta, ma ci sono alcune eccezioni alla regola che potrebbero essere sfruttate. Del resto, un cambiamento delle norme è malvisto anche dalla Banca centrale europea: "Se le regole sul bail in vengono tenute in sospeso, allora è veramente la fine dell'unione di mercato come la conosciamo", ha detto Benoit Coeure', membro del comitato esecutivo della

Ma l'idea di Schäuble è quella di un'Unione ancora più rigida che non fa sconti a chi sgarra. E a guida tedesca

Quanto alla Commissione, il rafforzamento del suo potere sarebbe solo formale. La riforma serve infatti a privarla del ruolo di custode dei Trattati, assegnato a una non meglio specificata autorità garante non elettiva. Ridotto il numero dei commissari, al collegio oggi guidato da Juncker resterebbe solo l'onere di approvare o respingere i bilanci nazionali non in regola. «Sarebbe la fine del potere politico della Commissione: una vendetta per avere in passato concesso dilazioni e flessibilità agli Stati invece di attivare le procedure per deficit eccessivo». La scure del ministro si abbatte poi sull'unica istituzione che in questi anni ha agito in piena autonomia: la Banca centrale europea. Il programma di Schäuble prevede di toglierle il controllo delle banche europee, definito «in conflitto d'interessi con la gestione della politica monetaria».

«Sarebbe la fine del progetto di un'unione bancaria: d'altronde né il ministro né la Merkel l'hanno mai voluta - ricorda il docente - ma nel 2012 Mario Monti e l'allora neoeletto Hollande strapparono la promessa alla cancelliera, che da parte sua cercava il loro appoggio per il Fiscal compact». Il piano svelato da Handelsblatt presenta però un vantaggio: è capace di scontentare sia chi crede a un'unione più stretta basata su una vera unione monetaria e bancaria sia gli euroscettici che chiedono un'Ue con meno competenze. L'ultima novità Schäuble la riserva per l'Esm: il Meccanismo europeo di stabilità assume progressivamente le competenze della troika, oggi suddivise fra Commissione, Bce e Fmi. Una «riforma positiva» per Hacker che ha il pregio, dalla prospettiva di Schäuble di far fuori il Fondo monetario internazionale, colpevole in passato di aver proposto la ristrutturazione del debito greco, laddove i tedeschi «vogliono esigere i loro crediti senza sconti».

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