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Dijsselbloem: Atene sa che il tempo sta scadendo

"Il tempo sta finendo, la rapidità è essenziale": è l'ultimatum alla Grecia del presidente della Bce Mario Draghi al termine dell'Eurogruppo, spiegando di condividere quanto affermato dal presidente dell'Eurogruppo Dijsselbloem Atene sa che il tempo sta scadendo.

"E' stata -  ha ammesso il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem - una discussione molto critica, abbiamo fatto un accordo due mesi fa, ora credevamo di poter prendere una decisione, ma invece siamo molto lontani e quindi sì, è stato un dibattito molto critico. Sulla Grecia bisogna fare di più: c'è il senso d'urgenza, i greci sanno che il tempo sta finendo, ma aprile ancora non è finito. Serve un accordo globale sulla lista di riforme prima di qualunque disborso di tranche di aiuti", con i greci "sono stati fatti dei progressi ma restano ancora ampie differenze", "tutti sanno che tempo sta scadendo, la responsabilità è nelle mani dei greci, un accordo è nel loro interesse. Nel negoziato con la Grecia "ci sono ancora problemi molto, molto grandi da risolvere". E l'ipotesi di legare insieme l'attuale discussione sul completamento del secondo programma di aiuti a quella sul terzo piano, non è percorribile per il presidente. "E' cruciale avere un accordo prima su questo, e poi si parla del post giugno. E' difficile avere un accordo sul futuro se non riesci ad averlo su un periodo di 4 mesi", ha spiegato. Per questo "la cornice" in cui si muove l'Eurogruppo resta l'accordo del 20 febbraio, ha chiarito.

"oggi abbiamo espresso la determinazione per un accordo rapido, ed espresso l'ansia per la quantità di tempo che si sta impiegando per far convergere le nostre vedute", ha detto Varoufakis. Sebbene, ha spiegato, ci sia stata nelle ultime settimane "una chiara indicazione che il processo va verso una convergenza", oggi si è discusso anche "dei punti su cui non si trova un terreno comune". Come "la domanda da
parte di alcune delle istituzioni di tagli alle pensioni, una cosa a cui il Governo greco si oppone perché non li considera necessari alla stabilizzazione finanziaria". Poi c'è la questione della "moratoria sulla confisca delle prime case, dove la nostra visione resta questa:
nelle zone povere, confiscare la prima casa significherebbe creare senzatetto", e anche "diminuire la capitalizzazione delle banche", perché con la recessione del mercato immobiliare "i prezzi vanno a terra" e le banche che usano gli immobili come collaterale si ritrovano con beni senza valore. Infine, la questione dell'avanzo primario. Sono queste "le ragioni per le quali non c'è un accordo", ha spiegato.

Parte del problema nel negoziato con Atene è rappresentato dall'interlocutore dell'Eurogruppo, cioè il ministro Yanis Varoufakis, che perde sempre di più la fiducia dei colleghi. Cresce la frustrazione dei ministri nei confronti del responsabile greco delle finanze che continua a "non fare interventi ma vere e proprie lezioni". Tale è la sfiducia, che l'Eurogruppo ha comunicato l'esito della riunione direttamente al premier Tsipras, 'bypassando' Varoufakis, "per assicurarsi che il messaggio arrivi corretto". Un perditempo, un giocatore d'azzardo, un dilettante sarebbe stato definito il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis da alcuni suoi colleghi all'Eurogruppo di Riga, per il modo con cui sta portando avanti le trattative con i creditori internazionali.

"Abbiamo un problema di liquidità perché la Grecia sta finanziando il debito con le sue risorse e invece, da accordi esistenti, andrebbe rifinanziato con gli aiuti": lo ha detto il ministro delle finanze greco Varoufakis che non ha voluto precisare l'entità del problema finanziario di Atene.

Sulla Grecia "bisogna fare di più, c'è il senso d'urgenza, i greci sanno che il tempo sta finendo, ma aprile ancora non è finito", ha sottolineato Dijsselbloem.

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